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Twelve: “Lost In Paradise” – Recensione

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Tornano a graffiare i Twelve e lo fanno come si deve! Li avevamo lasciati al demo “10 minutes Rock”, 10 minuti appunto di puro rock’n’roll che lasciavano già intravedere ottime potenzialità per il futuro. Il futuro però è finalmente arrivato e le 5 tracce di “Lost In Paradise” ci riconsegnano una band in forma smagliante, pronta a dimostrarci che quelle potenzialità sono reali e concrete.

“Free Woman” è il classico pezzo che ti aggiusta una giornata storta: esci da lavoro stanco, ti metti in macchina, alzi lo stereo a palla e tutto torna miracolosamente al suo posto! E canti a squarciagola, magari in estate abbassi il finestrino, vento tra i capelli …e poi la rimetti da capo perché è proprio bella!

Echi dei The Cult per “Love Gun”, mentre “NYC” parte in sordina ma alla lunga esce il trademark dei nostri. Molto belli e curati gli assoli di chitarra e i cori nel finale. “Apnea” è energia pura sin dal primo secondo, hard’n’heavy puro e coinvolgente! “Sick Doll” chiude in maniera degna questo EP, r’n’r selvaggio e spregiudicato. Ho usato la parola degna non a caso: a mio modesto parere infatti è proprio da qui che i Twelve dovrebbero ripartire, dall’attitudine e la sfrontatezza di questo pezzo. Con “Lost In Paradise” i pesaresi hanno fatto un bel passo in avanti ma è proprio da “Sick Doll” che ti accorgi che le potenzialità ci sono per fare ancora meglio; forse non è nemmeno il pezzo migliore del lotto ma è appunto “selvaggio e spregiudicato” come il vero Hard Rock dovrebbe essere, voce più graffiante, assoli e groove!

Sono sicuro che loro questo già lo sanno, perché ho avuto la fortuna di assistere ad una loro performance live e lì, on stage, sono esattamente come li vorrei su disco. Osare di più è dannatamente Rock’n’roll, quindi per ora bentornati Twelve, nell’attesa di un full-lenght io schiaccio di nuovo play!