Nel recensire “The Death: schierati con la morte” (leggi qui la recensione) avevamo parlato di un disco che la capacità di suonare violento, putrido e viscerale, risultando del tutto onesto e genuino. Questa impressione è stata avvalorata dall’intervista che segue e dalle parole del mastermind degli Oltretomba, ovvero L.D., che si occupa di voce, chitarra e basso.
Benvenuti su Metal in Italy, ragazzi! Ho letto che siete attivi dal 2007, vi va di presentare la band ai nostri lettori e descriverci i dischi che hanno preceduto l’ultimo e, a mio avviso ottimo, “The Death: Schierati con la morte”?
Ciao e grazie per l’apprezzamento. Attualmente in formazione siamo Falco alla batteria, insieme a me come voce e chitarra (oltre che basso nelle registrazioni). Il nostro amico Cochise ci ha seguiti dalla registrazione del demo (2012) a quella dell’album (2014) come bassista; stiamo continuando in due, sia live che per le (prossime) registrazioni. Oltre le due citate abbiamo rilasciato un singolo nel 2013: ne abbiamo approfittato per presentare l’album ed includere due brani in versione pre-mix, praticamente quello che è stato realmente registrato ‘al naturale’, seppure il missaggio non è stato invasivo.
In sede di recensione ho scritto che voi riuscite dove molti falliscono: essere estremi nei suoni, nell’attitudine e nell’approccio alle canzoni, risultando credibili e onesti. Come nasce un vostro brano e quali sono le fonti di ispirazione?
Essendo unico compositore e passando moltissimo tempo chiuso nel mio loculo, tendo (sia per come arriva il getto, sia per comodità di stesura) ad avere già una bozza arrangiata con chitarre e basso su dei tempi di batteria indicativi, nel senso di farmi suonare tutto in testa insieme mentre compongo. Così posso inviare il file registrato al volo a Falco (vivendo a 50 km di distanza da me) così che durante le prove il brano sia già entrato nell’orecchio in linea di massima. Lì ci sono poi quei ritocchi – dai riff da ripetere o diminuire alle velocità ed espressioni varie – che danno vita alla composizione. Dico ‘dar vita’ proprio per indicare, come Frankenstein, che entra quel voltaggio necessario a far camminare la bestia. E’ per questo che come progetto solista ero rimasto fermo a 3 brani e due in attesa, fondamentalmente, non lo trovo un genere adatto a nascere e finire in sala di registrazione. Le ispirazioni arrivano dalla quantità di musica che ho sempre ascoltato, in passato più che oggi (il non brillante periodo scolastico ne fu un’altra conseguenza); il non aver apprezzato la piega che ha preso il metal in generale, mi ha portato ad ascoltare sempre più musica VECCHIA, fino agli anni 60/70. Il fatto che anche Falco apprezzi certi generi ha reso spontaneo suonare VECCHIO in sala prove; ne ho conosciuti alcuni, di musicisti, che non avrebbero retto il suonare qualcosa di così poco tecnico, che non ti fa guadagnare il titolo di primo della classe e Gran Virtuoso della contea…
I testi sono in linea con la musica proposta. Non ho capito, però, se c’è un filo conduttore, un concept, alla base dell’album o se le singole canzoni affrontano tematiche diverse. Potete chiarire questo importante aspetto della vostra musica?
