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Keyros: “Equilibrium”

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I Keyros sono giovanissimi, hanno un look vincente, sono di Torino e… peccato che “Equilibrium” abbia solo quattro tracce! Chiariamo subito una cosa, questa non è una critica ma una constatazione dolce-amara: se da un lato ci troviamo di fronte ad EP riuscitissimo, ci tocca ahimè accontentarci di sole quattro canzoni, il problema è che quando sono finite ti resta l’amaro in bocca perché ne vorresti delle altre.

I Piemontesi sono un concentrato dinamitardo di rock tout court, potente, tecnicamente ineccepibile, ruffiano e…ballabile! Quattro canzoni che non staccano mai il piede dall’acceleratore; quando le ascolti puoi scapocciare come se stessi ascoltando del buon metal ma puoi tranquillamente lasciarti trasportare dal ritmo e far muovere tutto il tuo corpo come se ti trovassi nel bel mezzo di una serata disco.

Ma attenzione, i Keyros sono rock al 100% e l’ottima produzione mette in evidenza tutte le peculiarità di un suono dal respiro internazionale: alternative rock, funk, elettronica in un mix che energico è dir poco.

L’Ep si apre con “Killed Brother”, una canzone che ti prende fin dal primo ascolto, ritornello ficcante ed intrecci efficaci tra sinth e chitarre. “Dance” ci mostra l’anima più coraggiosa della band, prima di aprirsi infatti sembra di ascoltare una classica “summer hit” che si balla in riva al mare d’estate; ma niente paura, chitarroni e ritmiche funk sono dietro l’angolo ed il pezzo fuoriesce in un ritmo forsennato che difficilmente vi farà stare fermi durante l’ascolto!

“Wrong Or Just Blind” sembra volerci far respirare un po’ ma in realtà la strofa cupa e riflessiva fa solo da ponte ad un altro ritornello indovinato. E’ qui che si inizia a percepire la sensazione dolce-amara di cui parlavo sopra, quando inizi a gasarti sul serio dopo i primi tre pezzi arriva “Eternal Stranger”, forse il pezzo più bello del lotto, che non fa altro che accompagnarti verso la fine.

In definitiva Equilibrium è un Ep davvero di notevole fattura, ottima la prova di tutta la band anche se mi preme sottolineare il gran talento vocale di Paolo, vero mattatore di questo mini album, una prestazione eccezionale per tecnica ed interpretazione. Promossi a pieni voti, sperando solo che col prossimo album mi facciano passare questa sensazione amara di non avermi fatto gasare per almeno 35-40 minuti di fila!