Nello spazio dedicato alle band emergenti oggi vi presentiamo Eidulon, un progetto che muovo i primi passi nel 2003, emergendo da quella ricca scena elettronica estrema italiana che, nel precedente decennio, si era distinta a livello internazionale, grazie alle sperimentazioni di artisti quali Maurizio Bianchi, Mauthausen Orchestra e Atrax Morgue.
Dopo la registrazione di alcuni demo, nel 2006, Eidulon entra nel roster della label di culto Malignant Records. Sarà, infatti, l’etichetta di Baltimora a pubblicare il debutto “Idolatriae”: un album di dark ambient ricco di differenti influenze, principalmente riconducibili al ritual e death industrial.
Il full, il cui concept si basa sulle riflessioni concernenti la società post-moderna realizzate da autori quali Jean Baudrillard, Guy Debord e Jean-François Lyotard, riceve recensioni entusiastiche da parte della stampa specializzata e attira l’attenzione di numerosi altri artisti del settore. Fra questi, l’iconico Lee “Leech” Bartow chiede a Eidulon di partecipare alle registrazioni di “The Gospels Of The Gash”, l’epitaffio del seminale progetto Navicon Torture Technology.
Negli anni successivi si susseguono nuove collaborazioni con altri grandi nomi della scena estrema, tra cui occorre citare la sensation del death industrial statunitense The Vomit Arsonist, il poliedrico artista francese Treha Sektori e il greco Shibalba, già mastermind dello storica black metal band Acherontas.
Nel 2017 viene pubblicato “Combustioni”, il secondo full-length di Eidulon, edito sempre dall’etichetta di Jason Mantis.
Il titolo dell’album lascia trapelare la dedica di questo lavoro, rivolta all’artista Alberto Burri. L’album vanta alcune importanti collaborazioni: Henrik “Nordvargr” Bjorkk (MZ.412, Folkstorm, Torodidh, ecc.), probabilmente una delle figure più influenti del panorama musicale estremo, scrive le liriche e registra la voce per due brani: “A Shimmer in The Void” e “The Hierarchy Of The Inner Planes”. Quest’ultimo brano vede anche la partecipazione di Naxal Protocol (Cazzodio), mentre le altri parti vocali del disco sono affidate a Luca Soi (Void of Silence, Visthia).
Infine, due figure di riferimento della scena dark ambient industriale, Caul e Kammarheit, contribuiscono rispettivamente ai brani “Immanence” e “Averni Flammas Transivi”. Dal punto di vista musicale, si nota l’inclusione di numerose nuove influenze stilistiche: la solida base dark ambient si fonde, infatti, con soluzioni ed elementi neo-classici, tipici delle colonne sonore cinematografiche, dando vita ad una forma estrema di industrial metal che trova difficilmente dei termini di paragone nel resto della scena.
L’impiego, tra gli altri strumenti, dell’organo a canne e la struttura compositiva dei brani si configurano come un tributo agli autori di colonne sonore e al prog-rock italiani degli anni `70, il tutto riadattato in una formula che vede una originale commistione di industrial e metal, analogico e digitale.