Gli Ordahlia Nera sono un progetto di recente formazione, anche le sue radici hanno iniziato a radicarsi una decina di anni da per volere di Ivo Ricci. La band ha pubblicato recentemente il primo singolo “Elizabeth Ann Short”, che fa da apripista all’album “Mask of Broken Glass”. Grazie alle domande di Erika Grapes conosciamo meglio la band.
Quando si sono formati gli Ordahlia Nera?
Vanna Basso: gli Ordahlia Nera si sono formati quest’anno anche se il progetto musicale è stato scritto una decina di anni fa da Ivo Ricci.
Il vostro batterista è Edo Sala (Folkstone, Bardomagno) come lo avete conosciuto?
Ivo Ricci: ho conosciuto Edo ad un concerto dei Justice.Inc. Successivamente, pensando alla line-up per Ordahlia Nera, oltre a Michele De Ponti e Alex “Raven” Colombo che mi hanno accompagnato spesso nei progetti passati, ho voluto un batterista all’altezza, che potesse essere fantasioso e allo stesso tempo preciso…chi meglio di Edo!
Il nome Ordahlia Nera prende ispirazione dal famoso assassinio della Dalia Nera, ne avete anche parlato nel vostro primo singolo. Perché è un argomento cosí importante per voi?
Vanna: sono appassionata di true crime da quando ero giovane; quando ho ascoltato la traccia musicale per poter comporre le linee vocali e il testo, la prima sensazione che ho
avuto è stata quella di essere dentro ad uno di quei film thriller che a me piacciono. La Dalia Nera rappresenta la fragilità umana, quell’ingenuità e insicurezza che si trovano in molte ragazze. Lei è stata uccisa nel 1947 in un modo atroce, fidandosi di colui che sarebbe poi diventato il suo boia. Purtroppo anche ai giorni nostri sentiamo spesso notizie che riguardano femminicidi e troppo spesso la vittima viene incolpata da chi in realtà nemmeno la conosceva. La gentilezza e l’ingenuità non dovrebbero essere viste come un fattore negativo.. io ritengo siano un pregio, ma il mondo gira al contrario!
La location del video di Elizabeth Ann Short è molto particolare. Ce ne volete parlare?
Ivo: Certo! Abbiamo girato il video in una loggia massonica a Milano. L’abbiamo scoperta lo scorso anno partecipando ad una mostra di quadri del nostro amico Alessandro Carozzi. Ci abbiamo trovato la carica giusta di misticismo e pathos, quello che cercavamo per raccontare la storia di Elizabeth.
Sarà possibile vedervi presto dal vivo?
Stiamo lavorando in collaborazione con il nostro manager Andrea Dulio e la nostra PR Erika Grapes per organizzare le prime date dei live.
A breve uscirà il vostro primo album “Mask of Broken Glass”. Perché questo titolo e quali sonorità ci troveranno gli ascoltatori.
Vanna: cercavamo un titolo dal significato profondo e reale. Volevamo inserire il concetto di maschera, perché crediamo che purtroppo il gesto di indossarla per coprire le nostre debolezze, faccia parte di questa società. Una maschera di vetro frantumata… questo perché, in fondo, chi ci conosce veramente sa chi siamo…ci vede attraverso quel vetro e prima o poi la maschera andrà in frantumi. Non dovremmo essere diversi da noi stessi solo per piacere agli altri. Siamo belli e reali nella nostra unicità.
Ivo: nell’album non c’è una canzone uguale all’altra, ma sicuramente in ognuna si possono trovare sonorità dark e per quanto riguarda riff di chitarra e alcuni assoli è più presente il
Thrash.
Un vostro messaggio ai nostri lettori.
Grazie fin da ora per l’attenzione che dedicherete alla nostra musica. Per noi il Metal è sinonimo di vita e chi lo ascolta ha una marcia in più, quindi…HORNS UP!! e ci vediamo ai
nostri concerti! Grazie a tutti per averci letto!