I siciliani My Haven My Cage, dopo l’uscita del debut album “The Woods Are Burning” a luglio 2016, presentano ora il secondo lavoro dal titolo “Sweet Black Path”.
La band lo definisce come “Più ragionato e meno impulsivo rispetto al precedente”.
“Con quest’album chiudiamo il progetto iniziato circa due anni addietro con “The Woods are Burning”, ovvero quello di dare forma e dignità a composizioni create circa 15 anni addietro (all’epoca la band si chiamava Haven) e rimaste ingiustamente nel cassetto. L’avvento di nuova tecnologia e la possibilità di avere uno studio di registrazione al proprio domicilio ha reso la creazione di questi due album possibile, ma non per questo semplice.Per il mixaggio, così come per il primo album, ci siamo avvalsi dell’aiuto dell’ex chitarrista degli Haven, Ignazio Scontrino. Per l’artwork ci siamo basati su due bellissime foto paesaggistiche dell’artista siciliano Sergio Cardillo”.
Nella tracklist ci sono 8 brani con una lunghezza media di quasi sette minuti ed un totale di 55. Il genere proposto, Heavy/Thrash/Death old school, è fortemente influenzato, sia nel riffing che nei passaggi acustici, dalla musica spagnola ed arabo-normanna, elementi fortemente presenti nella cultura siciliana. L’utilizzo di strumenti tradizionali, quali flauto e marranzano, rendono il sound di questo secondo album ancora più personale, rendendo percepibili le radici italiane e siciliane della band.
La band offre anche una presentazione per ognuno dei brani:
Abyss I Am: brano lungo che inizia con una citazione musicale celebre. È divisibile in due parti. Una prima veloce, aggressiva e una seconda più cadenzata ma potente. Il collante tra le due parti è dato dalle atmosfere spagnole e dalle chitarre flamenco. Il testo descrive l’abisso che vive dentro ognuno di noi.
Immigrant Song: brano con forti influenze arabo-normanne al pari del precedente. Il testo parla della storia di un migrante che attraversando il mediterraneo (the ancient sea nel testo) si ritrova a dovere affrontare una tempesta (rappresentata dalla lunga parte strumentale centrale) uscendone vittorioso.
Delirium: brano breve rispetto ai precedenti e sotto la media dell’album. Nonostante i riff siano marcatamente thrash, le influenze e gli arrangiamenti Folk (flauti, chitarre pulite, marranzano) spiccano. Il testo tratta dell’umanità, un gran delirio. Vi sono riferimenti evidenti a Savatage e Grieg.
Hope: originariamente intitolato “The Ballad”, durante la stesura del testo è stato cambiato nome. È un mid-tempo pesante con intervallati arpeggi puliti. Il testo parla del pianeta e di quello che stiamo lasciando ai nostri eredi.
Peaceful: Brano che ricorda, con le dovute differenze, i Metallica. Brano pesante con riff che utilizzano strisciati e scale cromatiche, ritornelli melodici, finale in crescendo. Analizza il delicato rapporto nel fine vita tra medico e paziente.
“Lamb Of God (Aleppo)”: la preghiera “Agnello di Dio”, né più né meno. Continua un filone iniziato con “Full of Grace” nell’album “The Woods are Burning”.
Werther Dies: il Werther di Goethe in versione Kreator. È considerato il romanzo cardine dello Sturm und Drang. Si è provato a sviluppare questi due filoni: l’impeto e la tempesta. Le due anime della band, acustica e distorta, si fondono alla perfezione in questo brano.
“Sweet Black Path”: la title track. È la metafora della vita: un dolce sentiero nero. Brano lungo con un’ intro evocativa ed una parte centrale, che partendo da una sezione acustica, si sviluppa in un crescendo vorticoso.
L’Album è stato pubblicato gratuitamente online.