Partite con una formazione a cinque elementi, le Psychords hanno poi deciso di continuare in tre, trovando la giusta dimensione e l’affiatamento necessari per andare avanti. Abbiamo approfondito la conoscenza della band, della miscela di Punk/Rock proposta e del nuovo album “Save My Sanity”.
Ciao ragazze, benvenute sulle pagine di Metal In Italy. Iniziamo con le presentazioni: le Psychords sono una Punk Rock band tutta al femminile, adesso un trio, ma in principio eravate in cinque. Come mai questa scelta? Quali le tappe fondamentali della vostra carriera?
La decisione di rimanere in tre, non a caso il numero perfetto, è stata una conseguenza della nostra voglia di creare pezzi nostri, di mettere in musica le nostre idee. Cla è stata la fautrice della ‘spinta emotiva’, ci ha dato il coraggio di imbracciare dei nuovi strumenti, Violet la chitarra e Giò il basso, creandoci una nuova via. E ci siamo buttate ad occhi chiusi… dobbiamo dire che è stata la miglior scelta che potessimo fare!
Quindi il cambio iniziale è stato solo il primo passo: il seguente singolo “I wanna live like Joey Ramone” che ci ha lanciate all’estero, il tour in UK e la partecipazione come band emergente al Rebellion Punk Music Festival dell’anno scorso sono stati tutti passaggi fondamentali che ci hanno portate ad oggi, alla nascita del nostro nuovo album “Save My Sanity”. Ma siamo solo all’inizio del percorso quindi ci aspettano ancora tantissime cose belle!
Pensate che una formazione a tre sia più adatta al genere che proponete?
È più adatta per noi, per il nostro progetto, per la nostra idea di band, per la nostra affinità e complicità sul palco… le Psychords sono 3, punto. Non crediamo che esista la ‘formazione perfetta per fare punk’ è solo il destino che decide!
Nei mesi scorsi avete pubblicato “Slave”, secondo estratto dal nuovo album “Save My Sanity”. Potreste presentarci questo nuovo lavoro?
Slave è il secondo singolo, e secondo video, estratto dall’album “Save My Sanity”. È il distillato della società in cui viviamo oggi, un mondo buio dove ti vengono chiusi occhi e vene. Quindi non ti rendi nemmeno conto che non hai più la tua individualità, la tua libertà. Con questo urlo vorremmo semplicemente far aprire gli occhi: riprendetevi ciò che siete!
Il singolo parla di mancanza di libertà, di conformismo, sono tematiche ricorrenti in tutta la release o ce ne sono altre?
Inizialmente non ci eravamo accorte, ma quando abbiamo definito la sequenza dei brani ci è saltato all’occhio che si trattava di un concept album ‘inaspettato’, il cui filo conduttore è la libertà. Liberarsi da cosa ci chiederete? Dalle manette invisibili di una società che tende alla massificazione, che ha come obiettivo non dichiarato, tramite i media, l’instupidimento collettivo, che ti instilla la paura di tutto: del diverso, dell’amare, dell’autenticità. Come dice Palahniuk: “La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti… Fare i lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia. Non abbiamo né uno scopo né un posto, non abbiamo né la grande guerra né la depressione. La nostra grande guerra è quella spirituale! La nostra grande depressione è la vita…”. “E’ solo dopo aver perso tutto che siamo liberi di fare qualsiasi cosa…”
Essendo una band al femminile, avete mai riscontrato qualche forma di discriminazione da parte dei colleghi maschi o di chi vi ascolta?
Mmm forse potrebbe essere più che altro diffidenza, visto che le nicchie musicali locali sono generalmente composte da giri piuttosto chiusi, per cui se non sei nella cricca non vieni considerato… Ma “we don’t care”, e come l’acqua, ci siamo scavate altre vie! E come il fuoco continueremo ad incendiare palchi! Ma non è sempre così: con alcune band maschili c’è rispetto e collaborazione!
Pregiudizi da parte del pubblico ne abbiamo sentiti di rado solo in Italia… all’estero, come ben sapete, la mentalità è di gran lunga diversa! Però ci basta attaccare il jack e suonare e le idee si chiariscono subito per tutti: sì, anche 3 ragazze mingherline come noi possono suonare un punk violento!
In questi anni avete calcato palchi italiani ed internazionali, quali sono secondo voi le differenze tra il pubblico italiano e quello estero?
Come dicevamo prima il pubblico all’estero è di gran lunga più partecipe e ci sostiene maggiormente… però stiamo riscontrando, finalmente dopo anni e lungo lavoro, un piccolo focolare italiano di fan sostenitori! Quindi vi alimenteremo fino a farvi crescere a dismisura!!!
Quali sono le vostre principali influenze musicali? E, se poteste scegliere, con chi vorreste condividere il palco?
Le nostre influenze musicali principali vengono per lo più dagli anni ’70-80. Quindi dai Clash, dai Ramones… ma abbiamo anche una vena grunge, insomma tutta la buona musica che ci scorre dentro forma il nostro background! A Violet piacerebbe condividere il palco con Dave Grohl, quindi Dave se sei all’ascolto facci aprire un tuo concerto!