E’ una delle menti che ha organizzato il “Cowboys For Dimebag”, la grande serata tributo a dieci anni dalla morte del chitarrista dei Pantera. E’ anche l’ex bassista dei Rhyme, nonché uno dei nomi per eccellenza della sempre più influente Bagana Rock Agency.
E’ Riccardo Canato. Classe 1985 (ci tiene a sottolinearlo…); un quasi trentenne proveniente da Desio che ha saputo mettersi in gioco quando c’era da schierarsi in prima linea. Non ha peli sulla lingua, quello che deve dire lo dice sempre, a modo suo, ma lo dice.
E allora lo abbiamo scelto come main man per questa esclusiva intervista!
Riccardo, innanzitutto come inizia la tua storia di musicista?
Sui banchi del Liceo, incidendo con le chiavi del motorino qualche verso di canzoni altrui, ricordo “One” dei Metallica. In seguito qualche mio pensiero impresso sul legno si é a sua volta trasformato in testo e poi in canzone. E così, con gli amici del tempo abbiamo scelto uno strumento a testa.
Quali sono state le tue influenze?
La vita, credo. Non ha senso rispondere “Hendrix, Pastorius, Neil Peart, Petrucci, Steve Vai”, dai che noia non credi?. Next!
Da piccolo chi era il tuo idolo musicale?
Mai avuto un vero idolo, credo. Da bambino andavo pazzo per i Queen e cantavo gli 883 finché, crescendo, ho aperto la porta ai Metallica, i Pantera, Savatage, poi i Radiohead, i Nirvana e dopo di loro Nick Drake, Neil Young, Bob Dylan, Springsteen, gli Alice in Chains.
Dì la verità… li imitavi allo specchio?
Mai piaciuto imitare nessuno.
Perché la maggior parte della gente che ha modo di conoscerti ha all’inizio l’impressione che tu sia il classico figlio di *******?
Non sono sicuro di voler rispondere a questa domanda, voglio dire, non penso di avere chissà che ruolo nell’industria musicale, quindi non mi aspetto di dare un’impressione di alcun tipo. Tuttavia, provando a risponderti, credo sia un fatto di determinazione. Nel bene e nel male sono una persona veramente ambiziosa, testarda e determinata. Non ho problemi e lasciare indietro persone lungo la strada, se non stanno al mio passo. “Per avere successo devi essere molto egoista, ma una volta ottenutolo devi diventare molto altruista”; sono parole del più grande sportivo di tutti i tempi, Michael Jordan.
Condivido questo principio. Sono una persona molto selettiva quindi preferisco mettere subito in chiaro che non ho tempo da perdere; il settore musicale è pieno di perditempo e io aborro questa categoria, soprattutto perché ci metto tutta la passione del mondo. Più che un lavoro per me è una causa. La musica non funziona molto bene e mi piace pensare che, nel mio piccolo, potrò fare qualcosa per migliorarla. Io con molti altri.
Cosa rimproveri maggiormente al music system di oggi?
– La scarsa lungimiranza dei vertici discografici di 15 anni fa, i talent, la politica ed i cloni.
– Il modo in cui è stata gestita la questione della pirateria e del peer to peer. Paul McGuinness, manager degli U2, aveva lanciato ad inizio 2000 la proposta di fare un accordo con compagnie telefoniche ed aziende riguardo la cessione dei prodotti discografici. La faccio semplicistica: con il nostro abbonamento telefonico avremmo avuto la possibilità di ricevere musica, in maniera legale, prevenendo tutto ciò che poi ha distrutto l’industria discografica. Purtroppo chi, ai tempi, era al comando non ha abbracciato il “nuovo che avanza” ma lo ha anzi crocifisso. Una caccia alle streghe.
Hanno ragione i Radiohead, hanno ragione gli U2 a regalare “Songs Of Innocence” (anche se troppo invasivi) ed aveva ragione Lars Ulrich a combattere Napster. Sbaglia al contempo chi rimane legato al formato CD perché pensa a se stesso e non al concetto naturale d’evoluzione. Mi mancherà da morire il cd, mi manca avere 15 anni e comprare “ReLoad” ed annusare quel profumo fantastico di inchiostro e carta lucida, ma troveremo altro. Va avanti la vita, figuriamoci se non andrà avanti la musica.
– In seconda battuta i talent shows. Idea buona, ma che non valorizza gli artisti. E’ uno show televisivo, da guardare come fosse un film o una serie tv. Con Suor Cristina siamo caduti davvero tanto in basso. Ho paura del futuro perché da qualche parte c’è sempre qualcuno pronto a far di peggio.
