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Damn City: “Lontani dal cliché di chi odia la propria città. Noi amiamo Bologna”

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Musicisti, ma soprattutto entertainers con la loro musica. I Damn City sono annoverati tra quelle band che sanno come fare casino adottando situazioni insolite per il metal come siamo abituati a conoscerlo. Ma ciò che più ci piace di questi ragazzi bolognesi è proprio il loro grande senso di appartenenza alla terra dalla quale provengono, un po’ come i What A Confus!on ed i loro perenni riferimenti lacustri!

Per saperne di più, abbiamo scambiato due parole con la voce dei Damn City, MC Viper:


Ciao MC Viper, benvenuto sulle pagine di Metal In Italy. Prima di entrare nel vivo della nostra chiacchierata, puoi presentarci i Damn City? Quali sono i momenti più importanti della vostra carriera?

Ciao Stefano, i Damn city sono nati nel 2011 come side project delle band in cui attualmente suonavamo, che avevano poco o nulla a che spartire con l’hardcore. L’intento iniziale prevedeva di avere una buona scusa per vedersi prima di uscire il venerdì sera, senza nessun margine di serietà sui testi; una valvola di sfogo che non sarebbe mai dovuta nemmeno finire su un palco, in studio di registrazione o su internet. Purtroppo o per fortuna alla fine è successo. Semplicemente ci divertivamo troppo a stare insieme, eravamo troppo abituati alle solite band che si prendevano troppo sul serio nel contesto sbagliato, stare nei Damn city era ed è l’ora di ricreazione a scuola… Ricreazione che ha preso presto il sopravento su tutto il resto. Questo stato di cose non può e non deve cambiare a nostro parere. Momenti importanti tantissimi, ma credo che la presa di coscienza di fare il primo live senza nessuna pretesa sia stato una sorta di punto di non ritorno. Pensa che avevamo un tizio vestito da pollo gigante che faceva break dance durante il nostro set. La prima volta fuori Italia è stata emozionante perché ci sentivamo davvero carichi e increduli, anche se mi sono addormentato e sono arrivato in ritardo di un’ora e mezza per la partenza… gli altri volevano uccidermi.

“Pariah” è il secondo full length, quali secondo voi le differenze rispetto all’album d’esordio?

“No Heroes” era un disco con influenze più che altro hardcore e metal; volevamo far vedere a tutti che avevamo il cazzo grosso, che suonavamo grossi e sentivamo chiaramente la pressione di Indelirium Records alle porte; volevamo entrare nel loro roster a tutti i costi. Diciamo che non eravamo proprio tranquillissimi e senza pensieri. Con “Pariah” eravamo molto più rilassati e l’unico punto di partenza era iniziare a tirar fuori il nostro estro creativo, motivo per cui sono presenti in maniera più massiccia alcune nostre influenze come il rap, lo stoner, le melodie non sono più in secondo piano e soluzioni non comuni nell’ambito hc. La roba nuova sarà ancora più diversa e ti giuro che ci piace ancora di più. Abbiamo circa 4/5 pezzi nuovi in cantiere e ci stiamo lavorando in maniera diversa, più articolata in certi punti e più easy way in altri. Strano a dirlo ma da quando abbiamo mollato i freni sono arrivate tante soddisfazioni, tra cui la firma con Haunted Records per l’America, che se calcoli da dov’eravamo partiti, è come ricevere il set completo di fuochi d’artificio per Natale. Altra situazione fantastica è stata quando Emiliano di Indelirium ci ha detto che il nuovo disco era una mina benchè fosse molto meno old school.

Il vostro sound ha una connotazione ben precisa, con le componenti Hardcore, Punk, Rap sono componenti fondamentali. Perché avete scelto questa forma?

Se ci pensi hai nominato 3 generi la cui radice comune è la strada e l’arte che ne consegue. Probabilmente per un motivo o per l’altro è l’unico genere che potremmo fare date le nostre origini economicamente modeste, la nostra vita che comunque gravita intorno al lavoro da fabbrica e i posti che frequentiamo. A questo ci potrei aggiungere anche un vissuto simile dall’infanzia ad adesso e l’educazione ricevuta dai genitori, chiaramente come valori non come musica… su questo punto ci supportano spiritualmente ma non apprezzano un granché hahaha…

In una delle tracce c’è anche la partecipazione dei messicani Beneath The Horror, come è nata questa collaborazione?

