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Memories Of A Lost Soul: “Empty Sphere Requiem”

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memories of a lost soul

Il Black Metal degli esordi è rinvenibile solo in minima parte in questo “Empty Sphere Requiem”, i calabresi Memories Of A Lost Soul hanno, nel corso degli anni, virato stilisticamente verso un Death Metal di matrice svedese, il quinto album della loro carriera ne è un fulgido esempio.

Sin dalle prime note emerge la qualità di una produzione cristallina, ogni strumento trova il giusto spazio ed i suoni sono estremamente compatti, fatto che contribuisce a creare un impatto sonoro di tutto rispetto. Dal punto di vista musicale, i pregi della band sono molteplici: le parti più tirate ed efferate hanno il giusto piglio, allo stesso tempo le parentesi melodiche sono di pregevole fattura e rimangono ben impresse nella mente. Ascoltando “Empty Sphere Requiem” di sicuro non si corre il rischio di annoiarsi, dal momento che l’ascoltatore è perennemente teso alla scoperta delle soluzioni stilistiche che i Nostri mettono in campo.

Sin dalle prime note di “Destiny Awaits No One” appare chiaro che i Memory Of A Lost Soul ci sanno fare: il riff d’apertura racchiude aggressività e melodia allo stesso tempo, ma a colpire è senza dubbio la linea melodica portante del brano: ossessiva ed opprimente, viene sapientemente sviluppata da chitarre e tastiere.

“The Darkest Aenima” ha una partenza più lenta e cadenzata, di stampo vagamente progressivo, che si sviluppa attraverso un crescendo che alterna toni epici ad altri marcatamente Black Metal, come a sottolineare le radici del combo; gli stessi toni epici trovano ampio respiro anche nella successiva “Staring At God’s Eye”. Discorso diverso per “No More Illusions”, una vera e propria opera Death Metal che racchiude in sé tutte le sfumature dei Memory Of A Lost Soul: si alternano qui passaggi soavi ed impalpabili, come nell’incipit, che lasciano ben presto il posto a blast beats e frequenti cambi di tempo, azzeccatissima la parte costituita da clean vocals e piano intorno agli otto minuti. Lo stesso piano trova largo impiego nella seguente “The Ice’s Melting”: a farla da padrone qui è una melodia cupa e sinistra, dai toni estranianti che rapisce e trascina in un vortice di emozioni, preludio alla successiva “Empty Sphere Requiem”, traccia che riporta in alto i toni e dimostra quanto la qualità tecnico-compositiva pervada ogni brano, struggente il passaggio che vede chitarra acustica ed archi duettare tra loro. Sulla stessa scia gli ultimi tre brani, tra i quali la conclusiva “No Tears To Share” rappresenta l’episodio migliore, memorabile e progressiva la parte solista delle chitarre.

Lungo tutta la durata dell’album ogni membro della band riesce a dare ampio risalto alle proprie doti tecniche, ma questo non si traduce in tecnicismi senza senso, il tutto rientra nel grande disegno sonoro dei Memory Of A Lost Soul.

“Empty Sphere Requiem” è un ottimo esempio di Death/Black Metal italiano, consigliato vivamente a tutti gli amanti del genere.