Le cose stanno girando per il verso giusto, ma i Nümph sono sempre alla ricerca della continua evoluzione. La band di Massa Carrara sa che nulla piove dal cielo se si resta lì immobile a guardarlo inermi ed allora, maniche arrotolate, tanta passione per la musica e via con i progressi. Tutti meritatamente conquistati.
Dopo aver recensito “Theories Of Light” abbiamo chiesto alla band un’intervista più approfondita per capire meglio le dinamiche e conoscerla da vicino.
Per Metal In Italy ecco le dichiarazioni del chitarrista Luca Giampietri. Enjoy!
Ciao Luca e benvenuto su Metal In Italy. Partirei dall’ album, “Theories Of Light”, ovvero l’ultimo vostro lavoro. Che tipo di riscontro avete avuto fino ad oggi?
Molto buono direi! Le recensioni sono state davvero positive ed in generale inizia a crearsi un certo interesse sul web. Vediamo adesso il riscontro del pubblico quale sarà, ma il fatto che alle prime date tanta gente che non ci conosceva si sia interessata alla nostra musica e abbia voluto supportarci, fa pensare che il meglio per questo album debba ancora venire.
Ascoltando l’album è evidente che “Theories Of Light” non sia un titolo buttato lì a caso.
L’impressione è che l’intero lavoro giochi sull’idea di un’indagine sulla “luce” nel senso più aulico del termine. E’ così?
Il titolo Theories of Light è anzitutto un titolo programmatico, perché in un certo senso descrive la nostra musica, fatta di chiaroscuri e di contrasti. Non si può infatti immaginare il concetto di luce senza considerare il concetto di buio. Sono contrasti di atmosfera, di dinamica, ma anche dualismi nelle tematiche dell’album, come individuo e moltitudine, natura animale e divina dell’uomo, ragione e spiritualità. Oltre a questo, l’”organizzare la luce” richiama la natura cinematografica dei pezzi, come se fossero qualcosa da visualizzare oltre che sentire.
Dal punto di vista stilistico, quali sono i vostri punti di riferimento per quel che concerne il songwriting e la produzione finale del lavoro?
Non è semplice trovare il punto dove le due cose si separano, comunque tra le tantissime influenze di questo lavoro direi Soundgarden, Mastodon. A Perfect Circle, Nine Inch Nails, Tool, Isis, Opeth, Pink Floyd e Sigur Ros.
Puoi spendere due parole su “An Angel”, per favore? Questa canzone mi ha conquistata!
Lieto che ti sia piaciuta! “An Angel” è fondamentalmente un pezzo di riconciliazione con se stessi e col tutto, alla fine di un lungo percorso. Parla della fine dell’affermazione del se a tutti i costi e della ricongiunzione alla propria parte più spirituale. Ciò non toglie che la scoperta e l’affermazione del se siano un punto importante all’interno dell’album, perché capire chi siamo ci da un punto di riferimento per orientarci nella realtà che ci circonda. Solo che alla fine si rivela comunque inadeguato. Certi misteri non possono essere svelati, possiamo solo averne consapevolezza.
Qual è invece la tua canzone preferita dell’album e perchè?
Ti direi “An Angel”, ma mi hai già anticipato tu. Quindi dico “Theories of Light”, perché è una specie di manifesto dell’album, dove i suoni e le atmosfere che seguiranno nel resto dell’album ti passano davanti, come fosse una overture. Non hai idea di quanto lavoro ci sia costato far scorrere in maniera naturale e fluida così tante sezioni differenti. Comunque sono molto affezionato a tutti i brani, anche perché le canzoni che ci sembravano sottotono sono state tolte dall’album…
Quanto impegno e sacrificio richiede un album autoprodotto?
Tantissimo. Ti concede la totale libertà sulle scelte e sulle tempistiche, ma portare a termine questo e soprattutto farlo esattamente come volevamo, curando ogni dettaglio è stata un impresa titanica. Di certo siamo stati agevolati dall’avere uno studio nostro e dal fatto che Giuseppe è un tecnico del suono ed io comunque avevo delle idee abbastanza chiare sul come produrlo. Questo ha in parte ammortizzato i costi, permettendo di dirottare le risorse verso il mixing ed il mastering, che non a caso sono di Matt Bayles (Mastodon, Soundgarden) e Ed Brooks (Pearl Jam). Detto questo, secondo noi resta l’unico modo per produrre un prodotto di questo tipo per una band che, come noi, non naviga nell’oro.
Ultimamente avete annunciato l’ingresso in pianta stabile di Alberto Vatteroni alla chitarra. Perchè questa scelta?
Le parti di chitarra di Theories of Light sono state scritte pensando di dover essere divise nel live fra me e Marco. Quando ci siamo messi a preparare il live le abbiamo provate a lungo e, sebbene non ci fossimo grossi problemi, gli impedivano di concentrarsi al 100% sull’interpretazione vocale. Abbiamo quindi preferito lasciargli un po di margine per potersi esprimere al meglio e abbiamo affidato le parti di chitarra ad Alberto, che è un ottimo chitarrista ed un ottimo musicista.
Una seconda chitarra presuppone un nuovo modo di lavorare e fare musica. E’ così?
Diciamo che nel nostro caso è un risorsa in più. Quando scriveremo materiale nuovo non dovremo più considerare il vincolo del cantato rispetto all’esecuzione delle parti di chitarra, perciò aspettatevi cose folli…
Novità all’orizzonte per quel che riguarda un nuovo album?
Abbiamo un po’ di materiale che non ha trovato posto in questo album perché non si legava al resto dei brani. Stiamo valutando se rielaborarlo e creare un EP, prima di lavorare sulle idee nuove. La creazione di un nuovo album comporta uno sforzo di tempo e risorse notevole, perciò preferiamo concentrarci sulla promozione di Theories of Light e accumulare materiale man mano, prima di iniziare il lavoro di scrittura vero e proprio.
Domanda off topic – quando faccio io le interviste la faccio sempre! – Tra i grandi classici del metal, quale canzone avresti voluto scrivere?
Un classico moderno: Catch 33 dei Meshuggah, che al momento della pubblicazione è stato separato in tredici tracce, ma è di fatto un’ unica grandiosa composizione.
Un saluto per i lettori di Metal In Italy. Grazie per averci seguito in questa intervista. Se vi piace la nostra musica venite a sentirci dal vivo, non ve ne pentirete! Grazie anche a Metal In Italy e a presto!
Vi segnaliamo Pagina Facebook della band ed il canale Youtube dove ascoltare la musica targata Nümph.