Dalle terre d’Arabia ai sentieri colorati dai fiori di ciliegio in Asia… Ma sì! Mettiamoci un po’ di romanticismo al power/thrash dei Deimos, band di Pavia alle prese con il full-lenght “Beyond“. Un album che per i Nostri vuol dire innanzitutto scucirsi di dosso la pesante etichetta di cover band, non che fosse un intralcio, ma di sicuro il passato tributo ai Gamma Ray di cui la band ha dato prova, poteva essere un limite. Ecco… quel limite è stato prevaricato. Si è andati oltre, “Beyond” appunto.
Con questo lavoro capiamo dunque qual è la strada che i Deimos vogliono percorrere, anche se è difficile riuscire a tracciare un profilo identitario ben preciso. Questo perchè il genere power è sicuramente predominante, ma non vengono disdegnati indirizzi che portano al più puro heavy metal, fino a sfociare in alcune tracce, addirittura nel thrash. C’è tempo per decidere, c’è tempo per affibbiare una nuova etichetta alla band, anche se non credo che sia questo ciò che davvero vuole. L’impressione è che i Deimos vogliano innanzitutto fare musica, dimostrare quanto siano bravi con i rispettivi strumenti e quanto il cantante Andrea Serafini riesca a fare quello che vuole con la sua voce, risultando eclettico sia in termini di estensione che di timbrica.
Ma non solo! Per quest’album, i Deimos hanno potuto contare anche su amici di tutto rispetto che hanno conferito ad un lavoro già di per sè qualitativamente valido, un’impronta ancor più interessante.Ne è una dimostrazione “Collapsing Core“, traccia strumentale, dove ci si leva il cappello dinanzi alla chitarra di Riccardo Piroli, ma scusate, anche davanti a quella che sembra essere una clinic di batteria ad opera di Massimo Goletti: davvero bravo.
Ma i veri Deimos sono quelli della titletrack (da lì abbiamo preso lo spunto delle terre d’Arabia), quelli di “Our Place To Be” e, soprattutto di “On Through The Night” dove, al di là del titolo-omaggio ai Def Leppard, ci si trova dinanzi ad un incalzante heavy metal che, siamo certi, piacerebbe molto a Bruce Dickinson. Il ritmo graffiante viene poi interrotto dall’immancabile ballad, affidata alla voce della guest Paola Gemma (del trio rosa di Alessandria, LeFemme): un petalo di rosa in mezzo ad un ammasso di metallo, un quadro delicato che resta ben impresso. Ed a proposito di “guest”, da sottolineare anche la partecipazione di Luca Marini, frontman dei Blacklisted di Lodi, nella canzone “Dark Times“: un pezzo che dimostra la continua versatilità dei Deimos, capaci di passare dal power, all’heavy e al thrash, contando in questo frangente sulla capacità di Marini di portare anche un po’ di Pantera in “Beyond”, ma anche grazie all’altro guest, Tommy Massara (Extrema) che ci ha messo del suo e si sente.I sentieri colorati dai fiori di ciliegio sono quelli che ci vengono in mente ascoltando l’incipit di “The Three Storms“: una traccia speciale, cucita quasi su misura sulla chitarra dell’ex Savatage Chris Caffery, il cui assolo si prende la scena per buona parte del pezzo.
Insomma, gli ospiti ci sono, le voci ci sono, le idee certo non mancano.
“Beyond” è uno di quegli album da tenere e conservare. Se non altro per capire cosa i Deimos saranno capaci di sfornare la prossima volta.