Non ho valutato un singolo concept in effetti. L’idea di suonare con gli Oltretomba è nata da alcuni brani scritti per gli Athanor (dove già suono dal ’98), che non erano idonei per quel che stavamo preparando. Quando con loro le cose hanno iniziato ad andare a rilento, mi sono focalizzato su questo gruppo curando man mano altre stesure che seguivano istintivamente il getto delle prime tre. Non mi ero posto domande su cosa sarebbe dovuto uscire, avevo voglia di suonare quei brani in sala prove principalmente. L’unica cosa che avevo in testa però, era l’intenzione di mantenere tutto orrorifico, satanico ma senza quel lato che chiamarei spirituale, per lasciare spazio a qualcosa di beceramente blasfemo ed offensivo. Come se nessun interlocutore – sempre parlando di cosa avevo in mente – avrebbe potuto trovare la minima motivazione ad obiettare e discutere su qualcosa di così immorale e sfacciato… terra terra… e sotto terra! Niente filosofia, niente emblemi e proclami se non il suonare ancora una musica da strada come io ho sempre visto il metal estremo. “Lustful Skin” è stata la prima che ha originato l’idea degli Oltretomba e parla di un prete spretato. “Cult of the shadows” va a toccare il mio interesse per l’occulto e l’adorazione per il diavolo, che si potrebbe definire antica quanto l’uomo e che egli stesso mantiene in terra oggi; “To turn a storm against god” (la g rigorosamente minuscola quando mi riferisco a nomi ‘santi’) è quasi aulico, nascendo per l’interesse verso l’Alta Magia. “Silence… people are dying!” la composi poco dopo le primissime tre ma era ancora senza testo quando si iniziarono le prove con Falco e poi con Cochise: siamo però stati interrotti, proprio in quel momento, da una residente che chiedeva di interrompere tutto per via di un lutto testé sopraggiunto. Io sono riuscito ad aspettare che si allontanasse, prima di scoppiare a ridere e se non erro fu proprio Falco a dire che avrebbe meritato di essere l’oggetto del testo… Per altre il significato credo sia ancora meno comprensibile, come “No future” che potrebbe parlare di attualità o “They are coming” che è quasi un necro-western per certi versi (sono patito per i vecchi Spaghetti Western ma non è stato un collegamento voluto).
Ho avuto modo di guardare il video di “Damnation Forth” **intendi la ripresa live che ci hanno fatto ad un concerto? Altrimenti di videoclip ufficiale abbiamo solo Lustful Skin** e so che probabilmente ne realizzerete un altro prima dell’uscita del nuovo album. Mi ha colpito il vostro interesse per le atmosfere macabre, morbose e decadenti. Da dove nasce una passione del genere e quale sarà lo stile dell’eventuale prossimo video?
Maglie, bandane varie con teschi, anelli e collane (tante, che tintinnino quando mi muovo!)… ho iniziato a riempirmene dopo che alle scuole medie mi duplicai la cassetta di ‘Killers’ degli Iron Maiden… E’ stato quello a fregarmi, i preti hanno ragione: è musica del diavolo, state attenti. Certo, dire se sia stato un grillo adolescenziale o qualcosa che in ogni caso mi avrebbe preso è questione di punti di vista, per fatalisti o scettici. Fatto sta che gli anni sono passati e mi sono ritrovato quegli album, vedere e rivere i film horror più classici o altri più ricercati (per così dire… e un saluto a Lucio Fulci), la stanza sempre con candele e qualche croce ovviamente dal lato buono come si deve… praticamente mi ci sono ritrovato e ci sono cresciuto, non ho mai sentito la necessità di provare altro. Non dico che si rimanga per questo dei pischelli, è chiaro, solo che da certe cose se non ci si muove alla fin fine ci si mettono le radici e lì cresce l’albero; mi rilassa realmente passare del tempo in posti bui ed isolati, anche li dove e quando potrebbe non essere del tutto legale. Le fiamme delle candele mi ipnotizzano, i cimiteri – per quanto tecnicamente siano semplice cumulo di cadaveri – soprattutto di notte mi fanno sentire qualcosa di diverso addosso. Anche seppellirci per scattare le foto di “THE DEATH…”, nato come al solito tra il serio ed il provocatorio, non è stato come un normale set fotografico. Sono rimasto qualche minuto completamente sepolto di terra ed è stata un’esperienza assolutamente da ripetere (se poi non si esce in tempo, diventa anche unica). Sentire tutto attutito, come lontani dal proprio stesso corpo. E’ il caso di dire provare per credere!
