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Deed: “Deed Ep” – Recensione

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Tanto Rock ed Heavy Metal con qualche decade sulle spalle è quanto propongono gli umbri Deed con il loro Ep omonimo, costituito da cinque tracce originali più la cover di “Necropolis” dei Manilla Road.

I cinque ragazzi sono da apprezzare per il piglio con il quale aggrediscono l’ascoltatore, forti di riff abrasivi e parti soliste di buona fattura, sebbene si tratti di soluzioni derivate dalla tradizione accennata in apertura di recensione. È così che l’opener “Beer ‘n’ Electric Guitar” irrompe con tutto il suo spirito festaiolo e caciarone, un attacco ben calibrato per dare il via alla release. Più riflessiva la seguente “Don’t Forget My Name”, con le melodie malinconiche del singer Edoardo Röhl, debitamente supportato dalle chitarre di Dario Strinati e Fabio Gambini, i quali soprattutto in questo frangente sembrano attingere a piene mani dagli Iron Maiden.

Con “Without Glory” i Nostri continuano a creare atmosfere dal sapore epico ed imperioso, anche se il brano in questione sembra non godere del giusto mordente, risultando poco convincente ed ispirato. Un po’ azzardata la scelta di proporre un brano strumentale come “Escape!”, sembra non essere in linea con il mood generale dell’Ep e non presenta contenuti tecnici tali da lasciare l’ascoltatore a bocca aperta. Non ce ne vogliano i musicisti, perché le loro doti ben si adattano al genere proposto, ma si avverte la necessità di un’ulteriore maturazione. Chiudono la tracklist “Good Razor”, che si inserisce nel solco delle precedenti, e la già citata cover di “Necropolis” dei Manilla Road.

Il sound dei Deed non è da bocciare, la loro energia è da premiare, anche se le soluzioni compositive sono comunque debitrici nei confronti della tradizione Heavy Metal/Hard Rock; da curare anche i suoni e la produzione in generale. La band è genuina, questo appare chiaro, con tanta voglia di suonare la musica che a loro piace di più, per questo il consiglio è quello di affilare le armi e tornare alla carica