“In Shovel We Trust” è il manifesto di una band molto concreta, i V-Anger, che non si perde in chiacchiere e va subito al sodo: sangue, sudore ed adrenalina sono i principali ingredienti del loro esordio discografico, abbiamo parlato con il chitarrista Max Maestrelli per scoprire come la band riesca ad elargire “vangate” senza pietà.
Salve ragazzi, vi diamo il benvenuto sulle pagine di Metal In Italy, grazie per il tempo che ci state dedicando. Iniziamo dall’argomento più scontato: perché il nome della band è V-Anger e soprattutto il titolo “In Shovel We Trust”, cosa c’entra la pala?
Ave a voi di Metal In Italy, horns-up a tutti e grazie a voi dello spazio che ci state dedicando.
Più che “pala” facciamo riferimento alla “vanga”, la sensazione che ci trasmette la musica che più ci piace e che cerchiamo di ricreare nei nostri brani; ognuno crediamo abbia un nomignolo per la sensazione che danno, più di ogni genere, i brani metal: “sassata”, “botta”, “legna”…per noi è “senti che vangate”. Da lì il nome, insieme all’ inglese “anger” , “rabbia”, e tutti i sinonimi del caso.
Sebbene la band sia di recente formazione, 2012, voi siete tutti musicisti navigati, potreste raccontarci il percorso che ha portato alla nascita dei V-Anger?
Siamo di base tre amici che già si conoscevano da anni, tutti con alle spalle i classici progetti mai decollati ma che sono serviti molto per accumulare esperienza. Un giorno ci abbiamo provato inserendo nella band Alex alla voce ed abbiamo visto che forse questa era la volta giusta. Il mix Thrash/Hardcore dei pezzi scritti fino a quel momento con un cantante non di stampo hardcore ci piacque molto. Di sicuro i frutti si sono visti e il tanto agognato full-length è arrivato, quindi il primo importante traguardo è stato raggiunto.
“In Shovel We Trust” è nato dopo due anni trascorsi a suonare in giro, come mai la decisione di attendere prima di registrare i brani?
Nasciamo come una band “live”, scriviamo , proviamo e arrangiamo i pezzi in ottica live! Siamo fermamente convinti che suonare 1 ora su di un palco, davanti a 1000 come a 2 persone, faccia 100 ore di sala prove. L’affiatamento e la grinta accrescono coi live e questo in parte si trasmette nel prodotto. La risposta della gente che ci ha visto ed udito è sempre stata positiva. Tutto ciò ci ha molto motivato e ci ha spinto alla registrazione dell’album di esordio della band.
Il vostro sound è costituito da riff molto aggressivi, ritmi che alternano passaggi veloci ad altri carichi di groove, come siete giunti alla formula perfetta?
Siamo in quattro e tutti con gusti in fatto di musica diversi. Chi arriva più dal metal/thrash, chi dal nu metal, chi dall’hardcore e anche dal death/grind. Durante l’assemblaggio del brano vengono fuori tutte le nostre influenze e cerchiamo di amalgamarle e di domarle al meglio allo scopo di ottenere l’impatto maggiore e il groove migliore.
Tra le vostre influenze ci sono i classici del Metal, ma anche formazioni come Hatebreed, Sepultura e Soulfly, qual è il lato che prediligete? Quello più “metallaro” o quello Hardcore?
Ricollegandoci alla risposta della domanda precedente, cerchiamo di soddisfare i gusti di tutti e quattro. L’importante per tutti è il risultato finale. Non c’è un lato che prevale sull’altro, metallaro o hardcore, basta che il pezzo sia potente e d’impatto, in poche parole che ci faccia esclamare “senti che vangate” quando lo proviamo.
Le tredici tracce che costituiscono la tracklist sono tutte tiratissime, non c’è un momento di respiro, ma dal vivo che cosa combinate? Solo vittime e niente prigionieri?
Le aspettative del pubblico che viene a “vivere” un live sono sempre alte, bisogna sempre dare sudore e sangue, ed è quello che cerchiamo ogni volta di fare. Il metal è anche molto fisico, se non sei sudato e stanco dopo un live vuol dire che non hai fatto il tuo dovere. Anche sotto l’aspetto tecnico non lasciamo nulla al caso; curiamo molto i suoni e investiamo in strumentazione di ottima qualità, al fine di ottenere l’impatto sonoro migliore e di essere il piu’ fedele possibile alla produzione del disco.
Mi sembra fuori luogo chiedervi quale brano preferite, a me personalmente sono piaciuti tutti indistintamente, per questo vi chiedo: come mai avete incluso una cover di “Biotech Is Godzilla”?
