Sette prove per tirare fuori sei brani intensi e pestati, un ottimo biglietto da visita per i Jussipussi che con “Greatest Tits” dimostrano di essere in splendida forma ed in grado di incendiare palchi e platee.
La formula è quella di uno Stoner Rock prorompente e maleducato, di quelli che ti rovesciano addosso riff granitici che alternano passaggi cadenzati ad altri sostenuti ed indiavolati. I quattro ragazzi di energia ne hanno tanta e non si risparmiano assolutamente, nemmeno quando si lanciano in aperture melodiche che spezzano il ritmo e creano quella dinamicità necessaria per non annoiare l’ascoltatore. Prova di questa attitudine è sicuramente “Warning Sign”, un traccia in cui i Jussipussi si destreggiano tra progressioni di accordi abrasive e parentesi più distese e riflessive.
In primo piano sicuramente la chitarra di Michele Cigna, che determina le sfumature di ogni brano, al pari della voce di Marco Giarrattana, il quale possiede un timbro vocale che ben si adatta al tappeto musicale grazie al suo carattere corrosivo e sfrontato, come nell’aggressiva “Vultures”. Non bisogna comunque sottovalutare il lavoro della sezione ritmica, perché è grazie alla batteria di Francesco Borrelli ed al basso di Antonio Petrotta che le tracce si sviluppano nel migliore dei modi.
Nella biografia vengono citate band quali Queens Of The Stone Age, Mastodon, Clutch e Red Fang, influenze che rispecchiano in pieno lo stile della band e rendono molto bene la loro cifra artistica. Nel citare le composizioni come non annoverare “Explant”, che vede la partecipazione di Giacomo Boeddu degli Isaak, che si impone come una delle più dinamitarde del lotto.
Da uno sguardo d’insieme possiamo dire che si tratta di una release di spessore, genuina ed “in your face”, come è giusto che sia per il genere proposto. Pronti quindi a dimenarsi a suon di chitarre distorte e ritmiche telluriche! “Greatest Tits” è un lavoro maturo, che non può che lasciare ben sperare per il futuro di questa band avrà di sicuro molto altro ancora da dire.