Home Band Magenta #9: dalla Bolognina alla conquista di Sanremo Rock

Magenta #9: dalla Bolognina alla conquista di Sanremo Rock

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Magenta #9 vincitori a Sanremo Rock 2020

Dato che i Magenta#9 ci hanno già spiegato chi sono in questo videomessaggio promozionale per la campagna crowfunding poste pay2019 (leggi l’articolo su Metal in Italy), concentriamoci ora, insieme a Fausto De Bellis, chitarrista della band, sulla grande novità del momento: la vittoria a Sanremo Rock 2020.
Qual è stato il percorso che vi ha portato su quel palco?
Ciao Matteo!
Beh la vittoria del Sanremo Rock 2020 è stata davvero un’emozione unica e indescrivibile. Suonare in quel teatro, con tutto ciò che rappresenta, è davvero una grande sensazione. Vincere poi è stata una sorpresa perché siamo fondamentalmente “appena nati”: stiamo ancora inquadrando aspetti molto importanti per una band, dal songwriting fino al look…è tutto in divenire.
L’idea di partecipare a queste manifestazioni, come anche in questo caso, viene spesso da Amos che è il propulsore della band: è davvero inarrestabile e quando c’è da “macinare” è il primo che si mette in moto e sprona il resto della band a darsi una mossa. Ma ha dalla sua delle persone che lo seguono e supportano. Per come sono strutturati i rapporti umani nella band è veramente difficile trovarsi in disaccordo, siamo carichi!

Il percorso che ci ha portati all’Ariston si può riassumere in queste fasi:

1. La band esiste da circa 2 anni e in questo lasso di tempo abbiamo tirato su più di una decina di pezzi che poi confluiranno nel nostro primo disco. C’è stato un grosso lavoro di “uniformazione” dei brani verso un’unica direzione artistica/sonora perché all’inizio erano troppo eterogenei.

2. Abbiamo poi cominciato a fare qualche data per vedere il tipo di risposta del pubblico, che devo dire essere stata buona fin da subito.

3. Il passo successivo è stata la scelta di affidarsi a un produttore di altissimo livello come Marco Barusso per realizzare il primo brano ufficiale della band, “Non si può”. Sono convinto che sia stata la scelta più saggia perché quando c’è da inquadrare un nuovo progetto, la mano di una persona esperta ti porta a confezionare un prodotto di qualità senza indugiare troppo. Come sai, abbiamo background un po’ lontani dalla musica “italiana” e quindi la guida di Marco è stata fondamentale

4. Avendo realizzato questo brano (in cui crediamo molto) abbiamo quindi deciso di proporlo in giro quanto più possibile e quale vetrina migliore se non quella di Sanremo Rock?

Ci sono state delle selezioni regionali: noi abbiamo partecipato a quella di Montefredente (battezzata simpaticamente “La Battaglia di Montefredente”) e siamo riusciti a qualificarci per le fasi finali insieme ad altri validissimi artisti. Devo dire che l’Emilia Romagna non ha sfigurato per niente in questa competizione nazionale…e la Bolognina in particolar modo!

Com’è nato il singolo che avete portato alla competizione? Quanto è cambiato dalla vostra idea iniziale alla produzione di Barusso, uno dei più importanti produttori italiani (Modà, Pelù, Ruggeri, Lacuna Coil)?

Ci siamo accorti del potenziale di “Non si può” già in sala prove. E’ divertente da suonare e ha un testo guascone con questi botta e risposta fra Amos e Ame. Fondamentalmente la struttura delle strofe e dei ritornelli è rimasta quella originale ma Marco gli ha dato quella marcia in più che assolutamente mancava: già solo il riff dell’intro vale tutto il pezzo, stupendo. In più l’uso dei Synth ha conferito al brano quell’aspetto moderno che mancava. Anche la cura con cui Marco ha arrangiato le chitarre ha fatto sì che il pezzo fosse Rock ma senza mai sfociare in qualcosa di eccessivamente heavy.

Il pezzo è nato in maniera molto spontanea ma quando poi si parla di “produzione” bisogna costruirlo colpo per colpo: ogni cosa deve essere al suo posto e deve avere un perchè. In questo, la collaborazione con Marco è stata veramente piacevole. Una curiosità: siamo riusciti a incidere voci, batteria e basso in studio da lui a Milano ma, causa lockdown, le chitarre le ho incise nel mio studio e gliele ho poi inviate. Un vero e proprio esempio di registrazioni post-apocalittiche 🙂

Dati i vostri background musicali e i vostri progetti paralleli che spaziano tra diversi sottogeneri di metal, si può dire che, dopo gli anni ’60, tutto viene dal Rock e, con voi, tutto torna al Rock? Cos’è il Rock per voi? Cosa vi da di più o di diverso rispetto a quello che fate con gli altri vostri gruppi?

Tutto viene dal blues, si parte da lì e si ritorna sempre al blues: può sembrare un’affermazione strana ma…scava scava è tutto lì.

Questo è quello che Wikipedia definisce come Rock:

“Il rock, o musica rock, è un genere della popular music sviluppatosi negli Stati Uniti e nel Regno Unito nel corso degli anni cinquanta e sessanta del XX secolo. È un’evoluzione del rock and roll, ma trae le sue origini anche da numerose forme musicali dei decenni precedenti, come il rhythm and blues e il country, con occasionali richiami anche alla musica folk. Musicalmente il rock è incentrato sull’uso della chitarra elettrica, solitamente accompagnata dal basso elettrico e dalla batteria.”

Direi che sull’ultima frase ci siamo 🙂

Devo dire che il nostro background ci ha aiutato molto a “saper stare su un palco”. Con i Magenta#9 fondamentalmente suoniamo cose più semplici (anche se c’è da stare parecchio attenti!!!) rispetto a quelle che suoniamo con le nostre altre band. L’attenzione però si focalizza su altro: aver meno “pressione” sull’aspetto tecnico-esecutivo ti fa crescere sotto altri punti di vista: l’attitudine, la ricerca di un suono che di norma non utilizzi, l’intrattenimento (termine mutuato proprio dal concetto anglosassone di “entertainment” che trovo calzante: la musica è spettacolo, non saper suonare perfettamente il proprio assolino iperveloce stando però fissi a guardare il manico della chitarra)

Quindi stiamo crescendo anche sotto altri aspetti che però mi accorgo essere parte fondamentale delle skill che un musicista dovrebbe possedere e ne sono contento. Inoltre spaziare e suonare “altre cose” ti apre veramente la mente anche verso ascolti che non avresti mai fatto prima.

Chiudiamo con la più classica tra le domande: cosa vi aspettate dal futuro? Avete già qualche impegno\progetto concreto in fase di realizzazione?
Conquistare l’Artiston con l’esercito della Bolognina e vincere Sanremo XD
Scherzi a parte: dal futuro ci aspettiamo di dover lavorare ancora di più rispetto a quanto fatto finora. Questa vittoria di Sanremo Rock ci offrirà sicuramente qualche occasione che non dobbiamo lasciar sfumare. Quindi lavoro sodo, brani nuovi, band ancora più affiatata per offrire al pubblico uno spettacolo ancora più completo. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare ad un disco intero da qui alla prossima estate.
Non posso che invitarvi a seguirci sui social per seguire gli sviluppi a questo punto 😀