Innanzitto questo ci fa molto piacere, grazie! Quando si pensa ad una cover si cerca sempre di fare qualcosa di conosciuto ai più, oltre che chiaramente a qualcosa di nostro gusto. Biotech ci è sembrata la scelta giusta! E’ inoltre il nostro tributo a una delle band che adoriamo tutti e quattro indistintamente e che molto ci ha influenzato. Ad oggi però, l’orginale suonava un po’ lenta e abbiamo deciso di accelerarla ancora un po’. Crediamo di aver fatto un buon lavoro.
Avete registrato presso i Kick Recording Studio con Marco “Cinghio” Mastrobuono, com’è stata questa esperienza e come mai avete fatto questa scelta?
Sono un accanito fan dei Buffalo Grillz, grindcore band nella quale milita Marco alla chitarra. Entrambi i dischi dei Buffalo sono stati registrati ai Kick Studio. Alla prima occasione mi sono recato ad un concerto dei Buffalo per conoscere di persona Marco. Il giorno seguente, dopo aver ascoltato i loro lavori precedenti dello studio, abbiamo capito che sarebbe stata la scelta giusta da fare per avere un lavoro ben fatto e di sicuro impatto. L’esperienza è stata molto bella ed interessante. Abbiamo avuto la netta sensazione di produrre un disco insieme a Marco e non solo effettuare una registrazione. Logisticamente un po’ impegnativa però grazie soprattutto alla loro disponibilità è stato meno stancante del previsto. Cinghio è molto esigente, ci ha fatto sudare mille camicie, rompere corde, cantare come indemoniati e demolire bacchette, ma ci ha fatto capire che la grinta nel suonare è fondamentale anche in fase di registrazione. Ricordare inoltre l’ottimo lavoro fatto in fase di missaggio e mastering da parte di Matteo Gabbianelli, voce dei Kutso.
Tra l’altro Marco ha preso parte come guest ad alcuni brani, ma non è il solo, potete parlarci dei “personaggi” che hanno lasciato il segno su “In Shovel We Trust”?
Marco, seppur ancora molto giovane, ha un bagaglio di esperienza nel campo della musica metal sia come musicista sia come produttore di dischi veramente enorme. Con lui abbiamo prodotto insieme il disco accettando suggerimenti e arrangiamenti dell’ultimo minuto su alcune tracce. Anche per una forma di riconoscenza abbiamo deciso di farle registrare a lui come guest alla chitarra. Per finire ci ha proposto di far fare l’assolo su Biotech a Luca Zavelloni, un carissimo amico di Cinghio, non che chitarrista ex-Black Motel Six e NuGear.
L’album è già uscito, come lo state supportando? Ci sarà a breve anche il release party, cosa state preparando per quella serata?
L’album è uscito via Sliptrick Records ed è in fase di promozione su tutto il globo, digitale e fisico. Fondamentale ormai essere presenti su qualsiasi “social network” esistente, quindi ci stiamo dando da fare divulgando i V-ANGER il più possibile. Rimane il fatto che preferiamo suonare live per 50 persone che avere 1000 “like” su Facebook…ma il mondo è cambiato e, almeno sotto questo punto di vista, o ci si adatta o si boccheggia. Abbiamo anche realizzato un videoclip della traccia “About World” presente sul canale youtube della casa discografica Sliptrick Records ed inoltre è pubblicato sulle pagine del vostro sito metalinitaly.com (grazie!)
Per il release party faremo un concerto venerdì 19 dicembre dividendo il palco con i grandi nonchè amici SKW e altre bands al Legend Club di Milano. Potremo finalmente dare un CD e T-Shirt a fine concerto a chi ce lo chiederà, cosa che ci riempie il cuore di metal.
L’intervista è conclusa, vi ringrazio nuovamente per il tempo che ci avete concesso, vorrei che fossero vostre le ultime parole, per salutare i nostri lettori, i vostri fans…
Grazie a te e a tutta la redazione di Metalinitaly.com! Speriamo sia solo la prima di tante recensioni V-Anger! Ricordiamo a tutti che per seguirci è semplice, basta andare sul sito della band www.vanger.it dove troverete tutti i collegamenti ai Social e ottenere tutte le info sui V-ANGER, concerti inclusi.
Vorremmo congedarci con un appello a seguire i live, ovviamente non solo V-Anger, ma di tutto il panorama metal; andare a scoprire nuove band è fondamentale per dare senso a tanto lavoro e dà la carica per continuare a farlo. IN SHOVEL WE TRUST!