E’ un piacere avere la possibilità di scavare nell’underground italiano ed ascoltare prodotti di giovanissimi che con il talento hanno un bellissimo rapporto.
E’ il caso dei Random Effect, post grunge band proveniente dall’Emilia Romagna alla prova del disco con “Alive“.
Un album minimale che serve da vetrina a tutto quanto elaborato in questi anni e precisamente dal 2013; ma per quanto minimal è un ottimo biglietto da visita, segno che, come spesso accade, la semplicità è sempre l’arma migliore.
I Random Effect hanno una serie di carte vincenti che, se sfruttate come si deve, potranno portarli a chiudere la mano con la scala reale.
Si parla di grunge, ma non sfugge il blues, non sfugge il punk e tante altre varie contaminazioni che denotano anche un certo gusto nella fase di songwriting.
Ho un debole per le voci cattive, sporche, quelle che ti entrano più facilmente nell’anima. E quella di Veronica Iacaroni è senza dubbio tra le più interessanti del panorama. Ha gli occhioni di Amy Lee e la grinta sfrenata di Lzzy Hale: un bel connubio che aspetta solo di essere domato, ma non per togliergli spontaneità, piuttosto per aumentarne l’efficacia.
Al basso e alla chitarra troviamo lo stesso cognome, (quasi) lo stesso volto, ma due persone diverse: le gemelle Bianconcini. L’ottimo lavoro realizzato con il batterista Lorenzo Monti fa sì che l’amalgama dei suoni sia pulito e che ogni strumento abbia il suo spazio, con un occhio di riguardo (come è normale che sia) alla chitarra come in “Worn”, ad esempio.
La titletrack è intelligentemente in apertura (qui invece primeggia il basso) e presenta subito melodie accattivanti a “presa rapida”.
In “I’m Coming” si apprezza l’apertura della voce anche nelle note più lunghe, mentre “Into Ashes” ricorda l’approccio stilistico di Jonathan Davis in “Shoots And Ladders”.
La band bolognese è da tenere d’occhio. Il sound è quello giusto per riempire spazi non molto pretenziosi, con la consapevolezza di offrire al pubblico uno spettacolo di assoluto e sicuro coinvolgimento.