Sono due Valerio e uno Stefano: insieme fanno i Nebra, talentuoso trio rocker del comasco, freschi di “Dive” (la recensione), un EP che unisce Punk, Hardcore e Grunge e che si sta facendo conoscere grazie all’indubbia personalità frizzante.
A loro piace farlo “nature”… nel senso che prediligono un suono vero e veritiero sul cd, senza artifizi o troppe complicazioni, perchè ritengono che è questo il modo di farsi conoscere davvero come band.
L’intervista:
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Prima di iniziare a parlare del vostro Ep “Dive” vorrei che vi presentaste ai nostri lettori: chi sono i Nebra e quali sono le tappe fondamentali della vostra carriera?
Ciao Stefano!
I Nebra si formano nel 2011, la formazione attuale è composta da Vale alla Chitarra e Voce, Friz al Basso e Ste alla Batteria. Nel 2012 abbiamo prodotto “Mare Caelo Miscere” EP contenente 7 tracce dal quale abbiamo poi estratto 2 videoclip, Sleeping Mind e Blacktop. In quel periodo abbiamo suonato tanto ma non senza complicazioni, infatti abbiamo sostituito 2 volte il batterista, non riuscendo a mettere in pratica tutti i nostri progetti per il futuro in tempi brevi. Il vantaggio dei tantissimi live senza un prodotto nuovo, è stata la ristampa di Mare Caelo Miscere, quindi deduciamo che il prodotto sia piaciuto! In italia abbiamo avuto il piacere di aprire concerti di Destrage, The Fire, Nemesi, Nero di Marte, Thee STP, Movida, e altri capisaldi del rock Italiano. Stabilizzata la formazione abbiamo pensato che la produzione di un Full Lenght sarebbe stata troppa lunga in relazione alla nostra voglia di presentare qualcosa di nuovo quindi abbiamo presentato il nuovo EP “Dive” contenente 4 pezzi. Siamo affiancati dalla Moquette Records, piccolo grande passo per noi che siamo tendenzialmente maniaci del controllo.
“Dive” è costituito da brani che avete composto, ma mai ultimato fino ad ora, nel corso della vostra carriera. Come mai la scelta di portarli ad ultimazione e registrare?
Ci piaceva l’idea di proporre al pubblico qualcosa che rappresentasse il percorso vissuto anche con i batteristi precedenti con i quali coltiviamo ancora una profonda amicizia, dunque abbiamo ripreso dei pezzi sui quali ognuno di loro avesse già messo le mani in fase di composizione. Ovviamente durante il restyling i pezzi sono stati definiti, conclusi e suonati dalla formazione attuale! Sono dei pezzi speciali, che portano con sè, oltre al loro significato diretto, anche tanti ricordi.
Ci sono anche alcuni ospiti, come sono nate queste collaborazioni? E, soprattutto, con Morgan Bizzozero che ha riproposto anche una versione acustica di “Aim”…
Amiamo molto lavorare con altre persone, crediamo che ogni contaminazione possa solo arricchire un prodotto. Volevamo provare ad inserire degli archi in alcuni brani e grazie ad una rete di amicizie siamo statti messi in contatto con Filippo Pedretti (violino) e Irina Solinas (violoncello). Hanno messo le mani su PAST e su WAR, siamo molto soddisfatti del risultato! Morgan Bizzozero (Loud Nine e Iron Mais) è un amico di vecchia data, ha lavorato sulla chitarra solista di WAR e ha partecipato anche con qualche inserto vocale. Tempo fa ci ha proposto una versione di AIM (Mare Caelo Miscere EP) in acustico, registrata interamente con uno zoom, montata sovrapponendo poi tutte le tracce vocali e di chitarra, è una figata da pelle d’oca. Abbiamo insistito perché ci permettesse di inserirla come ghost track in DIVEep. Comprate il cd e andate ad ascoltarvela!
