Esce oggi per Terror From Hell Records il debut album delle SaturninE “Mors Vocat”.
Il titolo è preso da una frase del poeta latino Ovidio, il quale in uno dei suoi componimenti scrive “Omnia sub leges mors vocat atra suas”, frase che viene ripetuta anche nell’intro dell’album, il cui significato in italiano è “La tenebrosa morte chiama tutte le cose sotto le sue leggi”.
Il senso di questa espressione è che nessuno può sfuggire alla morte, non importa quello che si fa per evitarla, essa alla fine giunge lo stesso per tutti. Non solo la morte porterà chiunque con sé, ma sembra tra l’altro che la generalità degli esseri umani aspiri ad essa, anche inconsciamente, come ultimo assoluto traguardo delle loro vite. Questo potrebbe forse spiegare quella tendenza all’autodistruzione e ad un comportamento distruttivo contro il resto del mondo, al quale l’umanità si è votata in ogni epoca. Credendoci al di sopra della natura e superiori agli altri esseri viventi anziché strettamente interconnessi tra loro, e dunque arrogandoci il diritto di dominare su di essi, abbiamo già firmato la nostra eterna dannazione. Fintanto che gli umani non accetteranno la morte, con l’estendersi della sua ombra su di loro aumenterà gradualmente anche la loro disperazione.
L’album è costituito da sei tracce, più l’intro, seppur differenti tra loro, hanno comunque un comune denominatore. I testi trattano di sofferenza e dolore che gli esseri umani causano alla terra e a loro stessi, e non sono solo introspettivi, ma hanno anche una connotazione sociale. L’intento della band non è solo quello di trasmettere sconforto e disperazione, ma un modo di vivere alternativo, che supportano in maniera attiva anche individualmente, diverso da una vita consumista fatta di sprechi che le persone solitamente devono sopportare.
Nate nel 2010, pubblicano la prima demo nel 2012. Apprezzate da Fenriz (Darkthrone) nel suo “Band of the Week, hanno condiviso il palco con Grime, Black Oath, Abysmal Grief, Grave at Sea.