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Shivers Addiction: “Choose Your Prison” – Recensione

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Shivers Addiction Choose Your Prison

Agli Shivers Addiction piace l’Heavy Metal, questo è evidente ed emerge chiaramente durante l’ascolto di “Choose Your Prison”, ma sono anche affascinanti da elementi Progressive e Folk che rendono la loro proposta più efficace.

Gli arrangiamenti sono molto curati, soprattutto quando parliamo delle chitarre che ci propongono ritmiche aggressive e taglienti, ma sono anche capaci di spezzare il ritmo con arpeggi distorti più ariosi e distensivi. La voce di Marco Cantoni caratterizza notevolmente il sound della band, perché tra toni minacciosi e chorus accattivanti riesce a definire il mood di ogni brano, mostrandosi particolarmente efficace nelle parti più rabbiose.

Con “La Mort Qui Danse”, breve traccia strumentale, e la seguente “The King And The Guillotine” i Nostri strizzano l’occhio a sonorità “classiche”, due episodi riuscitissimi che dimostrano la versatilità della band, soprattutto nella parte solista delle sei corde. Nel resto della tracklist questa componente classicheggiante viene ridimensionata a favore di passaggi più aggressivi. Questo ovviamente non si traduce in mancanza di aperture melodiche, perché queste rientrano pienamente nello stile degli Shivers Addiction. “Painted Arrow” pone invece l’accento sulla componente folk, che non gioca un ruolo fondamentale se non nell’intro di “Death Has Nothing To Teach” e in “Painted Arrow”. Molto trascinante in questo frangente l’arpeggio di chitarra acustica, così come la parte solista della stessa, che fanno da perfetto tappeto musicale per le liriche decantate dal singer.

“Choose Your Prison” è un album maturo e convincente, abbastanza dinamico e ben arrangiato, che sarà sicuramente apprezzato da chi ascolta bands quali Savatage, Queensrÿche, Judas Priest et similia.