Oscuro e desueto: queste sono le due parole che possono descrivere Cold Fire, progetto nato nel 2004 dalla mente di Icy Heart. Il polistrumentista italiano ha creato alcune perle di black metal senza mai fossilizzarsi su un’unica sfumatura, toccando sia gli aspetti più raw che quelli melodici, di fatto proponendo uno stile incasellato nel termine Weird Black Metal.
Solo due i concerti sostenuti, tenuti nell’ormai lontano 2009. Molto movimentato il secondo, in un locale svizzero, con un membro della band che reagì ad un presente intento nel saluto romano. Alla rissa creatasi seguì la sospensione dello show. Dopo quelle due date i Cold Fire hanno sostanzialmente smesso l’attività in contemporanea con l’uscita di un ultimo ep, il quinto loro lavoro totale.
Di “Searching for a Light” si sa altrettanto poco. 10 i brani in esso contenuti, con una presenza costante di tastiere ma utilizzate in modo differente rispetto a quanto insegnato dai cliché del symphonic black. Tre le voci presenti sul disco, se si eccettuano altre misteriose che si inseriscono in “Silence”, unico brano acustico che si assesta però come una delle tre sorprese presenti.
Le altre sono le barocche tracce di inizio e fine album. Totalmente strumentali e, come nel caso di “Tears from the sky”, commoventi. Molto mardukiana è “Nervous”, mentre “Anxiety in darkness” sembra rifarsi al black’n’roll di certi Carpathian Forest. Più classica “Waiting for the rain”, sconquassante “Decadence” e davvero riuscita l’aperta “In silence I observe”. Pachidermico l’andamento di “Grey Sky”, che da un risultato plumbeo al tutto.
Questo terzo 4° lavoro della one man band è probabilmente il più corale insieme all’ultimo ep “The blackest blood”. La pubblicazione della discografia dei Cold Fire sarà totalmente effettuata da ArtCorner Music Agency.