I MasterdoM con il loro album di debutto “Schizophrenia” ci portano indietro di qualche decennio, quando a farla da padrone era l’Heavy Metal classico, quello sanguigno e pestato con chitarre mordaci e ritmiche incalzanti.
Nel sound dei pistoiesi troviamo, ad onor del vero, anche tracce di Epic e Power che emergono soprattutto da alcune parti vocali ed atmosfere imperiose, come ad esempio in “Glory In The Night”. La produzione non è delle migliori, abbastanza “sottile” per i suoni che siamo abituati ad ascoltare adesso, ma che ricalca sicuramente quelle che erano le sonorità acustiche degli anni che furono. Questo aspetto va a diminuire l’aggressività della batteria e soprattutto delle chitarre, che in alcune ritmiche mostrano un sustain alquanto limitato.
I richiami a band quali Judas Priest, Black Sabbath, King Diamond et similia, fa sì che i MasterdoM non brillino sicuramente per originalità, ma credo che il loro intendo non sia quello di rivoluzionare la musica, piuttosto di portare avanti un genere che ha già detto quasi tutto negli ultimi decenni. Da premiare l’ardore con il quale i cinque ragazzi hanno composto sette brani, più una cover di “El Diablo” dei Litfiba, la cui durata comunque contenuta permette all’ascoltatore di non fossilizzarsi su soluzioni già sentite.
Sin dall’opener e title track “Schizophrenia” emerge l’attitudine incendiaria dei MasterdoM, i cinque minuti di questa prima traccia scorrono via velocemente, da citare anche “Serial Killer”, unico brano cantato in italiano, ad eccezione della cover ovviamente, “Werewolf” con le sue atmosfere minacciose e “Masterdom”, la quale nonostante l’incipit debole riesce successivamente a risollevarsi.
“Schizophrenia” è una prova sulla lunga distanza che verrà apprezzata dagli amanti delle sonorità citate in precedenza, non si tratta di un album che rimarrà negli annali della storia, ma bisogna ad ogni modo premiare l’attitudine della band e l’impegno profuso per la realizzazione di questo debut album.