“Com’è il nuovo album dei Temperance?”, “E’ diverso. E’ completamente moderno”. “Ma non suona come un complimento!”.
E perchè mai? Non è mica un peccato sperimentare nuove strade? Soprattutto quando si considera “modernità” lo stato d’animo attuale, quel flusso che porta con sè le emozioni e e le sensazioni del momento, quella voglia di fare quella precisa cosa in quel preciso istante.
E’ una forma di libertà. E non c’è nulla di più prezioso ed appagante.
In “The Earth Embraces Us All” troviamo il nuovo corso della band milanese e veniamo a conoscenza con esso delle esperienze e delle influenze che i Temperance hanno assimilato nell’ultimo anno e mezzo. I tour europei, il contatto con il pubblico e le strette di mano con i personaggi più influenti del panorama musicale internazionale.
“The Earth Embraces Us All” è tutto questo, una sorta di diario di bordo.
Ma cosa è cambiato?
Sicuramente l’approccio e la voglia di insertare spaccati musicali che abbracciano un’ampia gamma di nuovi strumenti. Il violino, ad esempio. Quello di Giovanni Lanfranchi (Cayne), considerato il “Paganini hipster italiano”. Ma anche il ricorrente utilizzo delle tastiere ed un mood che diventa decisamente power.
Cambia anche l’approccio vocale: Marco Pastorino è incazzato. O forse più energico. Vengono infatti lasciate da parte melodie liriche, e mentre la voce maschile ingrana la quinta, quella femminile di Chiara Tricarico è pulita, scevra da qualsiasi tono epico e pertanto risulta più diretta e concreta. Come si evince anche dall'”esperimento” in italiano di “Maschere”.
I ritmi sono decisamente più veloci: “Haze” ha un’energia pazzesca ed è bello il contrasto con pezzi come “Fragments Of Life” dove si ritorna ad atmosfere più docili, fino ad arrivare alle tastiere di “Revolution” con il suo incipit marciante.
Un’offerta variegata che esplode con il carillon di “Advice From A Caterpillar”: geniale. Già scegliere un titolo del genere è vincente anche perchè è l’esatta fotografia di ciò che i Temperance sono stati fino ad oggi e cosa vogliono diventare, ovvero è la calma che è celata dietro un animo tumultuoso che ha avuto quasi paura ad esplodere. In più, questa track, contiene una parentesi jazz inserita quasi a caso che però diventa adorabile.
Bella e sognante “Change The Rhyme”, ma è “The Restless Ride” che dà proprio l’idea di un abbraccio simbolico della terra. Sembra avere un finale fiabesco… ed invece no! Il pezzo s’interrompe e poi riprende con nuovi motivi fino a raggiungere i 13 minuti di durata.
Quindi, ci avevo visto giusto… c’è anche del prog!
“The Earth Embraces Us All” è tutto questo ed all’estero già sta ricevendo consensi per le sue innumerevoli sfaccettature. Un album che dosa cattiveria e perdono, concretezza e voglia di esplorare. Un ottimo lavoro.