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Pagan Fest: live e photo report dalla gelida serata di Mantova

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E’ ancora ben impresso nella mia memoria il momento in cui, l’anno scorso, Massimo Mazzola, gestore delle serate metal dell’Arci Tom di Mantova, mi aveva preannunciato che stava organizzando il Pagan Fest per il 3 marzo 2018. E ancora più nitido è il ricordo della mia risposta, colorita da un po’ di immotivata saccenteria “Ottimo, così anticipi un po’ la stagione di quel tipo di eventi ma, con i primi caldi, riuscirai a sfruttare anche gli spazi esterni”.
3 marzo 2018: pioggia, neve, gelicidio, pioggia che gela, neve che pioggia, gelo che gela, autostrade bloccate. Ragazzi, se volete qualche consiglio sul periodo migliore per le vostre vacanze, non esitate a contattarmi.

Il festival si presenta con una formula abbastanza standard per un evento del genere: gruppi folk metal di elfi, nani, pirati ecc. che si alternano a spettacoli acrobatici, pole dance, danzatrici, figuranti, trampolieri. Immancabili i banchetti di artisti e artigiani che presentano i loro prodotti, sparsi nei cunicoli del locale.
L’affluenza preoccupa un po’: all’inizio è molto scarsa e si teme per la riuscita della manifestazione, anche pensando a due eventi concomitanti e di sicuro appeal, come le esibizioni dei Therion a Bologna ma, ancor più, dei Folkstone a Pavia. Le persone però continuano ad arrivare, anche se alla spicciolata, probabilmente a causa dei generali problemi di viabilità che hanno caratterizzato la giornata.

Nota estremamente positiva, tra il pubblico fanno capolino anche diverse personalità di spicco della scena italiana, Giacomo Voli (che suonerà con la sua band il 17 marzo qui al Tom), Chiara Tricarico (Teodasia) e Nicoletta Rosellini (Kalidia, Walk in drakness). Nel frattempo le persone continuano ad arrivare fino a raggiungere la massa critica verso le 21.
I primi a scaldare il palco sono i Duir, giovane gruppo locale che stupisce un po’ tutti per la qualità della proposta e la decisione nell’escuzione, che presentano il lor EP “Obsidio”. A seguire gli Atlas Pain che, personalmente, avevo già visto in occasione della presentazione dell’ultimo album degli Arthemis, proprio qui al Tom. Se in quell’occasione c’erano state delle buone impressioni, questa sera sono state pienamente confermate.
Dal Veneto arrivano poi i Vallorch, che presentano l’unica voce femminile della serata, oltre a una ghiornda e una fisarmonica! Anche loro non deludono scaldano il pubblico e preparano la scena per i Wind Rose, pionieri del dwarven metal e freschi dell’annuncio relativo al tour europeo che partirà ad aprile al fianco di Ensiferum ed Ex Deo. Durante la loro trascinante esibizione il pubblico non ha freni e si vedono (cosa ormai estremamente rara) un paio di walls of death, con immancabili abbracci finali fra ragazzoni sudati a torso nudo.
In chiusura di serata i veterani del folk italiano gli Elvenking: d’altronde, nella maggior parte delle mitologie dove sono presenti, gli elfi sono tra le razze più antiche del pianeta. Ancora freschi dall’uscita del loro ultimo album “Secret of the Magick Grimoire”, Damna, Aydan e compagni saccheggiano tutto il loro repertorio per offrire al pubblico più di un’ora di show e il pubblico, dal canto suo, mostra di apprezzare partecipando attivamente e intonando i brani più conosciuti. Una prestazione che mette in evidenza la continua crescita della band, che, nonostante gli anni che passano, non mostra il minimo segno di stanchezza, ne fisica ne, cosa più importante, artistica!
Decisamente una serata di quelle che riconciliano con la “scena”, sia sotto il profilo dell’affluenza (e chissà quante altre persone sarebbero venute se ci fosse stato un tempo più clemente) che della qualità della proposta artistica. E gli organizzatori sono già proiettati verso la seconda edizione!

La foto gallery:

DUIR

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VALLORCH

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WIND ROSE

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ATLAS PAIN

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ELVENKING

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