Dieci tracce incisive compongono “PO”, il secondo lavoro degli Slowmother, uscito il 1 Febbraio 2019 per Sorry Mom!. Ad ispirare questo lavoro sono state una serie di esperienze negative che fanno da filo conduttore e si snodano tra i brani del disco. Non importa cosa sia effettivamente successo… il risultato è “PO”.
Gli Slowmother sono un power trio di Milano composto da Alessio (chitarra e voce), Pietro (basso) e Grace (batteria).
Il loro sound nasce dall’incontro di blues / garage unito a vibrazioni anni ’80, che riportano alla luce purpurea dell’alba, piena di melodie chimiche seducenti.
Il primo album “Chemical Blues” è stato rilasciato nella primavera del 2016, dopo una lunga ricerca di melodie e atmosfere. Ora è il turno del secondo lavoro “PO”, uscito il 1 Febbraio 2019 ed anticipato nell’autunno 2018 dal singolo “Demon”. Tutto da ascoltare.
TRACKLIST:
DEMON: Lei, tramite un viaggio interiore, varca soglie e supera limiti, ascoltando le sue sensazioni, senza leggi e senza paura.
Un demone che ha sedotto una giovane donna le sussurra frasi che la porteranno alla perdita dell’innocenza, spingendola ad attraversare il lato oscuro di se stessa.
Lei, lasciandosi andare al suo istinto primordiale, si trasforma in un seducente predatore che freme quando sente l’odore del sangue della sua preda.
Tuttavia è magnifico il suo morso, sentire i suoi artigli sprofondare nella carne, quindi… “ora lo voglio sentire”.
ENEMY’S SHIP: Lui si arruola con la nave nemica tradendo i propri ideali. E’ un uomo pavido, che fugge lasciando la nave alla deriva durante una tempesta, abbandonando il capitano rimasto ormai solo in balia delle onde.
La canzone è la rappresentazione di un ammutinamento, di un infame tradimento: molte persone si rivelano per quello che sono quando spariscono in un momento di difficoltà.
FB (NOT IN MY NAME): Ti esprimi con frasi altisonanti sulla vetrina social/media, quasi cercando di lavarti dai tuoi peccati, forse inconsciamente credi di ripulire la tua sporca anima. Cerchi di farmi credere in qualcosa che neanche tu sei mai riuscito ad essere. Come fossi un illuminato, ti estranei a parole dalle brutalità del mondo, ma la triste verità ti ricorda che ne fai parte solo come un piccolo e miserabile ingranaggio.
IT’S CRUEL: Brano che parla di come sia difficile dover accettare la dura realtà di doversene andare da questo mondo.
Un uomo non vuole guardarsi più allo specchio per non vedere il proprio corpo mortificato, in procinto di sparire. Un uomo forte, coraggioso e orgoglioso del proprio passato, realizza la mortalità ma non è ancora pronto per accettarla. Rimane in bilico tra la voglia di combattere come ha sempre fatto o abbandonarsi alla volontà di quel destino, troppo crudele, troppo rapido.
JUST ONE DAY: Il desiderio di poter fermare un’opprimente sofferenza, anche soltanto per un giorno, quando sono troppi i giorni sotto tortura, nel panico e nell’agonia, a piangere e gridare.
LAST NIGHT: Un momento insieme per darti conforto, per farti sentire che sono qui. L’ultima notte insieme, l’ultimo bacio, gli ultimi abbracci e una carezza. Un’ultima dimostrazione d’amore, qui nel nostro letto. Una volta usciti di casa, uno dei due non potrà più tornare. “È strano vederti qui, ma sentirmi già sola”.
LIKE A HAMMER: Caduta dal cielo, pesante come un macigno, come un martello. “Mi ricordo che eri impaurito, tutti i giorni. Ma Non sei da solo, noi siamo forti, riusciremo ad aiutarti, non aver paura.”
WHITE T-SHIRT: semplicemente una Ninna-nanna.
TOO MUCH GAS: Veneriamo il dio pistone. Squagliamo le Gomme sull’asfalto. Segni di cadute sulla tuta. Guanti bucati e stivali riparati col nastro adesivo. Le ossa sono rotte e doloranti per i crolli. Ma a noi non frega niente di cadere: diamo ancora più gas, cadiamo per rialzarci e ci rialziamo per andare sempre più forte.
WHY: La tua coscienza vorrebbe comunicarti qualcosa, vorrebbe farti vedere qualcosa, ma tu non vuoi ascoltarla perché è troppo impegnativo. Preferisci rimanere ignorante e privo di talento, frustrato perché artefice dei tuoi errori e incolpi gli altri per le tue sventure. Col poco impegno che hai messo nell’ affrontare la tua miserabile vita, non ti puoi lamentare, eppure, tu vuoi, tu necessiti, tu pretendi.
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