Home News Motörhead: “Un modo di vivere, una famiglia, un credo”

Motörhead: “Un modo di vivere, una famiglia, un credo”

SHARE

Un anno fa veniva a mancare Lemmy Kilmister, leader dei Motörhead, pochi giorni dopo il suo compleanno del 24 dicembre. A 365 giorni dalla sua scomparsa tutto il mondo del Rock/Metal ne celebra il ricordo, perché Lemmy è un’icona, ha lasciato nella musica un’impronta indelebile, mettendo d’accordo i fan di tutti i generi musicali. Nel nostro piccolo abbiamo voluto rendere omaggio al musicista, all’uomo, alla sua band chiedendo ad alcuni musicisti italiani un loro pensiero, un ricordo.

Tommy Massara – Extrema

I Motörhead sono stati una delle mie più grandi influenze per l’attitudine di ribellione ad altissimo volume che hanno sempre avuto. Parlando di Lemmy & Co. non esistono vie di mezzo, o li Ami o li Odi. Il primo album dei Motörhead che ho ascoltato è stato “No Sleep ‘till Hammersmith”, era appena uscito ed era il 1981. Mi ricordo che quando ho messo il vinile sul piatto la prima volta pensavo fosse rotto perché “Gracchiava” tutto, poi ho capito ed è stato Amore per sempre. Nel 2009 ho avuto la fortuna di andarci in Tour con la mia Band, è stato un sogno che diventava realtà. Anche se abbiamo fatto dei concerti grandiosi, non vedevo l’ora che salissero sul palco per sentire ancora una volta quel meraviglioso “Gracchiare” nelle mie orecchie. Il Rock’n’Roll non sarà mai più lo stesso.

Le mie tre canzoni per la Playlist:
The Hammer
We Are the Road Crew
The Chase is Better than the Catch

Gary D’Eramo – Node

Ho visto i Motörhead per la prima volta nel 1986 all’ HM Festival all’allora Teatro Tenda di Milano insieme ai Vanadium di Pino Scotto, Girlschool e Twisted sister, già a quei tempi Lemmy era una leggenda. “Orgasmatron”, “Bomber” e “Overkill” li ho praticamente consumati e rimarranno per sempre i miei tre album preferiti. Quello che mi è sempre piaciuto di Lemmy è la coerenza e la totale abnegazione per il rock and roll, roba che adesso non esiste più, proprio per questo motivo sono fermamente convinto che nella tomba con Lemmy siano andati anche tanti principi, valori e modus vivendi che distaccavano il rock da tutto il resto del music business.

Alessandro “Domino” Dominizi – V-Anger / Motorhell

Motörhead… una band? Non solo. Un modo di vivere,una famiglia, un credo. Mi sono entrati nel cuore fin dai primi ascolti. Quel rock’n roll cosi grezzo e diretto che pochi gruppi riuscivano a proporre. Forse perché dovevi averlo nel sangue, forse perché quello era il rock’n roll vero, genuino e non studiato a tavolino. Ogni concerto che ho visto è stato devastante, diretto, qualcosa che mi porterò dentro fino alla fine. Sicuramente la figura di Lemmy ha portato i Motörhead ad essere conosciuti in tutto il mondo. Sul palco e fuori dalle scene lui rimane sempre lo stesso Mr. Kilmister e ne parlo al presente non a caso, perché un Dio non si ricorda…si venera in eterno. Ci sono troppe canzoni stupende da citare e ogni fan dei Motörhead giustamente ha le sue preferite. Io vorrei ricordarne tra tutte: “Sacrifice”, che mi fece sobbalzare appena sentii l’attacco iniziale. Sicuramente più metal di altre songs, con quei riffs graffianti e potenti. “Death or Glory”, epica, sfacciata, che ti porta ad urlare quel ritornello con cattiveria estrema. E “Over the top”, che rimane una punta di diamante della band. Riproposta più volte ai live. Pezzo che Lemmy, giustamente, si è sempre autodedicato!
L’ultimo live che ho visto è stato a Monaco, il 20 Novembre 2015. Immensi, nonostante tutto….una bolgia di Motorheadbangers… provenienti da varie nazioni. Ma tutti uniti sotto un’unica bandiera… Quella di Lemmy, quella dei Motörhead. Loro vivranno nei nostri cuori, con la loro musica e la loro attitudine per sempre. Motörhead for life.

Andrea Albericci – Septem

Lemmy non è stato un musicista, è indubbiamente stato qualcosa di più, ha incarnato tutto quello che una persona immagina quando inizia a suonare in una band e credo che per molti anni ancora i giovani faranno riferimento a lui. Ho visto i Motörhead 3 volte live e non ho mai provato con nessun altro gruppo la carica che ho provato con loro, nonostante stessero fermi sul palco si creava l’inferno tra la gente, era adrenalina pura. Ringrazierò sempre Lemmy per tutto quello che mi ha dato e per l’ispirazione fondamentale per la mia vita da musicista. “To Good To Be True” Mr. Kilmister, ma sarai sempre in ogni concerto, su ogni palco, in ogni sbronza!

Michael Flame – Mastribes

Ci sono parecchie band che potrei tirare in ballo quando parlo dei miei gusti personali, ma sono ben consapevole del fatto che le poche che potrei accostare alla parola “leggendarie” si contano sulle dita di una mano…
I Motörhead erano una di quelle.
No fronzoli, no ballad strappa lacrimucce, no tematiche da pulzelle mestruate e no costumi; solo tu e loro.
Lasciate stare quegli hipster del c***o che insistono nel dire che I Motorhead suonavano sempre le stesse cose, che erano ormai vecchi ecc..
Lemmy sul palco aveva una dote innata e sapeva distruggerti quando e come voleva senza neanche chiederti il permesso; cosa che ha dimostrato dagli anni 70 fino a pochi giorni dalla morte.
Quest’ultima ha portato una tristezza nel mondo del rock che, a mio parere, non si percepiva da quando anche Freddie Mercury ci lasciò nel 1991, ed il tutto è aggravato dal fatto che una rockstar come lui non esisterà mai più…
Ormai la musica sta diventando esattamente l’opposto di come la adorava Lemmy e oggi conta di più colpire con l’apparenza che con la sostanza.
I Motörhead non avevano bisogno di nient’altro al di fuori di un palco e strumenti, il resto veniva da se…è Rock N’ Roll, è adrenalina, è potenza, sono emozioni allo stato puro!
Oggi invece l’unica sostanza che senti sono tecnicismi, assoli di dieci ore, solite voci da talent, tastiere superpatinate e batterie che pregano di essere picchiate di più ma purtroppo hanno il padrone con le manine delicate.
Detto ciò non sto dicendo che in giro non ci siano band in grado di lesionarvi il fondoschiena, ed io ne conosco parecchie, ma purtroppo finiti I Motörhead, e finiti tanti altri negli ultimi tempi, stiamo andando verso un punto di non ritorno.
L’unica cosa che posso dirvi, sulla quale credo che anche Lemmy fosse d’accordo, è di supportare la scena underground sia locale che nazionale; deve assolutamente esserci un ricambio generazionale e molto dipende anche dal pubblico.
Se non lo farete beh….ci ritroveremo tra 10 anni a fare il pogo sulle note di Justin Bieber e Rihanna. Tra le mie canzoni preferite dei Motörhead sicuramente ci sono: “Dogs”,”Keep Your Powder Dry”, “Brotherhood Of Man”.