Gli Hell In The Club sono una delle più energiche Hard Rock band italiane, è da poco uscito il loro secondo album “Devil On My Shoulder”, un disco che sta ottenendo davvero grandi consensi di pubblico e critica, Davide Damna Moras, cantante del gruppo, ci ha parlato di questa nuova fatica.
Ciao Davide, innanzitutto grazie per l’intervista che ci concedi e benvenuto sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo subito a parlare di “Devil On My Shoulder”, è il secondo album per gli Hell In The Club, sei soddisfatto del risultato ottenuto?
Ciao Stefano, grazie mille per ospitarci su Metal in Italy. Apprezziamo moltissimo il vostro progetto, era ora che qualcuno si dedicasse alla musica rock e metal made in Italy. Molte testate trattano le band nostrane come fossero delle realtà minori di fronte al panorama internazionale e fa molto piacere vedere che invece qualcuno non la pensa così. È confortante eheh! A parte la premessa, si, finalmente parliamo di “Devil on my Shoulder”, un disco che ha sofferto una lunghissima gestazione ma che finalmente è uscito. Siamo molto soddisfatti del risultato anche se effettivamente valutare un disco che abbiamo preparato tanti mesi or sono è sempre difficile. Mi affiderò quindi alla sensazione avuta dopo aver ascoltato le canzoni finite o subito dopo aver sentito il super lavoro di Simone Mularoni al mix…e, si, devo dire che il disco ci piace molto! Come sempre è un disco molto spontaneo e scritto e suonato per il puro piacere di farlo, quindi siamo sicuramente molto soddisfatti.
State suonando molto in giro per l’Italia, immagino che stiate proponendo già delle tracce del nuovo album, come vi sembra la risposta del pubblico?
A dire il vero abbiamo proposto solo “Proud” la canzone del lyric video un paio di volte e la reazione del pubblico è stata davvero entusiasta. Ci prepariamo per il 29 novembre quando, in occasione del release party del disco, proporremo per la prima volta la nuova scaletta!
Parliamo della realizzazione di questa nuova fatica, in quale studio avete registrato il tutto? Che aria si respirava nelle fasi di registrazione?
Abbiamo registrato anche questa volta agli Authoma di Alessandria, gli studi di Fede Pennazzato il nostro batterista. Per quanto riguarda il mix e il master invece abbiamo deciso di avvalerci del contributo di Simone Mularoni nei suoi Domination Studio. L’aria che si respira in studio realizzando un disco degli HITC è sempre iper positiva. Siamo amici che lavorano ad un progetto comune che ci appassiona moltissimo quindi alla fine è sempre un piacere. Ovviamente ci sono anche i momenti difficili o comunque impegnativi perché prendiamo le sessioni con grande serietà, ma fa parte del gioco! 🙂
Dal punto di vista compositivo, chi è la mente della band? Oppure possiamo considerare le tredici tracce il frutto di una cooperazione in team?
In verità negli HITC si parla di vero e proprio gioco di squadra. Inizialmente ognuno di noi lavora alle proprie idee, ma poi ci ritroviamo sempre a valutare tutto assieme in sala prove oppure via mail dal momento che io abito a circa 400 km di distanza dagli altri.
Stilisticamente i membri del gruppo provengono da esperienze musicali diverse tra loro, come mai la scelta di formare gli Hell In The Club e conferire a questo progetto un preciso indirizzo musicale? In che misura sono rientrati in questa scelta i vostri gusti musicali?
Per anni ANDY ha provato a creare la band rock perfetta – o che insomma suonasse questo tipo di musica per come la intendeva lui – ma senza grande successo, vuoi per le persone coinvolte, vuoi per gli impegni. Fino al 2009, anno in cui ci ha riprovato con PICCO e FEDE, e anno in cui per la prima volta Elvenking e Secret Sphere si sono ritrovati sullo stesso palco. Lì ci siamo conosciuti ed è subito nato un bel rapporto. Una volta scoperta la comune passione per il rock e l’hard rock, generi musicali con i quali siamo letteralmente cresciuti e sui quali abbiamo fondato le nostra fondamenta di musicisti, Andy mi ha chiesto di provare a cantare qualche pezzo, per vedere se fosse possibile riuscire nell’impresa di dare finalmente luce a questo progetto. Tutto è andato alla grande ed ecco qui gli HELL IN THE CLUB! 🙂
Personalmente ho apprezzato ognuna delle canzoni, perché sono tutte dotate di personalità, hanno dei punti di forza che fanno perno sull’energia, sugli arrangiamenti molto curati e melodie molto orecchiabili. Quali sono a tuo avviso quelle che meglio rappresentano il sound degli Hell In The Club?
