Folklore ed attaccamento al proprio territorio, in questo caso l’Agro Pontino, sono i caratteri distintivi dei Korrigans, “Ferocior Ad Rebellandum” è il loro esordio sulla lunga distanza e, nonostante alcune pecche dovute ad una necessaria maturazione artistica, risulta comunque un prodotto di buona fattura.
Storie di epiche battaglie riecheggiano nelle liriche cantate rigorosamente in italiano e latino, passaggi in stile marcatamente Black Metal si alternano ad altri più cupi e cavernosi, sostenuti in alcuni frangenti da cori e parti recitate: tutti questi elementi contribuiscono a rendere “Ferocior Ad Rebellandum” un ottimo esempio di Folk Metal nostrano.
Ci sono alcuni aspetti negativi: in primis la resa sonora non è delle migliori, tra tutti gli strumenti sicuramente è la fisarmonica quella che trova maggior spazio, mentre le chitarre sono quelle che vengono a volte penalizzate. Dal punto di vista compositivo, si denota una costanza in termini di soluzioni melodiche, fatto che se da una parte può far sembrare il lavoro poco dinamico, dall’ altra può essere tradotto in una narrazione che mantiene costante il tappeto descrittivo. Soluzioni che fanno riferimento al Metal classico trovano la giusta corrispondenza nella tradizione Folk, che viene rappresentata dalle melodie create dalla già citata fisarmonica.
Ad aprire le danze, espressione azzeccatissima in questo contesto, ci pensa “Proemio”, decantato in latino, e subito i Nostri mettono in campo quello che è l’elemento migliore, ovvero le melodie ricamate dalla fisarmonica, vero perno intorno al quale ruota il sound della band. La narrazione storica inizia con “Latium Versus”, brano che vede da una parte cavalcate di stampo Heavy Metal che si alternano a blast beats più cari al Black Metal, elemento che trova riscontro anche nelle linee vocali. Con “Il Baluardo” sale in cattedra l’elemento Folk che costituisce il fondamento narrativo dei Korrigans. “Bacchanalia” dimostra quanto la band pontina sia fondamentalmente battagliera e con una propensione a tenere alti toni e ritmi. Con “Corbium Capta Est” si delineano invece elementi più cari alla narrazione, come dei moderni menestrelli che decantano storie di tempi antichi, di battaglie sostenute all’ultimo sangue. Nel caso della titletrack “Ferocior Ad Rebellandum” l’incipit è affidato a chitarre acustiche e fisarmonica che elaborano variazioni intono al tema melodico che sarà poi la spina dorsale dell’intero brano.
Sebbene sia auspicabile ridurre la durata dei brani, per guadagnare tanto in freschezza quanto in dinamicità e variazione, possiamo affermare che “Ferocior Ad Rebellandum” sia un buon esempio di Folk Metal, i Korrigans hanno personalità, sono riconoscibili e questo è sicuramente un elemento fondamentale per distinguersi all’interno di un panorama sempre più affollato.