E’ stata fatta talmente grossa che puzza. Nel momento in cui il fenomeno del bagarinaggio ha toccato artisti più “popolari”, la questione è arrivata finalmente all’attenzione e della magistratura e della tv nazionale.
L’ultima inchiesta de Le Iene chiarisce tanti, tantissimi dubbi circa il polverone che da tempo si è sollevato e che investe gli aumenti spropositati dei costi dei biglietti (non necessariamente per concerti).
Che cosa succede nel video de Le Iene?
Matteo Viviani intervista quattro persone chiave. La prima è una dipendente di un sito di bagarinaggio online che scoperchia il vaso. In pratica ammette che siti come quelli per il quale lei lavora sono d’accordo con gli organizzatori degli eventi che, a loro volta, vendono sì i biglietti a Ticketone che ne ha l’esclusiva in Italia, ma li vendono anche al mercato del re-ticketing.
La seconda persona intervistata è Claudio Trotta, in Barley Arts dal 1979. Trotta spiega come invece il processo di vendita biglietti dovrebbe avvenire e cioè: artista ed organizzatore decidono data e location; si decidono i dettagli della messa in vendita dei biglietti che va su Ticketone che ne ha l’esclusiva (almeno fino al 2017), lasciandone una parte in formato cartaceo perchè si mette in conto l’eventualità che si acquisti il biglietto all’entrata direttamente il giorno del concerto. Tutto questo però non avviene, tant’è vero che lo stesso Claudio Trotta all’inizio di quest’anno ha presentato un esposto alla Procura di Milano in cui diffidava alcune società per evitare il fenomeno del secondary ticketing, così come vi abbiamo raccontato in QUESTO articolo auspicando, tra l’altro proprio l’intervento de Le Iene.
Prima della terza persona intervistata, Viviani mostra alcune carte, supportato poi dalla testimonianza della dipendente precedentemente intervistata. Tra queste carte vi è una cospicua fattura che una importante società di organizzazione eventi avrebbe fatto ad un sito di re-ticketing, a dimostrazione del fatto che sono quindi gli stessi organizzatori ad alimentare questo sistema.
Quando a Carlo Trotta della Barley vengono fatte vedere queste carte non si mostra stupito più di tanto: in effetti è esattamente ciò che aveva denunciato nel suo esposto.
Il servizio poi parte con l’impennata quando, sempre su una fattura, compare la percentuale del 90% del ricavo della vendita dei biglietti sui siti di bagarinaggio che deve tornare all’organizzatore, cioè alle stesse persone che, contravvenendo ai contratti con Ticketone, vendono parte di biglietti a terzi.
La terza persona intervistata è l’amministratore delegato di Live Nation Italia, Roberto De Luca.
La quarta, infine, è l’amministratore delegato di Ticketone.
All’amministratore delegato di Live Nation viene fatta una domanda precisa: “Non è che avete rapporti diretti con questi siti di bagarinaggio?”. La risposta è “Assolutamente no”. Dopo un po’, però, viene mostrata una fattura che dimostra il contrario e dopo una fase di imbarazzo iniziale, Live Nation ammette. Inoltre, a chiusura di servizio, l’amministratore delegato De Luca afferma anche che, in alcuni casi, loro sono “costretti” ad agire così e che il guadagno non è tutto della società che organizza.
Il quadro ora è un po’ più chiaro. Speriamo lo sia anche per la magistratura.
QUI IL LINK PER VEDERE IL SERVIZIO DE LE IENE.
– Biglietti Coldplay/Springsteen – UFFICIALE – La Procura apre un’inchiesta