Non ci nascondiamo dietro ad un dito: a noi, Giacomo Voli è piaciuto. Abbiamo lasciato ogni tipo di pregiudizio da talent ed abbiamo recensito il suo EP “Ancora Nell’Ombra” perchè crediamo valga la pena darci un ascolto, se non altro per capire che 1) la musica italiana non è solo sole-cuore-amore e che 2) se un contesto di immediata visibilità riesce ad essere una spinta per un cantante che ha capacità, allora viva Dio.
Valeva la pena approfondire anche questo discorso con il buon Jack.
Ecco l’intervista:
Ciao Giacomo e benvenuto sulle pagine di Metal In Italy!
Ciao a tutti e grazie per la vostra disponibilità!
Comincerei innanzitutto dal moniker “Jocker”. Perchè ti accompagna? Chi è Joker e chi è Giacomo?
Hahaha! Il Joker è un personaggio interessante, mi riferisco all’antagonista di Batman naturalmente… Dice ciò che pensa. Ma è cattivo… una sorta di artista incompreso! E poi mi piaceva il gioco tra “Jack” (nomignolo col quale convivo da sempre) e “Rocker” (quale mi sento nel profondo dell’animo!)
Com’è cambiata la tua vita nell’ultimo anno?
Diciamo che adesso viaggio molto… è forse l’unica parte “pesante” di questa vita, ma in fondo amo vedere nuovi posti e conoscere nuove persone! Tanti concerti e tante persone rimaste dopo la mia esperienza televisiva.
Parliamo di “Ancora Nell’Ombra”, questo EP di ottima fattura che non fa altro che confermare l’idea generale che ci si era fatti di te. Mi chiedo innanzitutto due cose: la prima è come mai la scelta di un EP e la seconda come mai è un’autoproduzione?
Le parole-chiave sono “PURTROPPO” e “PER FORTUNA”. Purtroppo l’autoproduzione è stata l’unica soluzione possibile visto che non c’è stato interesse da parte delle major nel produrre un mio eventuale lavoro, e sempre purtroppo la scelta del numero esiguo di brani è dovuta ai tempi e ai costi che ha avuto la realizzazione di “Ancora nell’Ombra”.
Per fortuna però il tutto è stato possibile anche grazie al contributo diretto dei fan, che in segreto mi hanno regalato una cifra che è servita per pagare parte delle spese! Sempre per fortuna posso dire che questo lavoro non sarebbe stato possibile grazie a loro, che mi hanno dato la forza di credere in ciò che posso dare con la mia musica e la mia voce.
Quale messaggio veicola – e a chi è indirizzato – il senso che si coglie dalla canzone “Il Vento Canterà”?
In molti credono sia uno sfogo diretto dovuto al “post-The Voice”… non solo ecco, diciamo che è una forma di ribellione nei confronti di chi ci usa, e può essere reinterpretato da ogni ascoltatore nel modo che preferisce.
Nell’EP sono presenti due cover. La prima è una sorta di pietra miliare nella musica italiana: “Impressioni Di Settembre” della PFM. Perchè proprio questa canzone?
Questo pezzo è stato scelto soprattutto per gli apprezzamenti che ho ricevuto grazie all’interpretazione che ne ho dato a The Voice 2014, ma è sempre un piacere per me cantarlo già da quando l’ho conosciuto durante l’adolescenza… è la dimostrazione di come il rock e l’italiano possano convivere serenamente!
Poi la scelta è ricaduta anche su “Can’t Find My Way Home”. Nella recensione ho sottolineato come il tuo approccio a questa cover sia stato più sullo stile Winwood piuttosto che quello alla “Clapton-maniera” (avendola entrambi proposta singolarmente, pur facendo parte dello stesso supergruppo, Blind Faith, ndr.). Ti ritrovi in questa descrizione?
Certo =) mi ritrovo soprattutto perchè, come dico sempre, suono molti strumenti… e tutti MALE! =)
Scherzi a parte, mi piace suonacchiare la chitarra, e questo pezzo è uno di quelli che comunque riesco a performare in scioltezza, me lo sento addosso…
Inoltre in questa cover è possibile ascoltarti in inglese, dopo aver preferito di cantare in italiano. In quale contesto espressivo – dal punto di vista meramente idiomatico – ti ritrovi di più?