Ci siamo trovati a suonare insieme a Rimini e li è nata l’amicizia che purtroppo dobbiamo vivere per la maggior parte a distanza. Sono situazioni capitate già varie volte con altre band, forse perché come persone siamo parecchio estroverse e ai concerti ci piace conoscere gli altri musicisti, i fonici, i promoter e in generale viverle come esperienze personali che arricchiscono, sia in positivo che purtroppo, raramente, anche in negativo. Con i ragazzi dei BTH stiamo programmando davvero tante cose, tra cui il video del pezzo sopracitato (AS TITANS) e un tour europeo che è già stato rinviato una volta per problemi lavorativi… ma il 2017 promette bene

Voi siete di Bologna e con la vostra città c’è un feeling particolare; tra l’altro c’è anche un brano dal titolo “Bolo Strikes Back”. Come mai questo legame così intenso?

Siamo sovraffollati quotidianamente dal solito clichè del musicista famoso che odia il posto da cui proviene e, da questa base, si costruiscono castelli immaginari infiniti e seghe mentali inaudite. Noi non abbiamo nessun problema a dire che la nostra città è davvero una FIGATA e, salvo rare situazioni, ti puoi sempre e comunque divertire in maniera sana e serena. Il mood è quello della città universitaria piena di giovani mescolato al clima del paesone, dove avverti un calore palpabile e che ti fa sentire a casa. Questa è la nostra marcia in più rispetto a posti come Milano e Roma, davvero troppo caotici per i nostri gusti a livello di vita quotidiana. Altre città come Firenze peccano un po della versatilità a livello di vita notturna, troppe discoteche e pochi posti alternativi in cui fare casino. Qui da noi puoi ritrovarti il giovedì alla serata universitaria al Millenium, il venerdì al Crash che fanno musica elettronica giusta e live painting artistico, il sabato magari a uno dei numerosi concerti sempre presenti. In tutto ciò poi non ho parlato del cibo tradizionale, delle ragazze, del vino e di tante altre cose. Veniteci e capirete da soli!

Rimanendo in tema di testi, quali sono le tematiche che affrontate? Pensate che la musica sia ancora un mezzo attraverso il quale far viaggiare le vostre idee?

Le tematiche variano dal testo lifeless serious, condizione in cui l’hardcore pecca moltissimo, al testo più impegnato a livello umano, ed è questo che ci interessa piuttosto che parlare di politica o di religione. Ci interessa promulgare un messaggio positivo, di fratellanza, unione e tolleranza. Utilizzare la ragione per abbattere i muri e le differenze sociali in cui esistiamo ogni giorno, far capire a tutti che con il cuore e la testa possiamo arrivare lontanissimo e costruire un mondo migliore. So che sembra una cosa piuttosto idealista e irrealizzabile ma credimi che le solite tematiche non fanno per me, saranno almeno 20 anni che le sento e so che sono molto più bravi altri artisti a farle che noi DC. I testi più easy way invece trattano l’ignoranza collettiva riscontrabile in mode e stili musicali come uno sfottò, cosa che fa incazzare un sacco di gente tra l’altro. Gente che non concepisce un approccio ironico della vita, ma farsi due risate ogni tanto fa un gran bene allo spirito.

Il 07 maggio sarete impegnati anche al Bolo Hardcore Fest, di che manifestazione si tratta?

È la seconda edizione di una festona che organizziamo con NUKE CREW, collettivo di cui tutti i DC fanno parte. Si esibiranno sul palco varie sfaccettature della scena italiana e con il secondo appuntamento abbiamo chiamato in causa anche 3 band dall’estero (RISE OF THE NORTHSTAR da Parigi, INSANITY e RTC dalla Svizzera), saranno presenti le crew di amici, Sea Shepherd, artisti, illustratori e gente in generale che ha voglia di divertirsi. Siete tutti invitati a partecipare dato che è un open air free entry!”

Qual è lo stato di salute della scena Hardcore italiana? Ci sono delle realtà in grado di poter competere a livello internazionale?

Vedo moltissime band che non hanno nulla da invidiare a band estere più famose e che si stanno ritagliando una bella fetta di pubblico, questo non solo nell’hardcore ma in vari generi. Vedi i ragazzi di Machete Empire nel rap che stanno segnando un goal dietro l’altro, Hierophant per quanto riguardo il metal, Devotion, Edward in Venice, Slander, Stormo. e potrei andare avanti ancora parecchio. Credo che se tutto questo movimento riuscirà a resistere finché le nuove generazioni torneranno ad avere fame di musica live come ad inizio 2000, le situazioni incredibili si estenderanno anche oltre al Venezia Hardcore fest. Purtroppo al momento siamo un po imprigionati dentro a un discorso sociale un po ostico da affrontare, in cui centrano la televisione e le radio, che hanno segato le gambe a un sacco di musica alternativa per pompare il filone dell’elettronica; quindi i ragazzini, cioè i cosidetti fan, non esistono quasi più. Spesso band dallo spessore artistico enorme si ritrovano a dover svendere il merch e gli album perché qui li vendi solo alle band con cui suoni e i loro amici. Mi ricordo invece nel periodo 2005/2006, che bastava che avevi una band un minimo decente e bruciavi nel giro di 3 live una cosa come 200 magliette e relativi demo.”

