Home Interviste Hellish God: “Tecnica ed attitudine al servizio del Death Metal”

Hellish God: “Tecnica ed attitudine al servizio del Death Metal”

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Lo scorso gennaio è uscito per Everlasting Spew Records “The Evil Emanations”, primo album dei Death metallers Hellish God. La band non nasconde le proprie radici, che affondano nel Death Metal degli anni ’90 e 2000, rendendo questo aspetto il punto di forza delle proprie composizioni e dell’approccio tematico.

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo dalle presentazioni: chi sono gli Hellish God? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?

Ciao, innanzitutto grazie per lo spazio che ci stai concedendo. Gli Hellish God nascono per volere di Luigi Contenti e Michele Di Ioia (rispettivamente batteria il primo e chitarra e voce il secondo) nel 2015 con l’intento di suonare death metal estremo e satanico sulla scia delle band Americane-Brasiliane-Polacche che hanno fatto la storia di questo genere. Poco più tardi si unisce Tya già frontman degli Antropofagus e Maindful Of Pripyat e in un secondario momento Stefano Malgaretti al basso, già con importanti esperienze alle spalle tra le fila di Voids Of Vomit e Imposer, di recente invece si è aggiunto alla combriccola al posto del defezionario Michele, Matteo Gresele dagli Ad Nauseam!

Il vostro sound è profondamente legato alle radici del Death Metal anni ’90. Come mai questa scelta stilistica?

Come dicevo prima per via del fatto che la nostra maggiore fonte di ispirazione è il death metal che abbraccia il decennio 90-2000 e tutta la trafila di band che ha contribuito con la propria musica e con il sound a temprare il nostro background.

Rimanendo in tema…pensate che sia necessaria l’innovazione a tutti i costi, o si può essere riconoscibili anche in un genere ben rodato e dai confini netti?

Per come la penso io, ho un pensiero molto chiaro ed integralista a riguardo, uno deve suonare quel che sente dentro di se, e per quel che mi riguarda la musica degli Hellish God è al 100% rasentante la vera natura e la vera attitudine dei membri del gruppo che lo compongono.

“The Evil Emanations”, dal punto di vista concettuale quali sono secondo voi “le emanazioni del male”?

Le tematiche trattate in The Evil Emanations, che poi in generale non sono solo quelle dell’album, ma è l’intero progetto nella sua totale interezza ad essere orientato su temi occulti, parla delle forze spirituali impure del misticismo ebraico, tutto parte dalla Cabala e dalla rappresentazione dell’albero della vita partendo dalle Sephiroth, che sono le emanazioni “divine” la strada per arrivare a dio, loro hanno una contrapposizione oscura, un lato B chiamato Qliphoth appunto le emanazioni malvagie.

Qual è il processo compositivo attraverso il quale sono nati i brani contenuti nell’album? C’è un iter ben preciso che seguite, o lasciate che sia l’ispirazione del momento?

Il processo di composizione dell’album sostanzialmente è molto semplice, ma al contempo ricercato, nel senso, lasciamo molto spazio all’ispirazione del momento perché reputo fondamentale l’istinto e l’approccio primordiale, ma nello stesso tempo reputo fondamentale il feeling con la ricerca di qualcosa che sia il più inerente possibile con le idee già a disposizione, da questo punto di vista siamo difficilmente accontentabili.

Ci sono delle band o album che hanno segnato la vostra formazione musicale?

Sicuramente dischi di Deicide, Angelcorpse, Vital Remains, Rebaelliun,Abhorrence, Krisiun, Morbid Angel, Centurian, Diabolic, Azarath, il sound degli Hellish God è venuto fuori dalla fusione di tutte queste influenze!

Precisione nell’esecuzione e tecnica sono componenti essenziali degli Hellish God, in che modo le capacità dei singoli vengono riversate nel “progetto comune”? Qual è secondo voi la formula per incrementare la coesione all’interno del gruppo?

Le prerogative fondamentali, prima della tecnica, sono l’attitudine e la predisposizione naturale a suonare un determinato genere, forse questo ricopre più del 50% dell’aspetto “progetto comune” come dicevi tu poc’anzi. La tecnica è altrettanto fondamentale perché ti permette di esprimere con linguaggi molteplici, che non risultano monotoni, e nel nostro caso sicuramente è messa al servizio della musica e non fine a se stessa! Almeno questo mi sento in dovere di dire!

Per quanto riguarda la promozione dell’album, ci sono degli appuntamenti da segnare in agenda?

Intanto ci tenevo a ringraziare Giorgio e Tito della Everlasting Spew, hanno fatto un lavoro fantastico, dal punto di vista della promozione sarò sincero: noi puntiamo più alla qualità che alla quantità, penso sia intenzione comune del gruppo quella di concentrare tutte le energie sulle occasioni che arrivano al posto giusto nel momento giusto. Ci siamo tolti già qualche piccola soddisfazione supportando due gruppi che fanno direttamente parte del roster delle nostre influenze come Angelcorpse e Rebaelliun, ma sicuramente nell’anno corrente saremo attivi su questo fronte!

Bene ragazzi, vi ringrazio per l’intervista, a voi l’ulima parola…lasciate un messaggio ai nostri lettori. A presto!

HAIL CHAOS, HAIL CHORONZON, 333.