I Despising Age sanno cosa significa suonare Death Metal, l’Ep “A New Dawn Of Celestial Suffering” ne è una prova tangibile: sei brani di puro Death Old School che elargiscono bastonate dalla prima all’ultima nota.
È un peccato che la produzione non sia delle migliori, sicuramente dei suoni meno impastati avrebbero reso giustizia a composizioni molto potenti ed aggressive, che non lasciano spazio al benché minimo attimo di respiro. Il prezzo più alto è pagato dalla batteria, che necessiterebbe di maggiore consistenza, mentre chitarre, basso e voce sono sì migliorabili, ma comunque di buon livello. Il Death Metal di stampo americano è l’elemento fondante del sound dei Nostri, alternando passaggi veloci e nervosi ad altri più ragionati e cadenzati, che spezzano il ritmo e conferiscono più dinamicità alle composizioni.
Il riffing dei due chitarristi David Pizzuti e Russell Knobel non è particolarmente articolato, ma ben si adatta allo stile proposto e può far leva su soluzioni azzeccate sia nelle parti veloci, che in quelle più pachidermiche. Ad eccezion fatta per l’opener “Verge Of Ending” che dura poco più di due minuti e mezzo, le restanti tracce vanno ben oltre i cinque minuti, potrebbe palesarsi il rischio di noia e cali di tensione, ma i Despising Age sono in grado di evitare tutto ciò, con variazioni e cambi di tempo.
Inutile citare un brano piuttosto che un altro, dal momento che “A New Dawn Of Celestial Suffering” si attesta su livelli costantemente elevati, pur presentando qualche peccato, soprattutto in “Basement Torture Killings”, nella quale durante la parte solista della chitarra c’è qualcosa della batteria che non “suona” come dovrebbe.
Attendiamo i Despising Age alla prova sulla lunga distanza, confidando in una produzione migliore ed in una maggiore cura dei dettagli.