Un interessante punto di vista.
Spesso ospitiamo le confessioni di band che puntano il dito contro il sistema, contro i gestori dei locali, contro i colleghi, contro le etichette…
Diciamo che, chi per un motivo e chi per un altro, ognuno ha la sua parte di ragione.
Alessandro Liccardo, Direttore Commerciale della Volcano Records & Promotion, nonchè membro dei rockers napoletani Hangarvain, offre un ulteriore aspetto del problema: ovvero la mancanza di tenacia da parte delle band stesse nel proseguire, o meglio intraprendere, il percorso che le porterà poi al grande pubblico.
L’intervista:
Ciao, bentornato sulle pagine di Metal In Italy. L’estate è finita, dopo i chilometri macinati con gli Hangarvain si torna in ufficio, ma con tante novità. Iniziamo subito dai nuovi uffici della Volcano Records & Promotion, l’inaugurazione c’è stata recentemente, ma avete rinnovato/ampliato anche la squadra?
I nuovi uffici effettivamente sono la manifestazione fisica di diverse novità cruciali nella Volcano. La nostra struttura è stata drasticamente rivoluzionata negli ultimi mesi dai risultati raggiunti quest’anno ben oltre ogni rosea aspettativa, e questo ovviamente ha determinato tutti i cambiamenti che tu hai anticipato. Abbiamo avuto l’esigenza di allargare la squadra di collaboratori per distribuire meglio compiti e mansioni rendendo tutti i nostri processi di promozione discografica meglio calibrati e più efficaci. Oggi lavorano in Volcano Records & Promotion più di dieci persone con una divisione dei ruoli piuttosto rigida che ci permette di garantire ai nostri artisti una promozione capillare e soprattutto molto concreta.
Dagli aggiornamenti che leggo sulla pagina facebook quotidianamente, traspare l’immagine di un gruppo di ragazzi che lavorano insieme, con il sorriso sulle labbra, ma con grande determinazione, professionalità e costanza nell’impegno. Quali sono secondo te i punti forti della Volcano?
Credo che il nostro vero punto di forza, oltre alla dedizione quotidiana e alla passione totale per quello che facciamo, è nel metodo che abbiamo messo a punto per promuovere i nostri artisti. La nostra idea di promozione è piuttosto diversa dalla maggior parte di etichette che lavorano a livello underground ed è molto più simile alle strategie che applicano le grandi indipendenti d’Oltreoceano. Ogni nuova pubblicazione viene curata nei minimi dettagli con un lavoro di branding strategico che ci permette di studiare per ogni progetto musicale un piano di promozione dedicato in grado di individuare lo spazio più adatto nel quale proporre un artista. Questo ci permette di garantire il massimo grado di visibilità ai nostri progetti offrendo opportunità concrete e creandone di nuove. La nostra promozione è piuttosto articolata sia nel periodo di pre-lancio dell’album sia successivamente alla release e comprende un massiccio lavoro di social media che permette agli artisti di ampliare e coinvolgere una fanbase sempre crescente, una copertura stampa capillare con interviste, articoli e recensioni sulle riviste più in target, promozione radiofonica che comprende heavy rotation, interviste, live e tour radiofonici post release, ed ovviamente una corposa promozione live con showcase, release party e tour grazie al lavoro infaticabile del nostro comparto booking e alla partnership con praticamente la totalità delle agenzie italiane ed europee più serie.
Non solo Rock e Metal, ma con la nascita di Native Division volete essere un punto di riferimento anche per altri generi musicali. Perché questa scelta?
La Volcano Records & Promotion è attiva in maniera pressoché esclusiva nell’ambito Hard and Heavy nel quale il nostro network è il risultato di oltre dieci anni di lavoro, confronti e collaborazioni. Ma grazie ad un team di professionisti ampio ed affiatato e al metodo promozionale che ti anticipavo prima, abbiamo deciso di mettere a disposizione la nostra struttura anche a chi predilige generi diversi. Il lancio della Native Division Records è una bella sfida perché ci costringe a giocare una partita in territori diversi da quelli che abbiamo sempre frequentato e che conosciamo bene, ma abbiamo già alcuni ottimi progetti sotto contratto con dischi bellissimi in uscita e siamo davvero convinti che il duro lavoro ed una buona organizzazione e pianificazione promozionale possa realmente offrire ai nostri artisti valore aggiunto assicurandogli spazi ed opportunità concrete.
Io credo che in Italia ci siano tanti musicisti di talento, ciò che manca è la valorizzazione degli stessi. Cosa può fare un’agenzia di promozione per supportare band ed artisti emergenti? Su quali fronti bisogna agire?
