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Metal Story: Saxon, le origini proletarie di Biff

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«Non ricordo quando ho deciso di diventare un musicista, di sacrificare tutto per la musica. Non c’è stato un momento specifico, un’epifania e neppure un modello da seguire. Da dove venivo, o lavoravi nelle miniere di carbone o nell’industria tessile: essere un musicista non era proprio un’opzione. Lasciavi la scuola, trovavi un lavoro, ti sposavi, facevi bambini, andavi in pensione e morivi. La vita era praticamente già pianificata, dal concepimento alla tomba, se non intervenivi.

Mio padre da giovane lavorava nelle miniere di carbone. Lì ebbe un incidente, si fece male alla schiena e lasciò le miniere per l’industria tessile. È buffo, proprio come lui, anche io sono finito a lavorare in entrambe, nel periodo antecedente ai Saxon. Tale padre, tale figlio, eh?

Sono nato in un posto chiamato Honley, che si trova nello Yorkshire dell’ovest, ai piedi dei monti Pennini. Era un semplice paesino e siamo andati via da lì quando ero molto piccolo, dato che non mi ricordo mai nulla di quel posto. Ci trasferimmo a Skelmanthorpe nell’area di Holmfirth, sempre nello Yorkshire. In quel posto mi son divertito parecchio: campagna, compagni di scuola che costruivano case sugli alberi o andavano in zattera sul fiume. Nel 1955 circa il divertimento te lo costruivi. Io personalmente giocavo con il trenino elettrico, i soldatini e cose così. Era il tipo di giocattoli che avevi a quei tempi. Si trattava di una zona molto rurale con i treni a vapore che viaggiavano attraverso la valle, non lontano da casa. Ho delle immagini molto nostalgiche e romantiche della gente che lavorava sulle balle di fieno dei campi. Ricordo anche di quando stavo con mia zia e mio zio dopo che amputarono un braccio a mio padre. Ovviamente non avevamo nemmeno l’auto. A quel tempo era considerata una cosa molto chic.

Abitavamo in una grande casa di pietra per tessitori, la chiamavano così. C’era una soffitta, ed è lì che negli anni Settanta, ovvero quando ho iniziato a rendermi conto di cosa fosse la musica, suonavo. A quel tempo seguivo i Beatles, la musica pop e roba del genere, in quanto ero troppo giovane per interessarmi ai primi gruppi rock’n’roll.
Tutto sommato direi di aver avuto un’infanzia piuttosto felice, finché non è morta mia madre… avevo 11 anni!».