In fase di registrazione avete deciso di mantenere suoni quanto più naturali possibile, come mai avete optato per questa scelta? Ormi gli artifici elettronici sono alla portata di tutti…
Questo è un discorso “difficile”. Non disdegnamo assolutamente la tecnologia e le mega produzioni, anzi! Ma quante volte vi è capitato di andare ad un concerto di una band della quale avete già ascoltato un disco, e rimanere delusi dal live? Il motivo, spesso, è perché tutti provano ad essere più di quello che sono. Meglio essere diretti e sinceri su un disco e darti una bella pettinata live piuttosto che il contrario. Sarebbe meglio pettinarti in entrambe le situazioni ma in questo momento abbiamo le possibilità tecniche, economiche e strutturali per mantere quel livello? NO. Allora è meglio rimanere nella giusta e propria dimensione. Essere sé stessi. Abbiamo scelto di studiare al meglio i nostri suoni dedicandogli molto più tempo del solito, consci del fatto che non ci saremmo mai permessi di re-ampare niente. L’intromissione del digitale è stata limitata al minimo e abbiamo poi mixato in analogico. Follia anacronistica? Può darsi. Siamo convinti che Il rock ‘n’roll sia personalità, passione, sincerità. Tutto il resto è solo “industria discografica”, specchio per le allodole.
Voi affermate di non essere dei musicisti che intendono “fare soldi” con la propria musica, siete consapevoli del fatto che non sia facile al giorno d’oggi vivere di musica. Da cosa nasce questa consapevolezza? Quali sono le difficoltà che un musicista incontra nella vita di tutti i giorni?
Prima di tutto è giusto ricordare che oggi il rock paga poco quindi è inutile picchiarci la testa.
Siamo ragazzi normali e umili, proponiamo la nostra musica con passione, nessuno ci chiude mai le porte, i complimenti e l’interesse di addetti ai lavori e pubblico è sempre alto, chiediamo il giusto, e spesso facciamo fatica ad incassare quel “giusto”. Quindi si pressuppone che ci sia qualcosa di sbagliato nel sistema. Mantenere in piedi una band è molto impegnativo, per arrivare ad un alto livello di visibilità è necessario investire parecchi soldi ma il ritorno non è certo. Stranamente tutto funziona di più quando gli addetti al settore si interessano e decidono di investire in una band. Allora perché tante “agenzie” vendono un prodotto senza garantire un risultato? È come se io ti vendessi un pomodoro senza assicurarti che lo sia.
L’arte ha bisogno di essere sostenuta non di essere commercializzata in relazione a chi può permettersi economicamente maggiore visibilità. Il risultato è che la gente non capisce più la differenza tra vero e falso, tra il guadagnato con il sangue e il pagato con il portafoglio, tra qualità reale e costruzione a tavolino. Come possono delle persone normali competere? Metteteci su un palco con chiunque e ve la facciamo vedere lì. Detto con massima umiltà, ma consapevolezza.
Avete già realizzato un videoclip. Come sono andate le registrazioni? Cosa rappresenta dal punto di vista visivo il video? Tra l’altro so che a breve ne uscirà anche un altro, non è vero?
Le registrazioni del videoclip di PAST sono frutto di un lavoro incredibile, compiuto con l’aiuto di persone fantastiche. Il make up è stata un impresa grandiosa, volevamo essere a tutti i costi completamente neri, ma i prodotti che abbiamo testato nelle fasi preparatorie non ci soddisfacevano… alla fine ci siamo riempiti di nero acrilico tralasciando qualsiasi precauzione medica! La significante del pezzo propone il tema della difficoltà nell’essere sé stessi, del liberarsi dalla struttura sociale vincolante. Per questo ci siamo posti come delle entità diverse, non comuni. Agostina Cisella, la ballerina ispirata al cigno nero, rappresenta allo stesso modo un’entità magnifica ma distante dalla classica visione della ballerina stessa. Tutto ciò che è nero non significa sia sbagliato. E a noi il nero piace molto. Il 4 Settembre invece uscirà il prossimo videoclip MISFORTUNE. Questa volta ci siamo spinti in un mondo ironico, molto ironico, al quale non vi abbiamo abituato. Trattiamo il tema di una specie di umanità che non ci piace per niente, che non si assume responsabilità. E la prendiamo per il culo. Aspettatevi un videoclip veramente trash!
Tornando alla vostra musica, ho riscontrato nel vostro sound diverse influenze. Come definireste i Nebra, se doveste etichettarvi in qualche modo? So bene che non siete amanti delle “definizioni” di genere…
Non riusciamo veramente a definirci, non vogliamo, perché non ci piace darci confini. Navighiamo ovviamente nel rock ma ci spingiamo dal pezzo metal, al pezzo quasi punk, poi una ballata post rock, poi un pezzo hardcore, poi un pizzico di grunge… l’importante è che siano i Nebra! Forse siamo parecchio influenzati dal rock anni ’90 in generale e riproponiamo qualcosa che possa essere solo nostro.
