Una band non adatta ai veg, visto che di carne a cuocere ce n’è continuamente tanta sul braciere dei Die Trying!
Tanta come i generi che vengono mescolati e proposti al pubblico da parte dell’Infernal Southern Hardcore band di Milano che ha da poco pubblicato l’EP “Blues For The Cursed” (la recensione).
L’intervista:
Ciao ragazzi, benvenuti su Metal In Italy. Come di consueto iniziamo con le presentazioni: chi sono i Die Trying e quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera?
Ciao a tutti, i Die Trying sono cinque solid metalheads provenienti da diverse bands del circuito milanese. Alla fine del 2013 è uscito il primo ep “s/t” e qualche mese fa il secondo ep “Blues For The Cursed”.
Il vostro sound ha una matrice marcatamente Southern, ma ci sono tante altre influenze. Come siete arrivati a forgiare lo stile che vi contraddistingue?
L’idea iniziale era quella di creare una band in stile Cancer Bats di cui siamo accaniti fans, poi dopo aver macinato concerti/prove il sound della band si è evoluto facendo entrare in totale scioltezza influenze southern, black metal, hardcore e punk.
Quali sono i vostri ascolti? Provenite da esperienze differenti, che sono confluite nei Die Trying?
Gli ascolti nella band si basano su metal e rock, ognuno ha sempre da dire la sua in fatto di gusti e spesso ci si scontra in maniera amichevole tra cosa è “vecchio” e “nuovo”.
Per quanto riguarda le esperienze precedenti ai DT, abbiamo tutti dei buoni curriculum di avventure che spaziano dal nu-metal/metalcore/hardcore/rock.
“Blues For The Cursed”, perché questo titolo? Tra l’altro ho notato nella ghost track una notevole componente Rock/Blues…
Sarò onesto, il titolo l’ho sentito dire da Ale (cantante) e ho subito pensato che sarebbe stato il modo migliore per descrivere l’attitudine del songwriting che ha portato alla nascita dei brani dell’ep nei quali si sente una buona influenza southern condita da una remota spruzzata di blues farcita di sana malignità.
La ghost track è la cover di “Folsom Prison Blues” di Johnny Cash, tre accordi e pedalare che sono andati immediatamente d’accordo con il nostro sound.
Al di là dell’energia che trasmettete, dall’ascolto dell’Ep emerge una grande sintonia tra di voi, immagino che dal vivo le vostre esibizioni riescano a coinvolgere non poco il pubblico. È così?
Le prime esibizioni erano molto più timide rispetto ad ora ma dipende sempre e soprattutto dal pubblico. Ci è capitato di suonare davanti ad una discreta folla o davanti ad una manciata di persone, il segreto è quello di far divertire i presenti e portare solo positività nel nome del metal
Avete scelto di pubblicare un Ep, perché sei tracce e non un album intero?
Al momento abbiamo all’attivo due ep, ci piace questa strada perchè riteniamo sia un modo più diretto per non annoiare il pubblico nonostate ci piaccia ascoltare album per intero.
Inoltre c’è un concept di artwork legato ai lavori, il nostro fedele boy scout vs. creature mostruose.
Ma chi può dirlo, se riusciremo a scrivere più di sei/sette canzoni di qualità sarà la volta buona che esca un album.
Quando vi siete ritrovati a comporre i brani immagino che abbiate pensato anche a chi avrebbe ascoltato la vostra musica, i Die Trying hanno un pubblico definito o pensate che la vostra proposta musicale posso abbracciare un’ampia fetta di persone?
Beh sicuro il nostro obiettivo è quello di far apprezzare la nostra musica a tutti anche a chi non ha mai ascoltato un sound estremo. Nei recenti shows ho visto svariate tipologie di ascoltatori e finchè non ti lanciano roba sul palco tutto va bene ahahah.
Scherzi a parte, sarebbe bello poter arrivare ad una fetta più ampia di pubblico e magari con questa formula e il giusto supporto qualcosa si potrà ottenere!
Parliamo dei vostri progetti futuri: cosa bolle in pentola? Ci sono delle novità in arrivo nei prossimi mesi?
Più che bollire in pentola direi carne sul fuoco eheh, attualmente ci farebbe piacere pianificare altri concerti che sono l’ingrediente principale che tiene viva la band. Stiamo già scrivendo del nuovo materiale con l’intenzione di entrare in studio dopo l’estate e pubblicare un nuovo lavoro.
Bene ragazzi, l’intervista è conclusa. Vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso, lascio a voi il compito di concludere questa chiacchierata con un messaggio per i nostri lettori. A presto!
Grazie a te per lo spazio concesso su Metal In Italy e per l’ottima recensione. Se vi piace la nostra “RIFFERIA” continuate a supportarci, cercheremo di non deludervi!