Stavamo già preparando un video per “The altar of succubus” per riportare varie scene che ho in testa mentre la suono; purtroppo però, dopo le prime riprese ci sono stati dei problemi ed è attualmente rimasto in sospeso. Ho invece racimolato un paio di cose interessanti tra le ragnatele del mio armadio, perfette per un’altra idea con un nuovo brano. Niente che faccia chissà quale scena, nemmeno mi piace procurarmi roba datata apposta per sventolarla in base all’occasione, ma queste le avevo lì come cimeli e si riveleranno tutto sommato interessanti…comunque registreremo qualcosa anche durante le registrazioni, così da rendere maggiormente partecipi gli ascoltatori su quello che combiniamo li…
So che state già lavorando sul prossimo materiale da pubblicare e so anche che si parla di nuovi brani, una cover e uno split. Potete darci delle informazioni al riguardo? In quale direzione andrà il nuovo materiale?
Abbiamo suonato alcuni nuovi brani in sala prove da diversi mesi, in questi giorni stiamo preparando le registrazioni. Uno di questi lo abbiamo anche testato dal vivo in qualche occasione (per chi avesse assistito al misfatto, il brano è ‘Her eyes’, da non confondere per pronuncia con Arise!!). Puntiamo proprio a registrarne tre, visto che ci sarebbe anche l’idea di uno split con un grande gruppo italiano; e si, registreremo anche una cover come tributo al death metal, di uno storico gruppo che è attualmente tra i pochissimi a suonarlo ancora come si deve!
Tornando agli inediti, uno (quello già suonato dal vivo) lo composi quando andavo ancora al liceo, minimale, rimasto li ad aspettarmi a lungo ma una volta suonato alle prove è stato imbellettato a dovere, come la salma prima di essere messa nella cassa… degli altri due, uno in particolare punta proprio sul riuscire a trainare anche a bassi giri, come un trattore che porta un aratro conficcato nel terreno a diversi metri di profondità: la strada lentamente ma inesorabilmente divelta. Dopo tutto nel testo si parla della preparazione di una particolare opera d’arte, un lavoro certosino nonostante il sangue che inevitabilmente lascia colare qua e la. Anche la linea vocale ed il testo, spesso, proseguono insieme ai riff di chitarra, così da rendere il risultato compatto per quanto semplice. In linea di massima per il prossimo cd non ci sono cambiamenti per quel che riguardano i concetti e lo stile, ma non per essere una ripetizione esatta del precedente. Quello ci è servito molto per capire se avremmo centrato qualcosa ed ora sappiamo che la roba venuta fuori (non solo l’album in sé) ci piace, per ora non troviamo altro da aggiungere se non ulteriori resti (dis)umani.
Vi definite esponenti del Retrogarde Metal. Mi piacerebbe che spiegaste ai nostri lettori l’accezione di questa definizione. Io, avendo ascoltato più volte “Schierati con la morte”, la interpreto in questo modo: il metal estremo ha subito molteplici evoluzioni che lo hanno condotto a forme avanguardistiche spesso deleterie per il genere stesso, tanto da sopprimerne l’essenza, cioè l’attitudine senza fronzoli e quel sound marcio e morboso senza il quale è impossibile parlare di “estremismo sonoro”. Siete d’accordo o la mia è un’interpretazione errata?
Cosa aggiungere? Centrato in pieno! A noi sembrava quasi ovvio il suo significato, eppure qualcuno proprio in una recensione si è chiesto se non intendessimo ‘Retrograde’, relegandolo al concetto di retrogrado come gretto. Anche per quel che riguarda la definizione di Retrogarde, la decisione è saltata fuori da normali conversazioni sul fatto che ora si punti sempre sull’innovazione data dalla contaminazione, tutto diventa sperimentale ed avanguardistico… quindi se oggi qualcuno suona Avantgarde, qualcun altro dovrà pur suonare Retrogarde! Il metal è bello quando è sporco, non quando è pompato; è vero che se metti il gain al massimo e spari un compressore, senti ‘qualcosa di più’, ma se la tua canzone suona cattiva anche con il canale pulito allora c’è l’ingrediente principale. Ma soprattutto, se hai appena comprato le New Rock da 400 euro dopo ore di giri tra i migliori centri commerciali, ti ci vorrebbero poteri di telepatia e telecinesi per trasmettere realmente qualcosa a chi ti ascolta. Se vuoi un suono potente, devi suonare potente, ha detto quello; ed il proprio stile di vita influenza sempre, in positivo o in negativo, quello che si fa. Tanto i suoni quanto i canali di promozione attuali pare abbiano generato un esercito armato fino ai denti ma senza la preparazione allo scontro. Dove si è spezzato il filo? Noi, con la comodità di chi è libero da vincoli di sorta con qualche grande etichetta discografica, senza il peso di un grande nome che ci possa far sentire in qualche modo forzati ad accettare certi compromessi, abbiamo cercato di ripartire dal punto più basso, dove abbiamo comunque portato la nostra esperienza come musicisti provenienti da gruppi precedenti (Falco malmena le pelli già nei Malanoctem). Quantomeno, se tutto dovesse fermarsi a questo o al prossimo album, potremmo dire di esserci goduti ogni singola suonata, ignoranti e laidi!