In ogni brano dell’Ep ho notato una forte componente emotiva, quanto è importante per voi trasmettere delle emozioni attraverso la vostra musica?
E’ importantissimo. Ogni brano deve avere un contenuto. La scrittura di un testo è inevitabilmente spinta dalla necessità di esprimere qualcosa. Nel nostro caso, spesso, si toccano temi viscerali, riguardanti l’emotività personale, ma in questo Ep c’è stata una piccola evoluzione soprattutto in Past e Misfortune. L’attenzione si distoglie dall’individualità e si posa sulle dinamiche sociali… Misfortune nello specifico tratta dell’umanità come la malattia del pianeta, una critica accesa senza mezzi termini. Ci piace pensare che chi ascolta la nostra musica faccia attenzione anche ai testi, e alla loro relazione con la musica, purtroppo non è così scontato in italia!
Avete scelto di curare ogni aspetto dei Nebra, senza ricorrere ad agenzie, grafici ecc. Come mai questa decisione? Ritenete che attualmente, con i mezzi di comunicazione che si hanno, una band possa gestire il proprio “business”, chiamiamolo impropriamente così, senza ricorrere a professionisti esterni?
Di necessità virtù. Mentirei se ti dicessimo che è sempre stata una scelta. Mantenere una band è molto impegnativo e spesso i conti non quadrano! Non avendo in giardino l’albero dei soldi abbiamo piano piano accresciuto capacità necessarie al “contorno musicale” nello stesso modo in cui si accresce musicalmente, imparando a sgravare qualche spesa impegnandosi personalmente nel trovare una soluzione. Sono (Vale) un grafico professionista (questo è già un grosso vantaggio) e capisco bene la questione del “ognuno deve fare il proprio lavoro”, ma mettendo la testa e il tempo in ogni minimo aspetto del progetto ci si sente totalmente responsabili dei risultati, nel bene e nel male, e questo non può far altro che migliorare la capacità di autocritica che è quell’importantissimo aspetto necessario alla presa di coscienza del proprio potenziale artistico, con umiltà perenne. Spesso chi lavora per te, purtroppo, non ci mette la passione che ci si aspetterebbe, quindi forse è meglio fare più fatica ma fare da sé. I videoclip che ci autoproduciamo non sono sicuramente di livello tecnico alto, ma ci divertiamo molto a realizzarli (non senza enormi fatiche) e crediamo non si discostino molto da quello che potremmo permetterci rivolgendoci ad un “professionista”, anzi forse non potremmo permettercelo proprio! Abbiamo un team di lavoro affiatato e mutevole, riusciamo a trovare aiuto un po’ qui e un po’ là e le dinamiche vissute durante i lavori sono qualcosa di speciale che a nostro parere arricchiscono di imperfetta umanità il prodotto finale. Booking e “ufficio stampa” sono in gran parte gestiti personalmente, ovviamente con molte difficoltà, cerchiamo di instaurare un rapporto umano con gli addetti ai lavori ma non è facile…noi teniamo duro su questa strada!
Ragazzi l’intervista è conclusa, lascio a voi le ultime parole…Vorrei conoscere i vostri progetti futuri e lasciate pure un messaggio ai nostri lettori! A presto!
Stiamo definendo i Live della stagione autunnale, nel frattempo siamo già all’opera per un vero primo disco completo, magari spariremo per un po’ quando sarà il momento di concentrarci sulla realizzazione del prodotto. E Siamo alla ricerca di un produttore giusto che possa affinare le nostre potenzialità!
Ricordate di sostenere la musica italiana VERA acquistando i prodotti e presentandovi ai concerti; you tube non basta per conoscere l’essenza di una band! La musica (live) è un’arte poliedrica composta da contenuto, tecnica, attitudine e show. Ci permettiamo di dire che il rock non è dettato solo dal genere ma soprattutto dal modo di fare e interpretare. Nel rock di oggi ci sono troppe fighette. Spesso la realtà è molto diversa da quello che ci propone la radio, la tv e il satellite.
Vi aspettiamo allo Chalet Rock Pub di Costa Masnaga LC il 18 Settembre e il 19 Settembre al Teatro San Teodoro di Cantù CO! Fate un giro sul nostro sito www.nebraband.com !
Stefano ti ringraziamo tantissimo per l’attenzione che ci hai dedicato, grazie a tutta Metal in Italy!
Ti aspettiamo da qualche parte per berci una birra insieme!