Di poche parole, ma forse questa loro scarsa loquacità è l’ennesima prospettiva dalla quale guardare una band che risulta interessante sotto molto punti di vista, musicalmente parlando.
I Dissidio con il loro “Thisorientamento” (recensione) ci hanno colpiti per la loro genialità e forse il segreto sta nel gatto che questi ragazzotti calabresi hanno capito davvero cosa fare della musica.
L’intervista:
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Come di consueto iniziamo con le presentazioni: chi sono i Dissidio e come nascono?
Ciao! I Dissidio nascono dall’esigenza primigenia di voler comunicare, in secondo luogo di voler comunicare qualcosa, in terzo luogo di volerlo comunicare in un certo modo.
I Dissidio oltre ad essere una band musicale, è una cosa che ci fa star bene.
Recentemente abbiamo parlato del vostro album “Thisorientamento”, io vi ho trovati geniali, perché siete riusciti a creare brani accattivanti, con riff carichi di groove, ma avete curato molto anche i testi. Come siete giunti alla formulazione del vostro sound?
Grazie mille. Come siamo arrivati a ciò che siamo oggi non sapremmo spiegartelo, ci siamo arrivati sicuramente suonando, scrivendo, sperimentando, sbagliando, così è uscito fuori ciò che puoi sentire nell’album.
Per rimanere in tema, un brano dei Dissidio nasce dall’idea del singolo o tutto il processo include dall’inizio alla fine un lavoro di squadra?
Mah, alle volte arriva il singolo con un giro, una melodia, una bozza di qualcosa, alle volte nasce tutto in saletta, insieme.
I testi sono una componente fondamentale di “Thisorientamento”, quali sono i temi trattati? Perché la scelta di cantare in italiano? Non credete che possa penalizzarvi a livello internazionale?
I temi trattati sono temi che riguardano la quotidianità di chiunque, nulla di speciale se non nella specialità dell’essere trattati, magari in un certo modo.
Lo scrivere e dunque il cantare in Italiano deriva dal fatto che siamo in Italia e più che pensare a ciò che ci potrebbe penalizzare pensiamo al voler comunicare qualcosa nella maniera più spontanea e diretta possibile. Poi in inglese siamo tutti e tre delle capre, con tutto il rispetto per il mondo bovino.
Nel corso del 2015 avete pubblicato una lunga serie di video, mai banali e sempre contestualizzati. Ritenete che l’espressione attraverso le immagini sia complementare alla musica che proponete?
Ti ringraziamo nuovamente. Beh, è complementare per noi, poi ognuno ha il suo immaginario, noi lavorando insieme al regista Mario Vitale, che conosce molto meglio di noi il linguaggio cinematografico, abbiamo tolto fuori una possibile interpretazione visiva dell’album, che è nostra. Il fatto che siamo stati noi a comporla non ci mette in nessuna posizione privilegiata, siamo al contempo spettatori di ciò che abbiamo creato per cui la nostra visione è assolutamente opinabile.
Tra l’altro nell’ultimo video c’erano anche le scene del set che avete utilizzato per la copertina. Ho interpretato l’artwork un po’ come la vostra proposta musicale: a seconda di come la guardi assume una prospettiva differente. Cosa rappresenta l’immagine di copertina?
È una molto bella interpretazione.
Beh si, tutto dipende dai punti di vista, non solo riguardo noi, ma riguardo tutto e tutti: se un cappello lo poggi al contrario per terra diventa un contenitore, se una sedia la metti su un tavolo diventa un’opera d’arte contemporanea, eppure quello è solo un cappello e quell’altra è solo una sedia messa nel posto sbagiato. Dipende tutto da noi e da che lato della realtà siamo abituati a guardare le cose.
Voi siete molto attivi anche sul fronte live, quale dimensione si addice ai Dissidio? I chilometri macinati in auto, il palco, il pubblico, o la “quiete” dello studio di registrazione?
Come tutti anche noi andiamo a periodi, ma probabilmente la dimensione “palco” è quella che più ci piace.
Promuovere un album non è facile, attualmente ci sono centinaia di band che sfornano dischi, è facile perdersi nel calderone delle proposte. Qual è la vostra formula per farvi conoscere?
Eh, è banale, ma probabilmente la formula migliore è quella d’essere se stessi nel miglior modo possibile, è l’unico modo per “distinguersi”, proporre il proprio, ma per davvero.
Con l’anno nuovo quali sono le attività che avete in programma? State già lavorando a qualcosa di nuovo?
Nel 2016 continueremo il “Thisorientamento in tour” che ci porterà a suonare ancora in giro per i club di tutta Italia, nel 2017 inizieremo a lavorare a qualcosa di nuovo.
Grazie ragazzi per il tempo che mi avete concesso. Lascio a voi l’ultima parola per lasciare un messaggio ai nostri lettori. A presto!
Grazie a voi per l’interesse e per il modo in cui ci supportate, ve ne siamo molto grati!
Un saluto a tutti i lettori di Metal in Italy, ciao!