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Rainbow: ad una Rock band iraniana è stato impedito di fare una cover

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In occasione del 40° anniversario dell’uscita di “Rising” dei Rainbow, secondo album della band con Ritchie Blackmore (guitar), Ronnie James Dio (vocals), Cozy Powell (drums), Jimmy Bain (bass) e Tony Carey (keyboards, orchestron), pubblicato nel 1976, una band costiutita da cinque rockers iraniani avrebbe voluto celebrare l’evento con con una cover di “Stargazer”, ma è stato loro impedito.

Il gruppo costituito da cinque musicisti più un giornalista musicale e produttore, Mohsen “Stargazer” Fayazi, ha impiegato quattro mesi per provare, registrare, missare e masterizzare in un piccolo studio la traccia, realizzando anche un piccolo video, che avevano pensato di pubblicare nel giorno dell’anniversario. Sfortunatamente non è stato così semplice…

Mohsen afferma:

Sin dall’inizio il nostro fine è stato quello di mostrare rispetto verso tutte le persone coinvolte nella realizzazione di questo album magico, per condividerne la passione. Per questo abbiamo inviato una mail all’agente di Ritchie Blackmore, per chiedere il permesso di pubblicare in rete il video. Non è stato così semplice. Non sapevo che i diritti dei primi due album dei Rainbow non appartenessero più alla band. Ho dovuto discutere per spiegare la situazione, ogni volta mi si presentava una nuova compagnia e dovevo spiegare tutto dal principio”.

La situazione si è complicata:

Credo che fossero un po’ confusi, ma non è colpa loro, sono certo che fosse la prima volta che ricevevano una mail da qualcuno in iraniano chiedendo il permesso di fare tutto ciò. Devo dire che sono stati molto gentili, mi hanno aiutato durante la discussione, ma dopo diverse email avanti e indietro, ho ricevuto la notizia che coloro i quali possiedono i diritti avevano rigettato la nostra richiesta, ma l’avrebbero considerata se avessero ricevuto dei soldi, senza però garantire che avremmo ottenuto il permesso. Non abbiamo modo di pagare, perché guadagnare soldi non era il nostro fine, non stavamo vendendo un disco. Inoltre, a causa delle sanzioni, non ci sono banche straniere che lavorano con l’Iran, per questo è impossibile trasferire denaro. Ciò mi ha davvero scioccato, perché avremmo voluto condividere la nostra passione e l’amore per questa canzone con il resto del mondo. È un peccato che ciò non sia stato possibile, ma credo che non abbiano compreso a fondo la situazione in Iran”