Home Interviste My Refuge: “Cambiare spesso cantante è stata un’iniezione di entusiasmo”

My Refuge: “Cambiare spesso cantante è stata un’iniezione di entusiasmo”

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Amano le tinte forti, ma in realtà il loro punto di forza è la melodia. I My Refuge lo sanno ed è esattamente in questa direzione che vanno. Col tempo la band, che a giugno ha pubblicato “A Matter Of Supremacy” (la recensione) ha dovuto fare i conti con continui cambi di formazione, ma sono stati momenti che hanno contribuito solo alla sua fortificazione.

L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Come di consueto iniziamo la nostra chiacchierata con le presentazioni: quali sono le tappe fondamentali della carriera dei My Refuge?
Ciao Stefano, direi che le tappe fondamentali del nostro percorso finora siano state la registrazione del primo EP, 3407, Pictures of an August Night del 2010, che per quanto ancora acerbo è stato un inizio importante, poi la decisione di dare la priorità ai My Refuge lasciando tutti gli altri impegni musicali, con Simone (chitarra) Valerio (batteria) e Salvatore (basso) nel 2011. Nel 2013 abbiamo cominciato a registrare i nostri brani e pubblicato un secondo EP, Living In Anger, questo ci è servito come biglietto di presentazione per la stampa, per i live e per ottenere poi il contratto con Bakerteam e pubblicare quest’anno A Matter of Supremacy. Altro passo fondamentale è stato l’avvicendamento dietro al microfono a giugno 2015 in favore di Davide Vella, spesso cambiare cantante può mettere in crisi una band invece per noi è stata un’iniezione di entusiasmo e motivazioni, ora siamo davvero una band affiatata e compatta.

“A Matter Of Supremacy” è il vostro debutto discografico, siete soddisfatti per il risultato raggiunto? Siete riusciti ad esprimere al meglio le vostre intenzioni?
Siamo soddisfatti, anche se ovviamente a posteriori chiunque cambierebbe qualcosa al proprio disco, qualche arrangiamento, qualche coro, ma è il nostro primo lavoro come My Refuge, e considerando il buon riscontro di pubblico e stampa non possiamo che essere contenti. Considerando come detto che abbiamo un nuovo cantante sicuramente i nuovi brani si arricchiranno del suo stile e della sua esperienza, per questo oltre che per le critiche costruttive ricevute i nuovi brani seguiranno una naturale evoluzione.

L’album è stato mixato e masterizzato da Andrea De Bernardi degli Eleven Studio, pensate che il vostro sound sia stato catturato nel migliore dei modi?
L’album è stato registrato presso il nostro home studio, ed abbiamo fatto una pre-produzione, ma poi siamo stati subito tutti d’accordo nell’affidare il mix ed il mastering ad un vero professionista. Andrea è molto attivo e conosciuto nel varesotto e nel milanese, è davvero un animale da studio e qualsiasi suo lavoro suono dannatamente bene al di la del genere. Gli abbiamo dato qualche indicazione ma poi abbiamo lasciato che fosse lui a far suonare come si doveva il disco, siamo estremamente soddisfatti del suo lavoro. Spesso i dischi metal suonano troppo compressi, e si perde la dinamica in favore di un muro sonoro, mentre A Matter of Supremacy suona potente senza per questo perdere in dinamica o definizione.

Quali sono le band che influenzano maggiormente il songwriting dei My Refuge?
Tante, per quanto del songwriting ce ne occupiamo principalmente io e Simone il suono dei brani è il risultato dei gusti di cinque persone che ovviamente hanno gusti diversi. Comunque tra le nostre influenze citerei sicuramente Rage, Kamelot, Crimson Glory, il power classico degli Helloween e gli immancabili Iron Maiden e Judas Priest. Quello che forse non si nota e comunque non è stato mai colto nelle recensione è l’influenza di artisti come Johnny Cash, Mago de Oz e anche Fabrizio De André, come vedi le influenze sono molte, e questo ci aiuta a non essere troppo derivativi

