“Dark Passenger” è il debutto discografico degli Starbynary, ma non si tratta di musicisti alle prime armi: dietro ai microfoni troviamo Joe Caggianelli, la chitarra è di Leo Giraldi e le tastiere di Luigi Accardo, mentre la sezione ritmica vede la “guest appearance” di Mike LePond (Symphony X) al basso e di Diego Ralli alle pelli.
Il genere proposto dai nostri è un Power a forti tinte progressive, che fa di tempi sostenuti il proprio trademark, così come melodie epiche e malinconiche rappresentano elementi fondanti dal songwriting. Da rimarcare è la maestria con la quale questi musicisti danno vita dieci tracce di assoluto pregio, sebbene nel solco della tradizione, comunque superlativo in quanto a tecnica e doti compositive. Dopo l’intro “Before The Dawn”, arriviamo per mezzo di un crescendo quasi cinematografico alla prima traccia “…Dawn Of Evil”, la quale sin dalle prime note rimarca le capacità musicali degli Starbynary: straordinario è l’ affiatamento tra chitarra e tastiera, supportate egregiamente da basso e batteria dall’incedere maestoso.
Con la title track “Dark Passenger” apprezziamo anche il lato più riflessivo della band, quello che vede i ritmi rallentare a favore di una maggiore complessità compositiva, sicuramente uno dei pezzi migliori del platter. Con “Blood” appare chiaro che Leo Giraldi alla chitarra prediliga ritmiche quadrate e spigolose, dotate di enormi quantità di groove; mentre in “Reflection” trovano ampio spazio synth, piano e voce, in una traccia molto intima e sofferta. Si tratta del preludio ad un’altra perla: stiamo parlando di “Codex”, il cui riff iniziale si scaglia come un macigno sull’ascoltatore, definendo il mood ansiogeno della traccia; anche in questo caso è da sottolineare il grande lavoro solista dell’axeman. Stesso discorso per “The Ritual – Modus Operandi”, nella quale il dualismo tra chitarre e tastiere è semplicemente magnifico.
Da rimarcare gli ultimi due brani: “Look Around”, che colpisce per le molteplici emozioni che suscita nell’ascoltatore, spaziando tra atmosfere rilassate, melodiche e passaggi più muscolosi; “The End Begins” è invece la più lunga del lotto, con i suoi diciassette minuti rappresenta un vero e proprio capitolo a sé stante, dal momento che racchiude tutte le sfumature degli Starbynary che vengono meticolosamente sviscerate lungo tutta la sua durata.
In conclusione possiamo affermare che “Dark Passenger” è un lavoro ben concepito, suonato ottimamente e prodotto in maniera altrettanto egregia, pertanto è sicuramente consigliato a tutti gli amanti del genere.