– Amministrazioni pubbliche e governi sovvenzionano da sempre la Scala di Milano ed affini, ma non hanno un briciolo d’interesse a sovvenzionare la musica di oggi e di domani. Regaliamo soldi a gente che già li ha, sovvenzioniamo strutture ed opere i cui utenti sono una sparutissima parte di ciò che é la cultura musicale ed applichiamo il 4% d’IVA sui libri, ma il 22% sulla musica. In questa sede é un discorso troppo ampio e non voglio fare il demagogo.
E magari le tribute bands; si sa che non le ami molto…
Non le concepisco. Vuoi tributare un artista che dici di amare? Perché dovresti guadagnarci? Fallo gratis, o dai tutto il ricavato in beneficenza. In passato le ho criticate aspramente, poi crescendo ho pensato che era meglio agire in maniera diversa. Da qui nasce il “Cowboys For Dimebag” una selezione di musicisti noti, emergenti e volenterosi del panorama nazionale che suonano i classici dei Pantera, band che é nel cuore e nel culto dei musicisti. Per ora abbiamo fatto un solo evento, lo scorso Dicembre per il decennale della scomparsa di Darrell. Può darsi che la cosa finisca qui, che diventi un memorial day annuale o che ci siano altre sorprese. Quel che so é che chiunque, dal primo all’ultimo personaggio coinvolto, faranno tutto sempre e solo gratuitamente ed in chiave benefica. Un tributo per me é questo e nient’altro. All’interno ci sono anche alcuni musicisti che suonano in band tributo, per me non é un problema, anzi; é bello vedere che anche chi la vede in maniera così opposta dalla mia voglia essere parte di questo “nuovo modo” di intendere una tribute band. La mia speranza é che un giorno la musica funzioni talmente bene da permettere a tutti i musicisti di mantenersi suonando solo ciò che amano.
Parlando di etichette, credi che oggi venga valorizzato chi davvero merita o chi risulta essere più commerciale?
Inutile generalizzare. La storia della musica è piena di episodi positivi e negativi. Come dicevo ormai le major puntano, per loro stessa ammissione, quasi solamente ad artisti che emergono dai talent show. Però ci sono artisti come Ed Sheeran che passano dalla metropolitana ai sold out a Wembley. Ecco, se volete valorizzare chi merita dovete cercarvelo da soli, come? Andando ai concerti.
Come nasce la tua esperienza con la Bagana Rock Agency?
Grazie al Honky Tonky di Seregno. Ho cominciato vendendo concerti per band emergenti in quel locale, allora gestito artisticamente da Bagana: di lì a poco é arrivata la proposta di entrare a far parte dello staff. In quattro anni e mezzo abbiamo costruito qualcosa di cui andare molto fieri, perché ragioniamo da outsiders. Sul serio, quando mi fermo e guardo indietro, non posso che sorridere con un po’ di orgoglio. Ed è solo l’inizio.
Se per caso si organizza una serata che si rivela un insuccesso, di chi è la colpa?
Domanda molto difficile. E’ colpa di tutti.
Se un promoter organizza il concerto di una band che suona male e che non fa autopromozione, magari in un locale senza direttore artistico e con un servizio tecnico indecente, con addirittura personale e servizio food and beverage di basso livello, la serata sarà automaticamente un disastro. Se ribalti tutti questi fattori avrai, invece, una serata grandiosa. Ne sono la prova gli Anewrage, che sabato 22 Novembre proprio al Honky Tonky hanno suonato di fronte a 400 paganti per presentare il primo disco. Il locale ha funzionato, la promozione ha funzionato, la band ha funzionato.
Hai da poco annunciato la tua dipartita dai Rhyme. Parlare di “motivazioni personali” è dire tutto e non dire nulla. Mettiamola così, se le dinamiche fossero state diverse, avresti continuato?
Sì, avrei continuato senza ombra di dubbio.
Riuscirai a farne a meno? Dell’essere membro di una band, intendo…
In questo momento sì.
Qual è il ricordo più bello di questa esperienza che ti porti dietro?
Il sodalizio umano ed artistico con Matteo, il chitarrista. E’ l’unica cosa che mi mancherà.
Off Topic… Facciamo quasi a tutti la domanda off topic, anzi nel tuo caso voglio darti l’opportunità di difenderti, perché corre voce che ti piacciano le milf… Cos’hai da dire?
Verissimo, cosa fai stasera?