Home Interviste Padrini: “Il Punk Rock è fottersene e suonare a tutto volume!”

Padrini: “Il Punk Rock è fottersene e suonare a tutto volume!”

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Amano tutto ciò che fa “gangster”, altrimenti non avrebbero scelto un moniker così impegnativo. Ma l’aspetto più interessante dei Padrini è la loro visione del Punk Rock. In pratica, è l’assecondare ogni impulso che sentiamo dentro, perchè al giorno d’oggi per essere punk, la sola colla di pesce per sistemare la cresta è ormai roba superata.
I Padrini sono usciti qualche mese fa con “Demoni” (la recensione) ed ora non vedono l’ora di portare la loro musica in giro per l’Italia.

L’intervista:

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di Metal In Italy. Chi sono i “Padrini” e perché avete scelto proprio questo nome?
Miky: Ciao a tutti, e vi ricordo che almeno due di noi sono stati abbastanza metallari, quindi siamo nel posto giusto… Il nome deriva dalla passione per i film di mafia e gangsters in generale.

“Demoni” è la vostra ultima fatica discografica, ma può essere veramente definita così? Avere tra le mani il prodotto finito fa davvero dimenticare tutti i sacrifici profusi per la sua realizzazione? Vi ritenete soddisfatti per il risultato finale?
Più che altro i sacrifici iniziano dopo quando devi farlo uscire e promuoverlo con le conseguenti spese di gestione e tour, produrlo è la parte più divertente e creativa e anche se ci sono fasi del mixaggio che un musicista potrebbe evitare , si stringono i denti e si va a dormire odiando i tuoi stessi riff/cori/passaggi di batteria e via dicendo…ma quello che esce alla fine ti ripaga del tempo passato seduto dietro un banco mixer.

Le vostre composizioni hanno spesso un’attitudine “festaiola”, mi riferisco soprattutto alle parti dai ritmi più sostenuti, ma c’è spazio anche per la melodia e tante riflessioni…condividete questo mio punto di vista?
Si assolutamente infatti rispetto alle precedenti produzioni DEMONI tecnicamente ha dei ritmi meno serrati ma che poi se vai a vedere, anche proprio nel genere metal, spesso la pesantezza non è per forza dovuta alla velocità, quindi abbiamo creduto che certe melodie malinconiche e liriche introspettive potessero far diventare heavy un album meno aggressivo dei precedenti…

Tra l’altro ci sono diverse composizioni che godono di melodie accattivanti, che rimangono ben impresse nella mente e chiedono di essere cantate a squarciagola. Quando siete sul palco, qual è il grado di coinvolgimento del pubblico che viene ad ascoltarvi?

Ti rispondo fresco di release show in casa a Cagliari, e ti posso dire che vedo poche band dove il pubblico interagisce così tanto, forse perché noi non ci poniamo come la band che suona e basta ma creiamo una costante interazione col pubblico, inoltre il cantare in italiano rende sicuramente più facile per tutti poter cantare i nostri pezzi. Inoltre invitiamo spesso la gente sul palco o lasciamo un microfono alle prime file ,almeno durante i cavalli di battaglia….

Dall’album è stato tratto anche un video per il brano “Rondini”. È d’obbligo chiedervi perché avete scelto proprio questa traccia? Cosa rappresenta per voi?

Mah è l’ultimo pezzo sfornato insieme a “Come Stai” in take differenti rispetto agli brani del disco, e si è rivelato il pezzo che più si poneva come possibile singolo nel senso più classico: riff, ritornelli e strofe molto orecchiabili e allo stesso tempo scorre veloce senza annoiare. Ci è subito sembrata la carta giusta.

I Padrini sono attivi da oltre dieci anni, quindi avete vissuto tante esperienze. Sarà sicuramente una domanda scontata, ma quanto è difficile per i musicisti sardi suonare nel resto d’Italia? Ci sono delle difficoltà oggettive dovute agli spostamenti?
Dipende da dove vai a suonare, se già ad esempio devi andare da Milano a Roma è possibile che si spenda meno ma sopratutto si impieghi meno tempo, a partire in aereo. Unico problema devi trovare sempre chi ti presta la strumentazione e potrebbe capitare di esibirti con qualcosa che non rispecchia il tuo sound, ma essendo punk rock questo è abbastanza difficile e inoltre tutti quelli con cui abbiamo lavorato sono sempre stati super disponibili! Comunque a parte le difficoltà organizzative, col fatto che per forza dobbiamo prendere un aereo, gli spostamenti dall’isola sono spesso più rapidi e molto meno faticosi di chi si sposta in furgone e macina chilometri… C’è da dire che poi suonando praticamente solo i fine settimana è difficile fare più di due / tre date di fila e quasi sempre le facciamo nella stessa regione.

Il genere che proponete rientra sicuramente nella definizione Punk/Rock, ritenete che questa definizione calzi stretta alla band? “Etichettare” il sound di qualcuno credete possa essere riduttivo verso la proposta musicale?
Noi lo intendiamo più come attitudine che come genere musicale. C’è chi si autoproclama o etichetta portabandiera di un genere magari anche a seconda delle tendenze… però per noi punk rock significa appunto fottersene delle regole che limitano i generi e sopratutto riconoscere o comunque fregarsene dei propri limiti tecnici e dare spazio alla creatività e aggressività intrinseca, poi se mi chiedono dico punk rock perché per definizione è un rock più grezzo e veloce e senza peli sulla lingua. Poi ci sono certamente varie branche e correnti, è interessante studiarne la storia… ma al giorno d’oggi non c’è nulla di molto punk rock se non appunto fottersene e suonare a tutto volume questo è punk rock. Poi che uno curi troppo il proprio look punk mi sembra un paradosso, ma se noti bene è così… cosa è più punk? Tenersi addosso i vestiti con i quali magari hai dormito oppure metterci due ore con la colla di pesce per fare una cresta da esibire? In ogni caso qualsiasi cosa ti faccia sentire a tuo agio e magari possa molestare i benpensanti la definisco punk.

Prima di salutarvi vorrei sapere da voi quali sono le attività che ci saranno nel vostro futuro, come verrà supportata l’uscita di “Demoni”?

Nel modo in cui vanno le cose ora… Varie sponsorizzazioni Facebook, investire sulla presenza mediatica, girare altri due video-clip e fortunatamente ,alla vecchia maniera, fare un tour italiano che dovrebbe durare fino a fine dell’anno con almeno una ventina di date. Speriamo di raggiungere più regioni possibili.

Ragazzi io vi ringrazio per la disponibilità, lascio a voi l’arduo compito di concludere l’intervista con un messaggio per i nostri lettori. A presto!
Grazie a This Is Core per credere in noi e aiutarci a portare avanti il verbo. Cercate su google il Popobawa.