Mi fa piacere che tu dica questo ed è infatti una delle cose a cui più teniamo. La personalità, gli arrangiamenti, le melodie, l’energia…sono tutte cose importantissime suonando un genere come questo, dove ormai è stato detto e fatto tutto ed è veramente difficile confezionare della buona musica che risulti poi fresca ma soprattutto credibile. Siamo molto soddisfatti dal momento che moltissime persone ci stanno facendo notare questa cosa. Significa che abbiamo centrato l’obiettivo e questo ci rende davvero felici!
“Devil On My Shoulder”, è nata prima la traccia o il titolo dell’album? In ogni caso, come mai la scelta di questo titolo? Tra l’altro è una di quelle che rimangono maggiormente impresse nella mente, grazie ad un ritornello davvero azzeccato.
E’ nata prima la canzone! Parla del diavoletto “maligno” che ognuno di noi ha sulla spalla 🙂 Dicono che sarebbe meglio non ascoltarlo ma noi in questa canzone parliamo di quanto sia divertente non pensare alle conseguenze ogni tanto e lasciarsi andare, per quanto sia magari poco corretto o poco sano farlo! E’ un po’ il concetto che sta alla base di questa band e di questo disco –ed è per questo che lo abbiamo chiamato così-. Siamo qui per stare bene, per divertirci, senza troppi pensieri.
Scrivere tredici canzoni che, pur mantenendo inalterato lo stile della band, sono tutte perfettamente riconoscibili, perché dotate di elementi e tratti distintivi che le rendono di facile assimilazione, come siete riusciti ad ottenere questo risultato?
La composizione è stata molto istintiva in realtà ma poi per forza ci abbiamo lavorato su cercando di dare ad ognuno dei nostri pezzi un tocco unico e un feeling personale. Credo che la lunga gestazione dovuta dagli altri nostri impegni ci abbia aiutato in questo, facendoci magari ragionare un pochino di più sulle canzoni di questo Devil on my Shoulder.
Quali sono le differenze rispetto al precedente album?
Credo una maggiore esperienza (non si finisce mai di imparare!!) e un maggior affiatamento fra di noi. Abbiamo passato praticamente due anni fianco a fianco dopo l’uscita del primo disco e questo ci ha dato modo di unirci ancora di più sul piano personale. Anche le moltissime date live ci hanno dato una maggior consapevolezza come band.
Considerando il fatto che tu sei costantemente impegnato con gli Elvenking, come riesci a conciliare le due band? Mi riferisco sia alla fase di scrittura dei brani che di organizzazione dei live.
Si tratta di essere organizzati e il più professionali possibile. Effettivamente ci è voluto un po’ per far uscire questo nuovo disco degli Hell in the Club, proprio per far fronte a tutti gli impegni e per potersi dedicare anima e corpo a un unico progetto alla volta senza accavallare le cose e quindi trascurare una o l’altra band.
Soddisfatto dal lavoro svolto dalla Scarlet Records?
Moltissimo; sin dal primo giorno in cui ci siamo incontrati a Milano per chiacchierare degli HITC. Siamo sulla stessa lunghezza d’onda; al giorno d’oggi è veramente difficile trovare persone serie ma soprattutto entusiaste con cui lavorare e questa è stata per me la maggior sorpresa una volta iniziata la collaborazione con Scarlet. Dimostrazione di questo è l’attenzione con cui stanno trattando la nostra release, vedi il promo day che abbiamo fatto un mesetto fa. Promozione vera, alla vecchia, come piace a noi eheh!! 🙂
Siamo giunti alla fine di questa intervista, quali sono i progetti futuri degli Hell In The Club? E quelli tuoi personali?
Per gli Hell in the Club ora ci sono all’orizzonte tanti live e ovviamente tanta voglia di salire sul palco e di portare in giro le nuove canzoni il più possibile. Come altro obiettivo senz’altro c’è la voglia di scrivere materiale nuovo sperando di accorciare il tempo di attesa tra questo e il prossimo disco!
Io parallelamente sono impegnato con Elvenking nella promozione di “The Pagan Manifesto” disco uscito a maggio di quest’anno. Insomma si prospetta un bell’anno di concerti!! 😉
Grazie mille per il tempo che hai concesso a Metal In Italy, ti ringrazio per la disponibilità e vorrei che fossi tu a concludere l’intervista, lasciando un saluto ai nostri lettori.
Grazie ancora a te e a Metal in Italy tutta. Invitiamo i lettori ad ascoltare il nostro nuovo disco. Troverete sul nostro sito www.hellintheclub.com oppure sulla nostra pagina ufficiale di Facebbok www.facebook.com/hellintheclub tutte le coordinate per poterlo fare! Un grazie di cuore a tutti e ci vediamo presto…on the road!!!!! 🙂