“Oltretomba significa intolleranza”. Potete spiegarci il significato di questa affermazione? Io credo che vi riferiate al fatto che il metal estremo non può e non deve scendere a patti con elementi che possano snaturarne l’essenza.
Esatto. Quel termine è tra le primissime cose che ho tenute care; andando sul personale, più di una volta sono stato tacciato di essere una persona intollerante. Questo, strano a dirsi, sempre da persone che non avevano la minima capacità di accettare stili di vita diversi dal proprio: la chiesa si è inventata che Satana è il cattivo, nemico dell’uomo? Tutti con Satana allora! Stesso discorso, una massa di pecoroni addita me come intollerante, perchè non accetto quelle deviazioni morali, religiose e sociali che sono diventate la norma? Allora sono ultra intollerante! Se ho reso l’idea, è questo uno dei punti portanti per il gruppo. Poi, detto tra noi no, non sono mica un orco; al massimo un tantino selettivo…
Ho notato che dal vivo vi presentate con il face painting e con un abbigliamento particolare. Da dove nasce questa esigenza? Cosa rappresentano i vostri costumi di scena? Io credo che creare la giusta atmosfera anche attraverso l’allestimento del palco, cosa che voi proponete, sia importante per creare il giusto feeling. Siete d’accordo?
Certo. Ti dirò… non vorrei risultare noioso o addirittura spocchioso nel parlare sempre in negativo di cosa vedo nell’atteggiamento altrui, ma pare che nei famosi anni d’oro alcuni lo considerassero semplicemente dovuto, il face painting. Uguale e contrario a quel che accade oggi, dove non devi fartelo se vuoi essere te stesso, per non seguire nessuna moda e perché oramai sei un musicista cresciuto e pasciuto. Non vai a spuntarti i capelli ed indossare la camicia per dimostrare a mamma, papà ed alla sposa che sei un vero uomo oramai. Vedi, la prima foto che si vede nella copertina del nostro primo demo in cassetta, una volta aperta la custodia, raffigura Falco che vomita ubriaco in un cimitero con tanto di face painting. Non è stato un autoscatto per bullarsi con gli amici del bar (o di facebook!), stava semplicemente bevendo oltremodo con un amico, io purtroppo quella sera non c’ero cavolo. Pare che ci fossero varie chiazze di vomito qua e la quando, all’avvicinarsi dell’alba, riuscirono con fatica a scavalcare nuovamente le mura per far ritorno a casa. E’ capitato, lo sanno solo gli amici che lo frequentano ma quando abbiamo preparato la copertina, quella foto doveva essere necessariamente inserita (insieme all’altra più all’interno, dove era oramai alla mercé delle – fortunatamente non incombenti – anime del camposanto) anche se chi la vede non può certo capire cosa stesse accadendo; un puro e semplice pezzo di vita, di quelle cose da raccontare a figli e nipoti. Ognuno di noi ha la propria vita, casa, lavoro (per quel che si può), amici e donne da sposare (per quel che si dovrebbe), ma questo non comporta la necessità della fatidica cravatta e di una faccia pulita. Ammesso che tu stia suonando davvero qualcosa che ti piace e ti rappresenta, si torna sempre al solito discorso. Una mega premessa per rispondere in breve: il cd e chiaramente ancora di più il live sono il climax delle idee musicali. Un po’ come il detto ‘non c’è mai una seconda possibilità per dare la prima impressione’: per quanto i brani siano quelli, per quanto li si possano eseguire nel medesimo modo, io non voglio nemmeno pensarci agli Oltretomba che suonano in teatro davanti ad una platea ordinata e composta, comoda, che attende l’intervallo per la pausa thé/caffé. Noi, quando suoniamo sudiamo (con molta probabilità anche con annessi odori) ed io personalmente se non fossi un minimo stanco quando ho finito, sentirei di aver perso tempo. Figurati se lasceremmo che il pubblico ci ascolti in un contesto sobrio ed accogliente! E per concludere aggiungo anche che attualmente stiamo usando come intro per i live la colonna sonora di ‘The Fog’ di John Carpenter… per accompagnare verso l’oltretomba…
Spulciando la vostra pagina Facebook, mi sembra di intuire che siete molto attivi sul fronte concerti, anche perché credo che il vostro materiale sia particolarmente adatto a essere proposto dal vivo. Avete partecipato a qualche festival importante? Quali sono i programmi futuri al riguardo? Siete attualmente impegnati in un tour di supporto all’album? Ragazzi, vi ringrazio per la disponibilità e in bocca al lupo per i progetti futuri!