Penso che siano due dimensioni diverse, con qualità diverse… l’italiano resta la lingua con la quale penso, d’altra parte l’inglese permette di essere più musicali. Mi piacerebbe conservare entrambe! Come molti artisti che ammiro hanno saputo fare, Zucchero, Elisa…
E’ notizia di pochi giorni fa il tuo ingresso in line up del Banco Del Mutuo Soccorso. So che l’hai spuntata tra tanti candidati. Com’è nata questa collaborazione?
E’ nata grazie alla testardaggine di Giancarlo Amendola, manager attuale del Banco (e di moltissimi grandi artisti italiani) che mi ha ascoltato attentamente durante il Talent di Rai2 e mi ha contattato per chiedermi se mi avrebbe fatto piacere poter sostenere un provino con loro… Inutile dire che ne sono stato davvero onorato, ed eccoci qua!
Che progetti ci sono col “Banco”?
Sicuramente parteciperò alle date di quest’anno, dividendomi le parti vocali assieme al grandissimo John De Leo, Margary Signorino e naturalmente il grande Vittorio Nocenzi, tastierista e compositore delle musiche del Banco.
So che è iniziata per te la stagione dei Live. Sarà un’estate abbastanza impegnativa, vero?
Per fortuna sì! Sono molto contento e per ora i live che ho affrontato mi hanno dato ottime risposte!
In Sardegna, dove abbiamo affrontato un doppio live, c’erano davvero tantissimi fan!
Quali invece i prossimi passi nel “progetto Giacomo Voli”?
Con la mia band ci concentreremo sui concerti dell’estate e nel mentre stiamo programmando un periodo di “brainstorming” per creare i pezzi che formeranno un futuro album.
Ultima domanda e forse un po’ te l’aspetti. Molto spesso mi sono ritrovata a raccogliere le confessioni di musicisti che hanno avuto sempre da ridire sulle partecipazioni ai talent show. Non ti nascondo che molti (se non tutti) accusano i talent di essere semplici calderoni che non offrono spunti per il futuro e che in qualche modo intralciano i piani di chi continua a girare per locali senza la chance della notorietà che può dare un contesto del genere. Tu che hai vissuto l’esperienza del talent, che continui a vivere l’esperienza dei live nei locali e che continui per la tua strada, cosa ti senti di dire in merito?
Che è vero… d’altra parte, chi mi conosce lo sa, non considero il talent come una soluzione… io sono stato anche troppo fortunato, perchè ho potuto conservare la mia personalità, cantare il mio genere, non sono stato snaturato insomma. Questo talent in particolare comunque non dà aiuti, se non quello di poter godere della visibilità televisiva… perciò, col senno di poi, la soluzione secondo me è partecipare avendo già un progetto da poter pubblicare e far ascoltare. E’ solo questo, visibilità.
Condivido il fatto che questi programmi stiano distruggendo la musica… ma nel mio caso mi ha dato una mano, e mi ha permesso di poter eseguire dal vivo un genere che altrimenti viene sempre snobbato…
L’intervista è finita Giacomo. Grazie del tuo tempo e “in bocca al lupo” per i tuoi progetti. Le ultime parole sono per te…
Crepi il lupo oppure… GRAZIE! A seconda del significato che si attribuisce al detto =)
forse preferisco quello della mamma lupa che porta i piccoli in bocca per proteggerli e metterli al riparo 😉
Gazie a voi! Spero che presto i miei sforzi vengano riconosciuti, anche se “gioco” con un genere che storicamente non viene abbinato alla nostra lingua… vedremo se il tempo mi darà ragione!
Domanda Off Topic – Ma Suor Cristina, secondo te, quando fa il gesto delle corna… sa di quale Dio parliamo?
Mah… che sia il “Dio” che ha ispirato tanti cantanti? Long live rock n roll!!!!