Ho notato da poco che avete perso il bassista, Gallo, vuoi raccontarci com’è andata e in che rapporti siete rimasti? Avete già trovato qualcuno per sostituirlo?

Partiamo dal presupposto che nella nostra situazione nessuno è rimpiazzabile a livello umano, dato che la band è fondata sull’amicizia. Siamo rimasti in ottimi rapporti con ogni ex componente dei DC e con Gallo è nato un legame nei 3 anni che ha suonato con noi indissolubile. Con lui abbiamo vissuto tutti i 2 anni di NO HEROES, le prime date davvero importanti di fronte a tanta gente, le prime esperienze all’estero, abbiamo scritto PARIAH con lui e ci ha accompagnato per i primi 6 mesi di promozione. La condivisione di un sogno, una passione e questo enorme sbattimento non si cancellerà mai e, ti confesso, eravamo tutti presi abbastanza male quando ce l’ha detto. Ma amen, bisogna andare avanti e già al Bolo HxC Fest 2 tornerà sul palco con noi per un feat. In fondo questa cosa o la porti avanti con della carica o non ce la puoi fare. Abbiamo provato fondamentalmente solo 2 ragazzi, entrambi perchè gliel’abbiamo chiesto noi e perchè già li conoscevamo. Proposte spuntate dal nulla le abbiamo declinate con gentilezza ma non aveva proprio senso rischiare, ci serviva un 5° elemento fondamentale, non un’incognita che magari si stancava dopo poco tempo. A breve scoprirete tutto, ma il nuovo bassista c’è già in pieno, ed è un grande!

Ho visto che siete nel roster di NUKE CREW, vuoi parlarci di questa squadra eterogenea che sta organizzando parecchio nelle vostre zone?

La crew è stato un bisogno collettivo di varie band di generi diversi appartenenti alla stessa scena. Noi DC già organizzavamo, e prima ancora io avevo un’agenzia di booking con cui ho tirato su delle belle cose nel 2008-2009, da queste esperienze ci siamo messi a lavorare insieme per fare fondamentalmente delle festone tra amici, e la cosa vediamo che sta prendendo bene un po tutti a macchia d’olio. I nostri appuntamenti fissi per ora sono il BOLO HXC FEST (a tema hardcore), il NEVER SAY DAIH (metalcore), l’EMILY & ROMAIN (poppunk/easycore) e il BOLOGNA CHIAMA (spaziamo su più generi ma quasi solo roba tranquillona); le date non hanno un periodo fisso ma valutiamo vari fattori, come se ad esempio una band del roster ha un release da fare, ed allora è intelligente piazzarla dentro il fest, oppure se arriva un tour di artisti che ci piace. Condizione fondamentale non piazzarlo sopra ad altre serate delle altre crew italiane, cosa che stiamo super attenti anche se a volte anche con 40 occhi qualcosina ci scappa. La venue è itinerante, non fissa, non ci piace l’idea di bloccarci in una sola location per sperimentare vari palchi e situazioni; in generale cerchiamo di tenere i prezzi super popolari o addirittura free entry, in modo da incentivare la gente a comprare il merch delle band. Attualmente siamo noi, Nobody will care (poppunk), Bombay (alternative rock), The end at the beginning (metalcore), One last yard (easycore) e vari amici che gravitano intorno a queste band. Stiamo cercando nuovi elementi e nuove band, se siete interessati fatevi avanti e facciamolo tutti insieme!

Prima di salutarci, quali sono i vostri progetti per il futuro? State lavorando a qualcosa di nuovo?

Al momento abbiamo scritto 5 pezzi nuovi senza testo, dato che sto lavorando dietro un concept per il prossimo album, in più stiamo lavorando su una canzone sperimentale con degli ospiti d’eccezione da buttar fuori come pezzo singolo 2016, vedremo come salta fuori. Abbiamo ricevuto svariate proposte di tour dentro e fuori l’Europa, ma con il lavoro siamo incasinati dato che è con quello che mangiamo e paghiamo le bollette, a breve vedrete cos’abbiamo potuto confermare. Per il video uscirà a breve AS TITANS, secondo estratto da PARIAH, e stiamo già imbastendo il terzo che idealmente uscirà a Settembre/Ottobre. Il merch l’abbiamo quasi finito e stiamo progettando delle nuove tamarrate da sparare fuori!

Ti ringrazio per il tempo che mi hai dedicato, a te l’ultima parola per lasciare un saluto ai nostri lettori! A presto

Ringraziamo Stefano e la zine che sta facendo un ottimo lavoro, il tempo che ci avete concesso è oro. Seguiteci e andate ai concerti, spargete la voce e supportate la buona musica.