Il grande problema dell’Italia a mio avviso è che l’intero universo musicale, dal mainstream all’underground, non si è mai realmente adeguato al cambiamento di paradigma nel rapporto tra produzione musicale e fruizione/consumo verificatosi dopo la grande crisi discografica dei primi anni 2000. Mentre all’estero e soprattutto in ambito anglosassone sono state individuate e applicate con successo tutta una serie di strategie che hanno riattivato il mercato musicale, in Italia siamo fermi al palo. La maggior parte degli operatori del settore e delle etichette lavora in maniera obsoleta e frammentaria senza riuscire a promuovere realmente i nuovi artisti. La dimostrazione è che negli ultimi dieci anni sono davvero pochissimi i progetti nuovi che hanno avuto successo, in pratica gli operatori del settore non sono più in grado di offrire possibilità concrete agli artisti per emergere. È come andare da un meccanico per farsi aggiustare la macchina e scoprire che quello non sa dove mettere le mani. Le band emergenti sono il futuro ed in Italia c’è una qualità pazzesca nascosta nelle sale prove e nei pub mezzi vuoti. La promozione va affrontata in maniera complessiva senza tralasciare nessun aspetto. Il live è un punto fondamentale ma allo stesso tempo è del tutto inutile se non è sostenuto da una solida consapevolezza del proprio brand e dalla capacità di comunicare in maniera professionale. Da qui bisogna partire per alimentare e far crescere la fanbase. Puoi scrivere la musica migliore del mondo ma è del tutto inutile se non hai un pubblico che ti ascolta. Bisogna fare una battaglia culturale e le band devono capire che suonare non basta, bisogna comunicare bene col proprio pubblico.
La vostra sede è a Portici, nella città metropolitana di Napoli, ma immagino che il vostro raggio d’azione vada ben al di fuori dei confini campani. I servizi che offrite sono quindi rivolti a tutte le band presenti sul suolo italiano?
Il nostro network è assolutamente nazionale ed abbiamo artisti e band in tutta Italia. Sebbene siamo partiti da Napoli, oggi oltre alla distribuzione e promozione anche la maggior parte degli eventi, dei concerti e dei tour che organizziamo è solo in minima parte sul territorio campano. Al Centro e al Nord Italia abbiamo amicizie e partnership con tantissimi operatori del settore e questo ci permette di sviluppare collaborazioni e progetti praticamente ovunque. L’amore per la nostra città ci rende allo stesso tempo molto attenti al nostro territorio e oltre a cercare di coltivare talenti locali da esportare, ci impegniamo molto ad alimentare il più possibile la scena locale che è in crescita esponenziale come ha testimoniato il successo della prima edizione del Volcano Rock Festival di quest’estate.
Quali sono i canali attraverso i quali è possibile contattarvi?
Siamo attivissimi con la pagina facebook Volcano Records & Promotion mentre sul nostro sito c’è un form dedicato ai contatti e tutte le informazioni sulle modalità per inviarci materiale da proporci. Quello che però dico sempre agli artisti che ci contattano è di venire ai concerti. Siamo in giro per l’Italia costantemente e ovunque vi troviate prima o poi capiteremo da quelle parti. Conoscersi e parlarsi di persona è fondamentale. Noi cerchiamo band che facciano buona musica ma che capiscano anche che la scena va supportata andando ai concerti, conoscendo e facendosi conoscere di persona. Oggi sono tutti bravi a scrivere una mail e poi lamentarsi che le etichette non rispondono. Io vorrei a volte mostrare alle band quante mail riceviamo noi ogni settimana. Venite ai concerti, attirate la nostra attenzione, non mollate e non arrendetevi. La musica non è per chi getta la spugna, contattateci in qualsiasi modo e se non rispondiamo scriveteci ancora finché non vi diremo che non siamo interessati al vostro progetto oppure che abbiamo qualcosa di cui parlarvi…
Immagino che con questo nuovo inizio vi siate posti delle mete da raggiungere, come immagini Volcano Records e Native Division da qui ad un anno?
Un anno non è un periodo troppo lungo, molti progetti per l’anno prossimo sono stati già chiusi quindi più o meno ho un’idea abbastanza chiara di dove saremo tra dodici mesi. Il nostro lavoro si basa su di una progettualità a medio-lungo termine e per guardare ancora più in là, posso anticiparti che il nostro piano di sviluppo prevede nei prossimi anni di crescere ulteriormente a livello nazionale per poi lanciare il comparto Volcano Records International nell’arco di 18-24 mesi.
Prima di lasciarci vorrei sapere qualcosa sugli Hangarvain. State lavorando a qualcosa di nuovo? L’attività live procederà anche nei mesi invernali?
Gli Hangarvain sono una macchina che non si ferma mai, la nostra band è un lavoro a tempo pieno. Dopo le date del tour italiano di Ottobre, saremo molto probabilmente all’estero per un po’ di concerti a Novembre che se tutto va bene dovremmo annunciare a brevissimo, mentre abbiamo già delle grosse cose live confermate per il periodo natalizio e per i primi mesi dell’anno nuovo oltre ad un nuovo tour europeo già fissato in primavera. Nel frattempo stiamo lavorando al nuovo disco che uscirà sicuramente entro la prima metà del 2017. Insomma, sul fronte Hangarvain c’è molto da divertirsi, per fortuna abbiamo collaboratori in gamba che ci sostituiscono alla Volcano quando siamo in tour.
Bene, grazie per il tempo che mi hai concesso. A te l’arduo compito di concludere l’intervista con un messaggio ai nostri lettori. A presto!
Grazie a voi per lo spazio e la passione che mettete nel supportare e dare spazio alla scena indipendente. Vorrei salutare i lettori invitandoli a non smettere di credere nella buona musica e nei sogni che è in grado di realizzare attraverso passione, impegno e dedizione. Supportate il più possibile la scena, andate ai concerti, non smettete mai di credere nel cambiamento, la rassegnazione è ciò che ha vanificato tutto ciò che di buono è stato fatto in passato. Nulla è impossibile, dobbiamo solo trovare il modo di realizzare i nostri sogni ed avere il coraggio di rischiare! Buona musica ed in bocca al lupo alla nostra generazione…