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As Mercy Comes: la musica è qualcosa per cui lottare

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as mercy comes band

Gli As Mercy Comes sono una band giovane ma dotata di grande esperienza, questo lo si evince dalla loro musica: aggressività e linee melodiche accattivanti, breakdown tritaossa e momenti riflessivi costituiscono le basi del loro sound. “Prison” è il loro album di debutto, uscito per This Is Core Records, abbiamo così colto l’occasione per parlare con Vincenzo e Danilo, chitarrista e batterista della band.

Salve ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Iniziamo subito con le presentazioni: chi sono gli As Mercy Comes e come nascono?

Ciao a tutti, innanzitutto! A dire il vero il progetto è relativamente giovane, siamo in piedi da un anno e qualche mese e quasi tutti proveniamo da precedenti progetti (vissuti insieme e separatamente). Amiamo quel che facciamo però e lo viviamo a 360 gradi: questo è ciò che principalmente ci caratterizza.

In poco più di un anno dalla vostra nascita avete catturato l’attenzione di una folta schiera di fans, come siete riusciti in questa impresa?

Abbiamo fatto parlare la musica al posto nostro, poi il resto è venuto da sé. Abbiamo dato, diamo e daremo sempre il massimo in ogni minimo particolare e questo ci ha permesso, col tempo, di attirare l’attenzione dei nostri fan innanzitutto e di un’etichetta (This Is Core) poi. Ma lo consideriamo solo un inizio.

Da ciò che scrivete sulla pagina Facebook, dalle foto che postate, emerge chiaramente un feeling tra tutti i membri della band, da cosa nasce questo affiatamento tra di voi?

Principalmente dal fatto che tutti viviamo la stessa realtà, con le stesse difficoltà e con gli stessi ostacoli. Emergere in un paese come l’Italia è un concetto complicato (soprattutto considerando il genere musicale di riferimento) e richiede un impegno costante e massimo per tirar fuori anche il minimo risultato. E’ un supportarci a vicenda condividendo uno stesso obiettivo.

“Prison” è il vostro album d’esordio, come sono nati i pezzi in esso contenuti? Spesso si parte da un riff di chitarra, una linea vocale, è stato così anche nel vostro caso?

Su questo non c’è molto da dire. La maggior parte dei pezzi è nata con uno sguardo d’intesa, un riff iniziale ed una continua messa in discussione del risultato.

Quali sono i temi trattati nei testi? C’è un filo conduttore o si tratta di episodi singoli?

Ogni pezzo di “Prison” fa riferimento ad un avvenimento o ad un periodo particolare che ha visto coinvolti uno o più di noi durante l’intero percorso fino alla registrazione ed alla pubblicazione. Di conseguenza, ognuno di questi è nato in momenti diversi e in modi completamente differenti tra loro.

Gli As Mercy Comes appartengono al filone Metalcore, ci sono passaggi particolarmente heavy ed altri più riflessivi, ragionati ed introspettivi. Come definireste il vostro sound? Ed a quali band vi sentite particolarmente vicini stilisticamente?

Pur considerando il Metalcore il genere di riferimento per quanto riguarda “Prison” nello specifico, non ci sentiamo di definire il nostro genere unicamente improntato su quelle sonorità. Siamo praticamente sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo.

Tutti i brani sono dotati di una grande carica, hanno un appeal di facile presa e trascinano il pubblico, immagino che durante i vostri live il palco diventi incandescente…

“We strongly support violent dancing”. Siamo spesso in giro per l’Italia, quindi immaginiamo valga la pena farsi un giro.

A proposito di live, cosa state organizzando per supportare l’uscita di “Prison”? Ci sono delle date da tenere a mente? Realizzerete qualche video?

Il 26 Gennaio “abbiamo preso il volo” in direzione Russia per un tour di due settimane in supporto ai nostri amici Cry Excess in compagnia dei Burden is Burning. Una volta tornati ci aspetta qualche data in Italia per promuovere “Prison” (tra cui due date come opening act agli Hopes Die Last). Aggiorniamo periodicamente i nostri canali social, quindi tutte le informazioni sono reperibili lì!

Emergere musicalmente in Italia non è semplice, nel meridione ancora di più. Quali sono le principali difficoltà con le quali vi trovate a combattere ogni giorno?

Sicuramente la visibilità. L’Italia offre uno “spazio limitato” a chi tenta di emergere e ancor meno il meridione. Supportiamo e siamo attivamente parte delle associazioni che si propongono di rivalutare la scena del Sud Italia favorendone la visibilità, ma non è sempre facile riuscire a trarre buoni risultati.

Bene ragazzi, vi ringrazio per il tempo che ci avete dedicato, le ultime parole per concludere l’intervista spettano a voi, vorrei che lasciaste un messaggio ai nostri lettori ed ai vostri fans.

Presto sarà pubblicato un nuovo videoclip e parecchie altre date in Italia e probabilmente anche fuori. Siamo cinque persone che hanno fatto della musica qualcosa per cui lottare, qualcosa con cui esprimere tutto ciò che c’è da esprimere e non pretendiamo di essere premiati per questo. Ma una cosa è certa: quel che ci aiuta a continuare è la presenza di ognuno di voi davanti ai nostri palchi, la vostra voce e il vostro supporto. Quindi, in sostanza: Grazie.