Una certa continuità per i live è un’altra cosa venuta fuori da sé. Avendo deciso di usare facebook solo come alternativa in aggiunta al sito personale, come comodità per chi lo usa e vuole ricevere lì gli aggiornamenti, abbiamo preso come ovvia alternativa (che poi sarebbe il contrario, è facebook l’alternativa alla normale promozione per un gruppo) l’attività live. Ma si sa, anche la musica sta attraversando il suo periodo di crisi – o di cambiamento -, l’affluenza ai concerti è bassa per cui bassi rimangono i pagamenti che offrono i locali per i gruppi; tanto che per spostarci oltre un certo numero di chilometri è indispensabile riuscire ad avere più di una data nel tragitto, così da coprire meglio le spese di viaggio. Questo ci ha fatto vedere come nella nicchia in cui si trova un certo genere ci siano sempre gli irriducibili che ascoltano un gruppo anche dal vivo e comprano il cd se vogliono/possono. Non che noi abbiamo avuto folle esagerate ai nostri concerti, ma mi aspettavo davvero meno; è stato un modo per riprendere un minimo di fiducia su certe cose e dargli ancora un senso. Anche la collaborazione con altri musicisti è stata ottima, come con Valerio degli Homicide Haggriden e Enisum ed i ragazzi dell’agenzia Yolk (con Carlo degli Aufbruch e Max dei Necroart): tutti hanno dimostrano di sapere cosa vuol dire supportare altri musicisti anche quando non abbiano nomi altisonanti. Stesso discorso per piccoli o grandi organizzatori di concerti come i ragazzi della DarkEyes Collective o della BlackDawn agency (grazie a questi ultimi in particolare abbiamo potuto condividere il palco con grandi gruppi stranieri come Venom, Archgoat, Hobb’s Angel of death, Taake, senza contare gli altri validi italiani che riuscivano ad aggiungere nella stessa serata). Per questo, visto l’ottimo riscontro nelle varie date che siamo riusciti ad avere per far girare la nostra robaccia, cercheremo di puntarci ancora finchè verremo apprezzati abbastanza da ottenere il nostro spazio. L’unico vero problema è la difficoltà nell’essere inseriti in eventi di maggiore rilevanza anche a livello nazionale, senza dover pagare… ma l’intervista è giunta ai saluti e sul discorso ‘pagare per suonare’ tanto s’è già detto, tanto ancora se ne dirà, ma non qui e non ora.
E’ stato un piacere aver potuto parlare di certe cose con chi ci ha apprezzati, oltre ad essere un grande aiuto per farci conoscere. Grazie del tempo che ci hai dedicato, dall’ascolto VERO del nostro lavoro ad una sua recensione e le giuste domande per capire che gentaglia suoni realmente negli Oltretomba; non è una lavata di faccia dovuta al fatto che ci hai apprezzati, ci sono stati realmente recensori che oltre al giudizio positivo, hanno a conti fatti solo sprecato quei (2) minuti dedicati all’articolo sbrigativo. Anche per ‘voi del settore’ si possono fare i distinguo su cosa si faccia per passione e cosa per facciata!