Ascoltando le tracce emerge chiaramente che avete esperienza da vendere, infatti l’album arriva dopo due Ep pubblicati nel 2010 e nel 2013, in che modo si è evoluto il vostro sound in questi anni?
Il primo EP, 3407, del 2010 è nato come mio progetto, per registrare brani che avevo nel cassetto da un po’ di tempo, non sapevo nemmeno io cosa sarebbe successo dopo, per cui paga l’immaturità di un lavoro fatto quasi esclusivamente da una persona, gli amici che mi hanno aiutato non sono stati coinvolti né in fase di composizione né di arrangiamento. Dopo un anno invece con Simone e Valerio i My Refuge sono diventati un gruppo, e qui abbiamo cominciato a crescere davvero, brano dopo brano e dopo ore ed ore di registrazioni di demo casalinghi per migliorare sound e songwriting. A parte Davide abbiamo tutti più di trent’anni e anche se i My Refuge sono “giovani” abbiamo parecchia esperienza che deriva da progetti passati, ma sappiamo che commettere l’errore di buttarsi subito sul mercato con un full lenght senza passare prima da un demo o un EP può essere controproducente. Abbiamo fatto le cose con i giusti tempi ma l’evoluzione non è finita

Le tracce sono pervase da una comune propensione verso la melodia, dettata soprattutto dalle linee vocali, ma c’è una traccia interamente votata ad essa…mi riferisco ad “Empty Room”. Come è nata? Perché la scelta acustica?
Il nostro genere per quanto potente è molto melodico, sia a livello musicale che vocale come dici tu tendiamo molto alla melodia. Empty Room è un episodio, per tutti i brani abbiamo cercato di dare un taglio personale, puoi trovare il brano power speed come Somewhere, la cavalcata heavy in A Storm in Coming, il pezzo di impatto come The Cage o la ballad in Endless Night. Per Empty Room è nata prima tutta la parte strumentale, nata da un arpeggio su cui ho arrangiato dei flauti e dei violini, tutto però è nato in maniera naturale, abbiamo poi registrato due versioni del brano, uno solo con chitarra e voce ed uno con tutti gli strumenti

Come giudicate l’attuale panorama Metal italiano? Pensate che ci siano delle proposte in grado di ritagliarsi una fetta di mercato anche all’estero?
Proposte ce ne sono, come in tutti i paesi ci sono ottime band, buone band, band sopravvalutate e pessime band. Ritengo che spesso molti gruppi siano sopravvalutati, e ancora più spesso ci si nasconda dietro a scuse del tipo che in Italia il metal non tira e che se questa o qualla band fosse all’estero sarebbe ricca e famosa… Senza dubbio in Italia manca il pubblico, manca la cultura di seguire band underground, andare ai concerti e supportare le nuove proposte, ma è anche vero che ci si arrende presto. Stare in una band richiede una grande organizzazione e tanta voglia di fare, bisogna innanzitutto credere nella propria proposta. Comunque tornando alla tua domanda sicuramente oltre ai nomi giù famosi come Rhapsody, Death SS o Lacuna Coil ci sono tante band interessanti che possono reggere la concorrenza estera, senza fare nomi comunque basta guardarsi intorno

Attualmente ci sono numerose piattaforme per lo streaming, sia audio che video, infiniti siti web che diffondono materiale protetto da copyright, cosa spinge dei musicisti ad investire sulle proprie qualità considerato il contesto?
Ormai un disco non è assolutamente una fonte di guadagno, se va bene si va in pari con le spese ma più spesso si è in perdita, il disco è solo un biglietto promozionale, come tale lo si deve pubblicizzare nel migliore dei modi, e da qui si passa alle varie piattaforme di youtube, spotify, facebook, non portano alcun guadagno ma possono davvero arrivare a chiunque in qualsiasi parte del mondo

Parliamo del vostro futuro: quali sono le prossime tappe del cammino dei My Refuge?
Stiamo componendo nuovo materiale ed ovviamente stiamo cercando di promuovere A Matter of Supremacy in sede live, ma sappiamo tutti quanto sia difficile, oltre al set normale usciremo già a gennaio con un set acustico dei nostri brani rivisitati. Nel corso del 2016 intendiamo registrare nuovi brani per quello che sarà il secondo disco dei My Refuge, nei prossimi mesi realizzeremo un videoclip per presentare anche visivamente e vocalmente Davide Vella alla voce. Poi stiamo pensando a delle date all’estero, vedremo se con date singole, un minitour o supportando qualche band nota, l’importante è stare sempre attivi e produttivi

Bene ragazzi, l’intervista è conclusa! Nel ringraziarvi per la disponibilità ed il tempo che mi avete concesso, vi chiedo di concludere questa chiacchierata con un vostro messaggio… A presto!
Grazie e te del tempo che ci hai dedicato! Che altro dire, comprate il nostro disco e le nostre magliette! E venite e sentirci live! Senza dubbio cercate tutti di supportare l’underground e le band emergenti!