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Oltretomba: “The Death: Schierati con la morte”

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Oltretomba-THE-DEATH-2014

Gli Oltretomba, band attiva dal 2007, sono un toccasana e vi spiego subito il perché: riescono dove decine di band, anche molto blasonate, falliscono miseramente. “The Death: Schierati con la morte”, album death metal totalmente old school, registrato e missato dalla Fistbang Records nel 2013 ed uscito nel 2014, riesce infatti a dare forma e sostanza al concetto di metal estremo che, a giudizio di chi scrive, deve avere alcune caratteristiche imprescindibili: aggressività, attitudine e produzione marcia, sporca e disturbante.

La forza di questo disco risiede proprio nella capacità di suonare violento, putrido e viscerale, risultando del tutto onesto e genuino. Quanti gruppi estremi, oggi, si muovono in questa direzione? Pochissimi, purtroppo. Ripeto, la scelta dei suoni è fondamentale. Utilizzare testi blasfemi e ritmiche velocissime non significa essere estremi, soprattutto se ci si avvale di una superproduzione pulita e plastificata, a mio avviso in grado solo di snaturare e distruggere l’atmosfera malsana che un disco estremo dovrebbe sempre sprigionare.

Gli Oltretomba, invece, riportano il metal estremo nel suo luogo d’origine, cioè le cantine umide, fredde e infestate dai topi, dove si suona con passione, sputando sudore, lacrime e sangue. L’intro ci accompagna in una cripta gelida, catapultandoci in un vortice sonoro fatto di riffoni veloci e vorticosi, ritmiche serrate, rallentamenti e linee vocali brutali e senza compromessi (ascoltare “The altar of succubus” o “Damnation forth” per credere). Death metal, dunque, ma di quello vero, autentico e old school, con influenze del caro, vecchio thrash che fu. Non si può rimanere indifferenti al cospetto del magma sonoro di canzoni al fulmicotone come “Ashes to dust”, dominata dalla voce stentorea di L. D. e da riff pesantissimi, o “Crash the disincarnated”, altra bomba sorretta da ritmiche veramente trascinanti.

“Silence…people are dying”, invece, è velocissima, un treno in piena corsa, con un break centrale rallentato da brividi, che fa il paio con la successiva e terremotante “Lustful skin”, dall’assolo strisciante e perfido. Il massacro continua con “To turn a storm against god” e “Cult of the shadow”, dall’opprimente atmosfera centrale, che non spostano di una virgola le coordinate dell’album, ma che hanno il merito di confermare le qualità della band, cioè violenza, attitudine live e tonnellate di aggressività. “No future” e soprattutto la fantastica “They are coming” chiudono il cerchio, regalandoci ancora una volta un combo in forma smagliante, che devasta i nostri timpani con solos acidissimi e ritmiche assassine, sia veloci sia cadenzate. Grande disco, dunque, che ricorda a tutti come deve suonare un album di metallo estremo. Attendiamo impazienti il nuovo lavoro, che dovrebbe vedere la luce non fra molto.

Gli Oltretomba vanno supportati, soprattutto perché sono onesti, sinceri e davvero musicalmente estremi!