Gli Exhumind sono una band giovanissima, per formazione ed età dei membri che ne fanno parte, ma dimostrano di avere idee ben chiare riguardo a quello che deve essere il loro percorso musicale.
Il gruppo nasce nel 2012 da un progetto del chitarrista Luca Balloriani e del bassista Claudio Rossi, ai quali si aggiungono successivamente Alessio Santini (chitarra), Giorgio Mearelli (batteria) e Cinzia Traballoni (voce), mettendo insieme influenze diverse che provengono da Rock, Metal, Death, Punk e Thrash, riescono a forgiare un sound abbastanza personale.
Pur commettendo piccoli peccati veniali in fase compositiva ed in qualche frangente anche dal punto di vista esecutivo, i Nostri pubblicano nel Maggio del 2014 un demo omonimo (“Exhumind“) composto da tre pezzi, per una durata di circa undici minuti, difficile pertanto dare un giudizio complessivo, ma l’impressione è comunque quella di essere davanti a cinque ragazzi che sanno il fatto loro. Volendo classificare il sound degli Exhumind, si potrebbe far riferimento ad un Modern Metal con decise sfumature Hard Rock, il loro punto di forza è sicuramente la voce della singer Cinzia, buona la sua estensione vocale, così come timbro e stile, sebbene in quest’ultimo caso si evince una certa somiglianza con Anneke van Giersbergen, sicuramente non da disprezzare, mentre in alcuni passaggi emerge una versione femminile di Myles Kennedy degli Alter Bridge.
Ad aprire le danze ci pensa “Join Your Pain”, brano introdotto da un riff di chitarra clean, che subito dopo viene rafforzato dalla componente distorta, il cui suono appare un poco freddo e sottile, ma comunque in linea con lo stile del gruppo, perché ovviamente ad ergersi su tutti non poteva che esserci la parte vocale. Il brano è sicuramente interessante nel refrain, perde un po’ di personalità nelle altre strofe, ma rimane comunque un buon pezzo. “Destiny Of Man” è decisamente più aggressiva, i riff sono più mordenti ed abrasivi, buoni gli arrangiamenti e la sezione ritmica, si avverte la mancanza di una variazione ben decisa, per spezzare il ritmo del brano, sebbene in questo caso la presenza della parte solista di chitarra, nella parte conclusiva, contribuisce a creare più dinamicità. E’ nella conclusiva “Exhumind” che il combo di Fabriano tira fuori gli artigli ed assesta un buon colpo, tutti i musicisti svolgono egregiamente il loro lavoro, dando vita ad una traccia molto interessante, le doti canore di Cinzia vengono qui particolarmente sottolineate, soprattutto nelle battute finali. Peccato per la parte introduttiva che richiama decisamente l’opening track “Join Your Pain” e l’assenza di una parte solista.
Dal punto di vista del lavoro svolto dalle chitarre, è auspicabile una maggiore cura dei particolari, e soprattutto una maggiore complicità che si traduce in fraseggi diversificati per i due axemen, troppo spesso eseguono le stesse parti, mentre arricchire il tappeto musicale con voicing e melodie varie avrebbe conferito ai brani una resa migliore.
Ottimo inizio, non c’è che dire. Attenderemo fiduciosi la prossima release.