«Gli S.O.D. furono un esperimento sociologico. Leggevo spesso il giornale Maximum Rock and Roll e c’era sempre gente, tipo Jello Biafra dei Dead Kennedys, che sparava a zero sulla scena di New York dicendo che eravamo tutti fascisti.
Pensammo: “Ok, facciamo come dice la canzone di Bonnie Raitt: “Diamogli qualcosa di cui parlare”. Così ci divertimmo a esagerare un po’, dicendo una serie di stronzate a cui in realtà non credevamo neanche noi, perché pensavamo che sarebbe stato uno spasso vedere come reagivano le persone.
Partì quindi tutto da uno scherzo, solo che poi la cosa prese piede sul serio. Il fatto è che ero stato io a uscirmene con quell’idea, e non desideravo che fosse una band reale. Io una band vera ce l’avevo già, e alla fine gli S.O.D. divennero tutto ciò a cui ero contrario. Cantavamo Speak English Or Die e Fuck the Middle East, un sacco di gente travisò la cosa pensando che dicessimo sul serio… ma non era assolutamente vero».