Il prossimo 29 febbraio sarà possibile scaricare dallo store per smartphone la app di Discogs, ovvero il marketplace di vinili che ne permette la vendita e/o l’acquisto.
In pratica, il mercato del vinile sbarca ufficialmente sulle piattaforme digitali, creando così un filo diretto ed immediato con la ricerca dell’oggetto del desiderio per eccellenza degli amanti della musica.
Come tutti i mercati digitali, però, anche l’app Discogs presenta i suoi rischi in termini di affidabilità del compratore o del venditore, ma la questione che si solleva è un’altra: non sarà questo il colpo di grazia per quei superstiti che ancora, e coraggiosamente, vendono dischi?
Sarà che sono tra coloro i quali si emozionano quando varcano la soglia di un negozio di dischi, che giocano con pollici ed indici nello sfogliare i preziosi incartati e che poi sollevano con delicatezza il prescelto come se fosse di cristallo. Il tatto, la vista… ma anche l’olfatto. Quel profumo che guida la scelta e che rende quindi l’acquisto di un vinile un’esperienza multi sensoriale.
In un mondo che ormai è diventato completamente digitalizzato (anche la pizza è ordinabile via smartphone) certo non stupisce che anche il mercato musicale si sia spostato sulle app e probabilmente, da un certo punto di vista, questo può contribuire anche ad una ripresa delle vendite, ma mi chiedo se non sia l’ennesima arma a doppio taglio, dove il coltello dalla parte del manico lo ha la pigrizia. Così anche quel piccolo spazio che fino a ieri era riservato alla condivisone di esperienze (chiedere al commesso del negozio se c’è quel disco in particolare ed iniziare a parlare di musica a 360°… a chi non è capitato…) rischia di essere cancellato.
Non sarà questo il problema principale della musica. La crisi del settore non parte certo da qui. Ma una riflessione resta comunque d’obbligo.
Almeno i vinili… lasciatemeli vivere.