Gli Outrider hanno iniziato a muovere i primi passi nel 2008, da quel giorno sono passati nove anni, un lasso di tempo durante il quale sono cresciuti musicalmente e sono giunti al traguardo del primo album: “Foundations” (la recensione). La band, rimasta invariata rispetto agli esordi, ha deciso di non affrettare i tempi, di attendere la giusta maturazione artistica prima di incidere il disco d’esordio, del quale parliamo oggi in questa intervista.
Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy! Partiamo dalle presentazioni: chi sono gli Outrider e quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
Ciao a te Stefano e a tutti i lettori di Metal In Italy! In breve, gli Outrider nascono nel 2008 da un gruppo di amici appassionati di Metal/Rock e tanta voglia di suonare dal vivo. Dopo diversi anni, un paio di demo e un po’ di esperienza su svariati palchi della Lombardia (di supporto a band di rilevanza nazionale e internazionale – come The Sword, Alteria, The Fire e Adam Bomb), ci siamo concentrati sulla realizzazione del nostro primo album.
Il vostro album di debutto “Foundations” arriva a distanza di quasi dieci anni dalla nascita della band, perché avete atteso tanto prima di realizzare un full length?
Quando abbiamo iniziato a suonare come Outrider, eravamo tutti alle prime esperienze in campo musicale, sia come musicisti che come ascoltatori. In questi anni siamo cresciuti individualmente e, soprattutto, come band (la nostra line-up è esattamente la stessa degli esordi!). Durante questi anni abbiamo cercato di dare un’identità a questo progetto che non fosse solo una somma di quelle dei singoli componenti; sapevamo che volevamo uscire con un album che ci rappresentasse, ma abbiamo dovuto prima raggiungere una sorta di “maturità” come band.
Per la produzione mi siete avvalsi della collaborazione di Marco D’Andrea dei Planethard, come mai la scelta è ricaduta su di lui?
Conosciamo Marco da diversi anni ormai e ha assistito ad alcune fasi del nostro percorso; collaborare con lui è stato uno step naturale. Durante il lavoro per “Foundations” sapeva esattamente dove “spingerci” o “tirarci” per farci mettere nei brani quel “qualcosa in più”, sia in fase di scrittura che in fase di esecuzione.
Il vostro sound parte da una matrice Rock e presenta importanti sfumature Metal di stampo moderno. Come si è evoluta la formula degli Outrider dagli esordi ad oggi?
Come dicevamo prima, siamo cresciuti come musicisti, ma siamo cresciuti molto di più come ascoltatori. Siamo partiti tutti dai grandi classici Rock e Metal, quindi quello è il territorio dove ci sentiamo “a casa”, ma nel corso degli anni abbiamo ascoltato tantissima musica e visto tantissime band dal vivo, dei generi più diversi, dai grandi festival ai piccoli club, in Italia o all’estero. Vogliamo che la nostra musica sia diretta, godibile al 100% su disco e dal vivo, senza troppi artifizi, ma vorremmo proporre qualcosa che faccia capire che il disco è uscito nel 2017.
Nei brani ho notato un’alternanza tra passaggi veementi, aggressivi ed altri più melodici, distesi. Tra questi due aspetti qual è quello che rappresenta al meglio la band? O sono perfettamente speculari e complementari?
Guarda, in verità, è proprio la coesistenza di aggressività e melodia che ci rappresenta; in fase di stesura delle canzoni, non è mai capitato di dover dire “qui pestiamo perché il pezzo è troppo rilassato” oppure “adesso ci calmiamo e passiamo alla melodia”; è stato tutto molto naturale, perché per noi è importante tener viva l’attenzione di chi ascolta, ma senza disorientare.
“Foundations” ha dei suoni molto aggressivi, ma nessuno degli strumenti risulta artificioso, è stata mantenuta intatta la natura “live” della band. Siete d’accordo con questo mio punto di vista?
Certamente, e siamo contentissimi con il lavoro svolto dai ragazzi del Magnitude Recording Studio. Sia chiaro, non volevamo che fosse un “live” album, ma per noi i dischi migliori sono quelli che ti fanno dire “che botta, voglio proprio andare a sentire questi ragazzi, ci sarà da divertirsi!” e speriamo che chi ascolti l’album abbia qualche pensiero simile!
Negli ultimi anni è calata la vendita dei dischi, allo stesso tempo spesso ci si lamenta per la scarsa affluenza ai live. Secondo voi è più importante sfornare album o avere la possibilità di salire su un palco?
Per una band come noi, naturalmente, salire sul palco è la cosa che dà più emozioni, quando sei faccia a faccia con chi ti ascolta; ma senza un disco da supportare, senza nuovo materiale, pensiamo sia difficile anche per i fan relazionarsi con la band. Oltretutto, ci sono sempre più realtà e generi dove l’aspetto live non è la priorità.
Come sarà supportata l’uscita dell’album? Ci sono delle iniziative particolari, eventi che dobbiamo annotare sull’ agenda?
L’album fisico sarà disponibile per l’acquisto sulla nostra pagina Facebook, sul nostro sito (www.outriderrock.com), on-line sul sito della nostra etichetta Sleaszy Rider Records e, naturalmente, ai nostri live! A Settembre ci sarà il nostro release party; tutte le informazioni saranno presto disponibili sulla nostra pagina Facebook.
Grazie ragazzi per il tempo che mi avete dedicato, lascio a voi l’ultima parola per concludere l’intervista. A presto!
Grazie a te e a Metal in Italy per questo spazio e soprattutto un grandissimo grazie ai lettori! Non vediamo l’ora di farvi sentire “Foundations” e speriamo di vedervi prestissimo sotto il palco!