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Nasty Farmers: “The Strawman Fallacy” – Recensione

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Giungono alla seconda prova sulla lunga distanza i toscani Nasty Farmers, a quanto pare con “The Strawman Fallacy” hanno deciso di cambiare qualcosa nello loro stile ed inserire una maggiore dose di personalità.

Dal Rock/Stoner del passato, i Nostri si rivolgono adesso verso un Rock di chiara ispirazione settantiana, con psichedelia, beat, garage Rock ed indie. Grazie a questa nuova formula la band risulta essere pienamente riconoscibile, pur non rivoluzionando un genere musicale, riesce ad andare controcorrente, senza dare troppa importanza alle mode del momento.

I nove brani presenti nella tracklist sono costituiti da ritmi spesso sostenuti, ma che non sfociano mai nella violenza, si tratta di una veemenza controllata che deriva direttamente dalle sonorità elencate in precedenza. Non manca la melodia, vera colonna portante di questa release, assolutamente non scontata nelle soluzioni perché il cantante Matteo Coletti non si accontenta di soluzioni “semplicemente” piacevoli, ma va alla ricerca di linee che stuzzicano l’orecchio dell’ascoltatore.

Allo stesso modo anche le chitarre propongono successioni di accordi in qualche modo particolari, fornendo così al singer la giusta base per dar sfogo alla propria creatività.

“The Strawman Fallacy” è un album molto piacevole, che testimonia quanto i Nasty Farmers siano dotati di una personalità ben definita. Ovunque lo si ascolti, quest’album è in grado di dare tanta carica ed allo stesso tempo tenere compagnia senza risultare troppo pesante ed impegnativo.